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non ho ancora capito da che parte sta la Schlein


di Giovanni Muraca

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La storia si ripete: quella del Pd, partito che non si capisce ancora dove si collochi, che vota “Sì” a una risoluzione – non ancora legge – che prevede che una parte dei 209 miliardi portati a casa dall’allora Governo Conte II, sia destinato al riarmo. Un voto all’approvvigionamento di materiale bellico che traccia una linea sempre più chiara sull’identità del maggior partito di sedicente sinistra e della sua leadership.

A votare a favore sono sempre coloro che ormai, almeno in Europa, sembrano avere idee molto comuni pur essendo diametralmente opposti nell’arco costituzionale interno: Fratelli d’Italia, Forza Italia e Partito Democratico. Medesimo scenario che si ripete per l’ennesima volta che, a discapito della leader al momento non pervenuta, sposta la collocazione del maggior partito d’opposizione sempre più “al centro”. Una questione che non si ferma al solo spostamento, ma anche, ancora una volta, a un’ulteriore prova per la segretaria Pd che, agli occhi di molti, non hai mai brillato di coerenza.

In Italia sbraita su salario minimo e sanità pubblica, allo stesso tempo, in Europa, le scelte virano su temi che rappresentano più la Maggioranza che l’opposizione. È vero, sono due partite molto diverse e, coi tempi che corrono, non è facile gestire una situazione che proietta il mondo, a tratti, in uno scenario da economia di guerra. Una doppia identità della leader che spesso si divide tra Palazzo Berlaymont e Montecitorio: tra le due sedi, le scelte sono siderali l’una dall’altra e se si parla di selezioni sul Pnrr, saranno conseguenze che i valori che lei difende andranno a pagare.

Se già abbiamo dei problemi a trovare un posto per fare un’ecografia, che quando ti va bene – il primo posto libero è tra cinque o sei mesi, con questo ennesimo voto comune, come farà a diminuirne i tempi? Oppure la sua idea di aumentare i salari va di pari passo con il versare l’Irpef per comprare cannoni o missili a lunga gittata? Ormai la questione “sociale” è diventata sconosciuta da entrambi e questo scenario comincia a essere inquietante.

Altra fotocopia del passato è quella che si presenterà alla piazza contro il riarmo che si terrà il 21 giugno la quale rimembra le cosiddette “Piazze per l’Europa” – sponsorizzate dai contribuenti – e le piazze contro il riarmo del 5 aprile scorso. Il teatro è lo stesso: il Pd che non partecipa o al massimo con una presenza di una manciata di rappresentanti, Schlein assente per un vertice con Socialisti europei. Eppure si continua a sentire che la Presidente del Consiglio è quella che non risponde mai etc, etc…. Invece, Elly Schlein, quella “troppo di sinistra” ,”troppo pacifista” e “dei diritti”, perché non risponde sul merito di questa opzione scellerata che spesso viene oscurata dal suo credo nell’unità del centro-sinistra “no matter what”.

E non è strano che il tutto sia stato orchestrato in Plenaria dall’asse Zingaretti – Nardella – Decaro- Bonaccini, coloro che, eccetto il primo, rappresentano quella parte di partito élitario dall’elettorato “sicuro”. Ancora una volta le quinte colonne di renziana memoria hanno colpito e, ancora una volta, la leadership della segretaria è stata messa in discussione.

Quanto al centro sinistra unito, forse è tempo di farsi delle domande come in psicologia: se non stiamo bene con noi stessi, possiamo mai stare bene con gli altri? Il Pd non si rende conto di quanto sia scollato dalla realtà e dalle persone e, ormai, è dal 2007 che non sa ancora quello che vuole o, anzi, lo sa benissimo: creare sistematicamente congiure contro il proprio leader e stavolta, la “vittima” è proprio colei che è stata votata dai non iscritti – come volevasi dimostrare.

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Mi spiace dover dire questo di Schlein, che ammiro tanto, ma non riesco, ancora oggi, qual è la sua posizione netta su alcuni argomenti. Nel frattempo, il suo partito, con la maggior età, forse, arriverà a capire il da farsi, con i migliori auguri al suo prossimo segretario.

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