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tra dazi, incertezze e nuove strategie


Incertezza, instabilità geopolitica e scenari economici in continuo mutamento: sono questi i temi centrali affrontati durante la tavola rotonda “Il futuro del commercio internazionale: rischi e opportunità in un mercato instabile”, svoltasi venerdì 20 giugno a Foligno e promossa dallo Studio legale Spacchetti. Un incontro pensato per le imprese umbre, sempre più coinvolte nei mercati globali, ma anche esposte a rischi crescenti e regole mutevoli.

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Il dibattito ha visto la partecipazione di relatori di primo piano come l’ambasciatore Stefano Stefanini, il generale Leonardo Tricarico, il docente universitario Andrea Cardoni, la direttrice dell’Ufficio Ice di New York Erica Di Giovancarlo, il giornalista economico Giuseppe Castellini e l’imprenditore umbro Valentino Valentini, titolare della Cantina Bocale di Montefalco. A moderare l’incontro, l’avvocato Paolo Spacchetti, promotore dell’iniziativa.

Tra tensioni globali e resilienza locale

L’obiettivo è offrire strumenti legali e strategici alle imprese“, ha spiegato Spacchetti. In particolare, ha evidenziato la necessità di contratti internazionali flessibili, capaci di prevedere clausole di rinegoziazione in caso di eventi straordinari, per tutelare le parti e garantire continuità nei rapporti commerciali. Un’esigenza più attuale che mai, considerando le ripercussioni dei dazi imposti dagli Stati Uniti e le incertezze legate alle politiche commerciali globali.

Il peso dei dazi e il ruolo dell’Italia negli USA

Erica Di Giovancarlo, in collegamento da New York, ha delineato lo stato attuale delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti, evidenziando una crescita costante fino al primo trimestre 2025, con un rallentamento a partire da aprile. “I settori trainanti restano moda, food&wine e chimica farmaceutica, ma servono nuove strategie per contrastare l’incertezza”, ha dichiarato. Gli USA si confermano primo mercato extraeuropeo per l’Italia, ma la volatilità politica può condizionare gli scambi.

Sulla stessa linea l’ambasciatore Stefanini, che ha parlato di un futuro meno brillante rispetto al passato per le relazioni economiche transatlantiche. “I dazi imposti o minacciati dall’amministrazione Trump sono la maggiore fonte di instabilità per le aziende”, ha affermato. Secondo Stefanini, l’UE dovrebbe puntare a negoziati quadro, flessibili e adattabili, abbandonando i modelli tradizionali ormai superati.

Sicurezza e filiere produttive

Uno sguardo al fattore sicurezza è arrivato dal generale Leonardo Tricarico, che ha evidenziato la crescita del commercio delle armi e la necessità di una strategia industriale nazionale nella difesa, capace di coniugare competitività e protezione dell’interesse pubblico. “Dobbiamo rafforzare il sistema e fare rete”, ha sottolineato, chiedendo una maggiore integrazione tra industria, istituzioni e politica.

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L’Umbria e la sfida della competitività

Il quadro regionale è stato analizzato dal professor Andrea Cardoni, che ha evidenziato la resilienza delle PMI umbre, pur sottolineando criticità strutturali come la bassa produttività del lavoro e la debolezza gestionale. Le soluzioni passano per innovazione tecnologica, governance evoluta e politiche industriali più incisive, anche sul piano del supporto ai passaggi generazionali.

Una voce dal territorio: il caso Bocale

A portare la testimonianza diretta di chi lavora quotidianamente con l’estero è stato Valentino Valentini, produttore di Montefalco. “Esportiamo il 70% della nostra produzione, ma l’incertezza normativa e i dazi rischiano di penalizzare non solo le aziende, ma anche i consumatori finali”, ha denunciato. Il suo è un esempio emblematico delle difficoltà quotidiane vissute dalle imprese umbre sui mercati globali, ma anche della loro capacità di adattamento e innovazione.

Prospettive incerte, ma spazio per nuove strategie

“Quella attuale è l’età dell’incertezza“, ha concluso Giuseppe Castellini, sottolineando come la destrutturazione delle filiere globali post-Covid e il ritorno dei dazi stiano trasformando il commercio internazionale. Ma ci sono anche elementi positivi: l’indebolimento del dollaro favorisce le esportazioni italiane e l’Umbria, se saprà muoversi con coerenza, può trovare nuove strade nei mercati esteri, anche in contesti difficili.





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