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Economia umbra a sorpresa, Terni accelera su lavoro ed export mentre Perugia perde colpi


Una fotografia a sorpresa, quella fornita dal Dataview congiunturale di aprile 2025 del Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, punto di riferimento analitico del sistema camerale italiano. Ne esce, infatti, un’Umbria a doppia velocità. Ma con equilibri ribaltati rispetto al recente passato: Perugia rallenta e Terni accelera.

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E così il cuore verde d’Italia si divide. La provincia ternana cresce con occupazione ed export, mentre Perugia frena su innovazione e credito. Lo scenario dell’Istituto Tagliacarne racconta un’Umbria che corre, ma zoppica. Perché la traiettoria della crescita è quella di un passo asimmetrico, con le due province che raccontano storie opposte. Da un lato Terni che sorprende per dinamismo occupazionale ed export. Dall’altro Perugia che va molto bene nell’export ma che soffre, soprattutto sul fronte dell’innovazione e del credito alle imprese
Un’analisi che valuta dieci indicatori economici chiave e che, messi a confronto con le medie nazionali e regionali, restituiscono una mappa nitida delle trasformazioni economiche in atto. Non mancano sorprese.

L’allarme del presidente della Camera di commercio, Giorgio Mencaroni: “Bene il dinamismo di Terni, ma si deve lavorare sulla ripresa di Perugia”

I dati Tagliacarne ci parlano con franchezza – attacca Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria -. La nostra è una regione con enormi potenzialità, ma con forti squilibri interni. Il dinamismo di Terni va valorizzato e messo a sistema, ma non possiamo accettare che Perugia resti indietro su innovazione e credito. Serve una regia condivisa che unisca università, imprese, istituzioni e terzo settore. Come sistema camerale siamo sempre pronti a fare la nostra parte per accelerare l’accesso ai finanziamenti, sostenere le start-up e creare nuove occasioni di occupazione qualificata. L’Umbria deve investire su giovani, tecnologia e qualità. Non possiamo più permetterci una crescita a macchia di leopardo. La competitività si costruisce insieme, oppure non si costruisce affatto”.

Terni sorpresa umbra, tra lavoro ed export: occupati in crescita del 7,7%

E così, mentre riprende con vigore il dibattito sul riequilibrio territoriale dell’Umbria, Terni sorprende in positivo. La crescita degli occupati è del +7,7% contro l’1,9% nazionale. Ma il dato più clamoroso è quello sulle entrate previste di lavoratori tra aprile e giugno 2025: +15,8%, a fronte del +1,9% della media Italia.
Un vero boom occupazionale – sostengono dal sistema camerale regionale – che sembra segnalare un recupero strutturale, probabilmente trainato da settori come la meccanica, la logistica e i servizi connessi alla transizione energetica. Anche l’export cresce in modo robusto: +4,3% (contro il +0,4% nazionale), mentre le transazioni immobiliari (+1,6%) e i depositi bancari (-0,7%, comunque meglio del -3,2% nazionale) danno l’idea di un territorio in effervescenza, con una maggiore fiducia delle famiglie e una relativa tenuta della liquidità“.

Il punto critico, però, resta il calo delle start-up innovative: -20,8%. Un dato migliore di Perugia ma comunque grave.
Il terzo settore (+7,9%) e la stabilità delle imprese attive (-0,1%) dimostrano una certa solidità sociale, ma anche a Terni mancano segnali strutturali di innovazione tecnologica. Al contempo, la cassa integrazione cresce solo del 3,5% contro una media nazionale del 21,1%, sintomo di una minore esposizione a crisi settoriali improvvise.

Perugia fronteggia la stagnazione industriale, ma mostra una rinnovata vitalità nel sociale

La provincia di Perugia mostra segnali misti. La grande frenata arriva però dalle start-up innovative, in crollo del 29,4% (a fronte di un -6,1% nazionale): un segnale d’allarme per un territorio che dovrebbe puntare sull’innovazione per restare competitivo.
E anche la crescita dei prestiti alle imprese segna il passo: -4,5%, contro una media nazionale del -3,2%. Questo dato può riflettere sia una difficoltà nell’accesso al credito che una minore domanda legata a una progettualità in stallo.
Quanto alla cassa integrazione, cresce del 50,3% tra il 2023 e 2024, mostrando crescenti difficoltà nel mondo del lavoro.

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Non tutto è negativo: il numero di istituzioni iscritte al RUNTS (Terzo Settore) cresce dell’11,7%, dato superiore alla media dell’8,2%, e le esportazioni aumentano del 5,7%, ben al di sopra del +0,4% nazionale. Anche le transazioni immobiliari (+0,2%) crescono.
La cassa integrazione marca +50,3% tra il 2023 e 2024, evidenziando crescenti difficoltà in alcuni segmenti, principalmente industriali, del mondo del lavoro.

La variazione occupazionale è appena positiva (+1,8%) ma comunque inferiore alla media nazionale (+1,9%). Le entrate previste di lavoratori aumentano solo dello 0,2%, a fronte di un +1,9% medio, a indicare una certa stasi nel mercato del lavoro locale.



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