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Pagamenti in ritardo per l’assegno unico di giugno 2025?


Anche nel mese di giugno 2025 le famiglie italiane che ricevono l’assegno unico universale potrebbero dover fare i conti con un ritardo nei pagamenti del contributo mensile.

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Una situazione che rischia di mettere in difficoltà soprattutto i nuclei con minori disponibilità economiche, per i quali questo sostegno rappresenta un aiuto indispensabile per coprire le spese ordinarie.

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In cosa consiste questo beneficio?

L’assegno unico universale è un contributo economico mensile destinato a tutte le famiglie con figli a carico, dalla nascita fino al compimento dei 21 anni (senza limiti di età in caso di disabilità). Introdotto nel 2022 e confermato anche per il 2025, ha sostituito varie misure precedenti, come gli assegni familiari e le detrazioni per figli, con l’obiettivo di semplificare e rendere più equa l’erogazione del sostegno alla genitorialità.

L’importo dell’assegno varia in base all’ISEE del nucleo familiare: più è basso il valore dell’indicatore, più alto è il contributo. Nel 2025, la quota base parte da circa 57 euro a figlio per redditi alti e può superare i 200 euro mensili per ISEE molto bassi. Sono previste maggiorazioni in caso di figli minori, disabili, madri under 21, famiglie numerose o con entrambi i genitori lavoratori.

La domanda si presenta una sola volta e resta valida per tutto l’anno, salvo variazioni. Il pagamento viene effettuato direttamente dall’INPS sul conto corrente indicato dal richiedente.

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Pagamenti in ritardo per l’assegno unico di giugno 2025?

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), con il messaggio 111 dello scorso 13 gennaio, ha confermato che i versamenti partiranno anche stavolta, per il mese di giugno, dal giorno 20 del mese. Tuttavia, non tutti i destinatari riceveranno i fondi nella stessa data. Il motivo principale di questo slittamento è legato all’introduzione, dallo scorso marzo, del nuovo sistema Re.Tes., che ha modificato il calendario dei pagamenti. Se tutto va bene comunque il mese di giugno dovrebbe essere l’ultimo con le tempistiche “sfasate”: vedremo per il mese di luglio quali saranno le nuove indicazioni dell’INPS.

Prima dell’entrata in vigore del nuovo meccanismo, l’erogazione dell’assegno avveniva generalmente intorno alla metà del mese. Ora, chi non ha subito variazioni nell’importo rispetto al mese precedente riceverà il bonifico attorno al 20, mentre coloro che attendono la prima mensilità o hanno registrato modifiche nei parametri ISEE o nel numero di figli a carico dovranno attendere la fine del mese per l’accredito.

Questa riformulazione, pensata per semplificare e uniformare le procedure, ha però rallentato i tempi operativi dell’Istituto, con effetti tangibili sulle famiglie più fragili. Anche un lieve posticipo può infatti compromettere la gestione delle spese familiari, tra affitti da saldare, bollette in scadenza e impegni scolastici dei figli.

Negli ultimi mesi, alcuni beneficiari hanno inoltre lamentato ritardi ricorrenti e, in casi isolati, l’esclusione automatica dal pagamento senza spiegazioni chiare. Una problematica che ha generato non poca incertezza e per la quale l’INPS non ha ancora fornito chiarimenti dettagliati.

Come controllare lo stato delle erogazioni?

Pertanto, secondo quanto anticipato, questo dovrebbe essere l’ultimo mese caratterizzato da una gestione ancora non completamente stabilizzata: nei prossimi mesi, salvo nuove indicazioni, l’obiettivo è tornare a una regolarità nei versamenti. Resta comunque alta l’attenzione da parte di cittadini e associazioni, che chiedono maggiore trasparenza e tempi certi per un contributo essenziale nella vita quotidiana di milioni di famiglie.

Nel frattempo, per monitorare l’andamento del proprio assegno, è possibile consultare l’area personale sul portale INPS, accedendo con le credenziali SPID, CIE o CNS. Da lì si possono visualizzare sia le date di versamento sia gli importi aggiornati, oltre a scaricare un riepilogo in formato PDF con eventuali maggiorazioni calcolate sulla base dell’indicatore ISEE.

Se, trascorsi alcuni giorni dal 20 giugno, il pagamento non dovesse risultare tra quelli in programma, si consiglia di contattare direttamente l’INPS utilizzando uno dei seguenti canali:

  • Numero verde 803 164, gratuito da telefono fisso;

  • Numero 06 164 164, da rete mobile (servizio a pagamento);

  • PEC, per chi dispone di una casella di posta elettronica certificata;

  • Servizio “INPS Risponde”, disponibile anche da smartphone e tablet, utile per inviare richieste e monitorare le pratiche.

Il contact center dell’Istituto è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 20:00, e il sabato dalle 8:00 alle 14:00.

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La tabella completa con gli importi aggiornati

Infine è possibile consultare un documento in formato PDF con la tabella completa degli importi aggiornati per il 2025, incluse le maggiorazioni previste in base all’ISEE del nucleo familiare richiedente. Qui il documento completo.



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