La situazione è sotto gli occhi di tutti: bar, ristoranti, hotel, negozi. Sempre più spesso riducono gli orari di apertura o limitano i servizi, non per calo della domanda, ma perché non si trovano lavoratori disposti a coprire turni nei weekend, di sera o nei festivi. Un paradosso, in un’Italia che fa del turismo e dell’accoglienza uno dei pilastri della propria economia.
Secondo i dati nazionali nel 2025 si stima che resteranno scoperti circa 260.000 posti di lavoro, +4% rispetto al 2024, soprattutto nei settori del commercio, ristorazione e turismo. Figure professionali come camerieri, baristi, cuochi, addetti alle pulizie, gastronomi e commessi sono sempre più difficili da reperire, nonostante contratti nazionali che garantiscono tredicesima, quattordicesima, welfare e retribuzioni regolari.
Tre lavoratori su dieci in province come Forlì‑Cesena si dimettono volontariamente, con il 36% delle uscite riconducibile proprio al turismo e al commercio. Sempre più giovani rifiutano turni serali, weekend e festivi — anche a costo di restare inattivi — nonostante contratti che offrono tredicesima, welfare, assistenza sanitaria e retribuzione dignitosa.
CNA Imperia: analizzare per capire: in Liguria, CNA Imperia – Turismo e Commercio ha avviato un’indagine per scovare le reali cause di questa carenza, affinché si vada oltre gli stereotipi sulle retribuzioni e si individuino soluzioni concrete. Giuseppe Faraldi, Coordinatore di CNA Imperia Turismo e Commercio, sottolinea come “La gestione della NASpI potrebbe non essere più adeguata alle dinamiche del mondo del lavoro post-Covid e non incentivi sufficientemente il rientro nel lavoro e che la formazione non sia adeguatamente collegata alle esigenze operative delle aziende locali”. Luciano Vazzano, Segretario CNA Imperia, aggiunge: “Il vero paradosso è che il lavoro c’è, ma mancano le persone giuste… e servono strumenti adeguati per renderlo attrattivo” e osserva un gap tra mission formativa delle scuole e ITS e la realtà occupazionale: troppa teoria, poca connessione con turni festivi e stagionali.
Non è solo una questione di stipendio, serve un cambio di visione: Troppo semplicistico e ormai fuorviante attribuire la fuga dal lavoro nel settore Horeca al solo tema delle paghe. Come evidenziato da più parti, i contratti collettivi, rinnovati con le principali sigle sindacali, offrono tutele e livelli economici adeguati, per quanto certamente perfettibili. Il vero problema è più profondo, culturale e strutturale: la percezione del lavoro serale e festivo è cambiata radicalmente, soprattutto tra i giovani. A questo si somma l’impatto post-pandemico: la crisi sanitaria ha innescato un cambiamento delle priorità personali e professionali, accelerando l’abbandono di settori ritenuti troppo gravosi sul piano dell’equilibrio vita-lavoro.
Occupazione post‑formazione in Liguria: stando ai dati ISTAT (2023), la Liguria registra un tasso di occupazione del 67,4% e una disoccupazione regionale al 6,3%, contro l’8,7% nella provincia di Imperia. Malgrado l’impegno di ITS e Scuole Alberghiere, una percentuale significativa di diplomati non viene assorbita stabilmente dal mercato locale, soprattutto nei mesi festivi e serali.
Istituzioni in campo: incentivi e bandi regionali
La Regione Liguria ha già avviato alcune misure per invertire la rotta:
- Patto per il lavoro nel Turismo 2025: stanziati 5 milioni di euro in bonus assunzionali (tra €3.500 e €8.000) per contratti di almeno 8 mesi (7 mesi per balneari), con priorità per tempo indeterminato e part-time da almeno 28 ore settimanali.
- Patto per l’occupazione nel Commercio e Artigianato: altri 5 milioni FSE, destinati a sostenere assunzioni e formazione nel territorio.
- Sportello FILSE attivo dal 17 aprile al 31 dicembre 2025, con possibilità di chiusure anticipate in caso di esaurimento fondi.
Proposte operative: CNA Imperia al lavoro per indagare le vere cause. Dalle parole ai fatti
In questo contesto, CNA Imperia – Turismo e Commercio ha scelto di andare oltre la superficie del problema, avviando un’analisi approfondita per comprendere le cause strutturali di questa emorragia di forza lavoro, con un’attenzione particolare al territorio imperiese, ma con una visione di sistema.
CNA invita istituzioni regionali e nazionali in particolare a:
- Ripensare la NASpI:
- legare l’indennità a obblighi di disponibilità a orari e turni disagiati (festivi, serali, stagionali).
- Rafforzare la formazione professionale del settore:
- collegare ITS e scuole alberghiere con tirocini obbligatori nei pubblici esercizi;
- prevedere moduli specifici su gestione turni, accoglienza e digitalizzazione.
- Incentivare assunzioni strategiche:
- bonus per imprese che garantiscono copertura serali, weekend e stagionalità;
- sgravi fiscali e premi per contratti a tempo indeterminato o a durata minima certificata.
- Promuovere la cultura del servizio:
- campagne per migliorare la percezione sociale del lavoro nel turismo (testimonial, formazione continua, storytelling).
Un appello a politica e istituzioni
Il settore Horeca rappresenta una fetta significativa dell’economia ligure e italiana. CNA Imperia – con le analisi di Faraldi e Vazzano – chiede ai decisori politici una risposta coordinata e pragmatica: non basta riconoscere il problema, bisogna trasformarlo in occasione per innovare, con strumenti che rendano il lavoro nei weekend, nei festivi e nei turni serali un’opportunità concreta per i giovani e una risorsa sostenibile per le imprese. CNA Imperia lancia quindi un appello alla politica regionale e nazionale: è il momento di agire con decisione, trasformando questa crisi in un’occasione per innovare, semplificare, rilanciare un settore che può offrire lavoro stabile e qualificato, a patto che sia riconosciuto come tale.
Il comparto dei pubblici esercizi e dell’accoglienza vale percentuali importanti del PIL nazionale e locale. Non intervenire significa mettere a rischio non solo l’occupazione, ma la competitività del sistema turistico italiano, soprattutto in aree ad alta vocazione come la Riviera Ligure. CNA Imperia ritiene urgente che si apra un tavolo di confronto con istituzioni locali, regionali e nazionali, per ripensare strumenti di sostegno come la NASpI, legandoli di più all’effettiva disponibilità ad accettare un lavoro, e per valorizzare il settore Horeca come ambito professionale stabile e di qualità.
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