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È l’autore dell’impresa più bella: «Solo un pazzo avrebbe fatto le scelte che ho fatto io»


Forse sì, forse solo un pazzo avrebbe fatto delle scelte così. Non perché dentro non ci fossero giocatori validi (tutto il contrario!), ma perché chi resta in panchina è effettivamente l’intero firmamento dell’universo granata, tra i nomi più chiacchierati delle giovanili: Luongo, BianchiFalasca, Bonacina… Eppure, ha avuto ragione lui. Lui che è la mente dietro al grande miracolo 45 anni dopo l’ultima volta, lui che ha preso le statistiche e le ha piegate al servizio di un’idea. Poi lo ha ammesso anche lui, lo stesso Fabio Rebuffi, l’allenatore dell’impresa, a fine partita: «Forse solo un pazzo avrebbe fatto questa scelta, ma sono contento di averla fatta: avevamo bisogno di forze fresche anche considerando la possibilità dei rigori, consapevole di avere a che fare con 20 grandi giocatori. Ho parlato alla squadra: la scelta è stata accettata e ci ha portati alla vittoria». Sì, ha avuto ragione lui

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PAROLE

Recap necessario di tutto quelle che è successo fin qui. 28 partite giocate, solo due perse, Udinese vinta in semifinale, Milan – rimasto in 10 dal 19′ del secondo tempo – beffato in finale davanti a tutta l’Italia dopo una sequenza rigori perfetta. Un percorso niente male? Macché! Un percorso proprio perfetto, per quanto sofferto. Coronato dalla ciliegina sulla torta che è lo scudetto, arrivata con quel dolce al cucchiaio che è lo scavetto di Andrea Luongo. «Ci ho creduto davvero fino all’ultimo. Speravo di chiuderla prima, sfruttando la superiorità numerica: i rigori, come dicono, sono sempre una lotteria. Ma la squadra ha retto benissimo la pressione. Credo che questa vittoria sia anche un premio per il percorso straordinario che ha fatto questa squadra – solo due partite perse in stagione – e per la grande crescita che hanno avuto i ragazzi».

Il segreto di questo Torino? Nessun dubbio: «Carattere, talento, non mollare mai. Devo davvero ringraziare tutti i ragazzi per avermi seguito così bene durante tutto il percorso, senza distrarsi mai neanche a un singolo allenamento. Il duro lavoro li ha portati fin qui, nonostante non fossimo la squadra favorita davanti a un Milan molto forte». “Qui” che alle 23:31 di venerdì 20 giugno equivale al punto più alto d’Italia. Una cima condivisa, tra l’altro, con la splendida Under 18 (vincente in finale contro la Roma la settimana scorsa). C’è un pezzetto di Fabio Rebuffi anche in quello Scudetto: in fondo, l’anno scorso quelli erano i suoi ragazzi, la sua squadra, il suo progetto. «Sono molto contento per i ragazzi dell’Under 18, anche loro sono cresciuti molto. Il merito è anche di un gruppo di lavoro fantastico: ci siamo sempre trovati molto bene a lavorare insieme». 

PASSATO

E c’è anche un pezzetto di Lombardia in questo scudetto granata. sì, perché tornando indietro negli annali, si scopre che nel passato di Rebuffi, prima della lunga esperienza all’Alessandria, c’è anche una passaggio all’Accademia Pavese: «Io sono di Pavia, poi dalla Lombardia mi sono trasferito in Piemonte. Mando un saluto anche agli amici dell’Accademia Pavese!». 

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Ha collaborato Francesco Oddi.






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