in campo oltre 100 miliardi

Nel 2024 Sace ha mobilitato 58 miliardi di euro (+6% rispetto al 2023) per supportare la crescita di circa 60.000 imprese italiane. Poco meno della metà delle risorse, 23 miliardi e trecento milioni di euro, sono stati investiti in progetti di innovazione, mentre i restanti 34,7 miliardi di euro sono stati utilizzati a sostegno dei progetti di export delle aziende raggiunte. Innovazione ed esportazione sono, nella visione del gruppo assicurativo-finanziario partecipazione al 100% dal Tesoro, le due principali leve in grado di garantire la resilienza e la competitività delle nostre imprese nel contesto attuale, caratterizzato da forti tensioni geopolitiche e commerciali rapide, cambiamenti e un elevato tasso di incertezza.

Nell’ambito dell’innovazione e dell’export Sace ha individuato circa 100 miliardi di opportunità per la crescita delle imprese italiane nel 2025. Una grossa fetta di queste opportunità, attorno agli 85 miliardi, riguarda l’export. L’Italia oggi ha un ampio margine di diversificazione verso nuovi mercati ad alto potenziale, che oggi rappresentano solo il 13% dell’export tricolore.

I PROGRESSI
Gli altri 15 miliardi sono relativi a investimenti aggiuntivi annui in innovazione, necessari per portare l’intensità innovativa dell’Italia al livello dell’area euro, dove le spese in ricerca e sviluppo delle imprese sono pari all’1,5% del Pil, contro lo 0,8% dell’Italia. Oggi da noi un’impresa su tre in Italia investe in innovazione tecnologica e digitale. La conferma arriva anche dall’ultima Relazione annuale di Bankitalia, che indica che negli ultimi 5 anni le imprese che fanno uso di intelligenza artificiale sono passate dal 5% a quasi il 30%.

Quelle industriali che hanno adottato soluzioni di robotica sono salite da poco più del 10% al 40% del totale. Secondo le elaborazioni di Sace effettuate sulla base dei tempi del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, un’azienda che investe in innovazione beneficia di una crescita del proprio fatturato di 2 punti percentuali. Tra i settori a maggior opportunità di intervento ci sono, evidenzia infine il Sace Innovation Index, tessile e abbigliamento, legno e arredo, alimentari e bevande, carta e stampa. L’Italia ha alle spalle un percorso di progressivo sviluppo innovativo che negli ultimi anni l’ha portata a crescere a un tasso superiore rispetto alla media Ue.

LA MOBILITAZIONE
Risultato? Oggi il Paese è considerato un innovatore moderato. Il supporto di Sace alle aziende si basa sull’effetto “Grow”, un pacchetto di aiuti che offre garanzie e liquidità (G), gestione e protezione dei rischi (R), opportunità di business (O) e un servizio in tutto il mondo (W) per migliorare l’accesso ai mercati internazionali in oltre 200 Paesi. Ma quali impatti genera, più nel dettaglio, l’intervento di Sace sul sistema produttivo italiano? È stato calcolato che ogni euro garantito produce un effetto moltiplicatore sul fatturato delle imprese pari a 2,1.

Nel primo trimestre del 2025 il gruppo Sace ha mobilitato oltre 11 miliardi di euro (+40% rispetto allo stesso periodo del 2024). Sono stati garantiti 5,9 miliardi a sostegno dei progetti di crescita delle imprese italiane in innovazione intesa in senso ampio, che comprende l’innovazione tecnologica e digitale, gli investimenti in sostenibilità, efficienza e adattamento climatico, i progetti infrastrutturali e strategici e l’ampliamento del numero delle filiere di riferimento. Altri 5,3 miliardi di euro sono stati mobilitati a supporto dei progetti di export e degli investimenti di internazionalizzazione. In questo modo gli interventi complessivi di Sace dall’inizio del Piano industriale 2023-2025 sono saliti a 124 miliardi di euro, generando un impatto di 315 miliardi di euro sul sistema produttivo e contribuendo a creare e mantenere più di 1,7 milioni di posti di lavoro.