ATRI – Ad Atri chiude la filiale Intesa Sanpaolo. Ma il vero problema non è lo sportello. È L’ASSENZA DELLA POLITICA.
Domani 20 giugno, Intesa Sanpaolo chiuderà la propria filiale di Atri, situata all’ingresso del centro storico, per accorparla a quella di Pineto.
Una decisione presa a marzo, nel piano territoriale 2025 della banca, che nessuno ha provato a fermare.
Il Sindaco Ferretti e la sua maggioranza non hanno detto nulla. Non hanno fatto nulla.
Come al solito.
Ma il punto non è (solo) la perdita di un servizio.
Quando una banca chiude, non è semplicemente un servizio in meno: è il mercato che decreta che un territorio non è più attrattivo. È l’indicatore che una comunità non cresce, non attira più investimenti, né giovani famiglie, né imprese. In altre parole: il territorio non genera futuro.
Ed è qui che entra in gioco la responsabilità della politica.
Ad Atri oggi manca una visione.
Il problema non è solo ciò che si perde, ma ciò che non si costruisce. L’amministrazione Ferretti non ha mai agito per rendere Atri un territorio attrattivo. Nessuna politica seria per i giovani. Nessuna strategia per lo sviluppo locale. Nessuna visione per rilanciare davvero l’economia e frenare lo spopolamento.
Hanno passivamente subito tutto:
– lo spopolamento progressivo delle aree interne,
– la mancata inclusione nella ZES (Zona Economicamente Svantaggiata, che abbiamo denunciato lo scorso
anno),
– il ridimensionamento dell’ospedale, votato anche da chi oggi siede in giunta,
– l’assenza di qualsiasi politica attiva per trattenere i ragazzi o attrarre nuove famiglie o imprese.
Eppure la chiusura non è solo un fatto tecnico o logistico. È un segnale, il segnale di una città che perde funzioni, opportunità, centralità.
E mentre in altri Comuni — come a Isola del Gran Sasso — Noi Moderati a livello provinciale protesta a gran voce contro la chiusura degli sportelli bancari, qui ad Atri, dove governa al fianco di Ferretti, sceglie il silenzio più comodo.
Nessun comunicato, nessuna presa di posizione.
Due pesi e due misure: all’opposizione fanno la voce grossa, al governo si voltano dall’altra parte.
Un doppio standard che rivela il volto peggiore della politica: quella che insegue solo il consenso facile, dimenticando la coerenza del pensiero e la responsabilità verso i cittadini.
Chi ragiona così non ha una visione: ha solo interesse.
E tutto questo mentre in Comune si governa con lo spirito dell’“io”:
“Io comando, io decido, io sono il sindaco, io sono l’assessore, io ti posso fare questo FAVORE…”
Una politica vecchia, autoreferenziale, che non parla più a nessuno.
Che non costruisce, non ascolta, non progetta, che ti porta al dissesto finanziario.
Che non ha mai capito che senza visione, la città non ha futuro. Scompare.
Azione Atri è nata per rompere questo schema.
Noi di Azione Atri rifiutiamo la politica autoreferenziale e crediamo in una città che sappia attrarre,
valorizzare, costruire. Una città che non subisce il declino, ma lo affronta. E lo trasforma.
Noi crediamo nella collaborazione, nella visione, nel confronto, nella partecipazione attiva.
Nella politica della Prospettiva, non dell’“io”.
La chiusura della filiale bancaria è solo l’ennesimo segnale di un declino causata dalla mancanza della politica che però può e deve essere fermato.
Ma serve una guida diversa. Con le idee giuste. Con la voglia di fare. E con il coraggio di guardare avanti.
Azione Atri – COMUNICATO
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