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Batterie al manganese di Ges, la tecnologia italiana alternativa al litio


Il mercato delle batterie elettriche sta diventando fondamentale per la transizione ecologica. Ges (Green Energy Storage), startup di Trento, sta per presentare il suo primo prototipo da 1 kW per un innovativo accumulatore che utilizza idrogeno e manganese. Sviluppato e brevettato in Italia, è pronto a sfidare le batterie al litio.

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Entro il 2026 Ges vuole portare il suo prototipo a essere operativo a livello industriale. A quel punto mancheranno soltanto altri due passi per arrivare all’ultimo step, quello della commercializzazione, che dovrà dimostrare se questa tecnologia è pronta per competere con quelle tradizionali per l’accumulo.

Il prototipo di batteria di Ges

Le batterie di Ges utilizzano come componente principale il manganese, un elemento molto comune e che viene estratto sia in Europa, sia in Italia. Il sistema brevettato dalla startup trentina si basa sull’utilizzo dell’idrogeno, che la batteria si produrrà da sola, e che sarà necessario al circuito di carica e scarica del sistema.

“Un anno fa abbiamo fatto la divulgazione sulla chimica fondamentale che è il manganese, ora è il momento dello scale up. Abbiamo visto che funziona su scala di laboratorio: deve diventare più grande e in quest’anno abbiamo lavorato sul passaggio dal mondo della ricerca all’ingegneria. A fine 2025 presenteremo il nostro primo dimostratore da 1 kW: sarà l’attestazione al mondo che la nostra tecnologia esiste, funziona, è una valida alternativa a quelle esistenti” ha dichiarato il Ceo Matteo Mazzotta al Sole 24 Ore.

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La geopolitica delle batterie

A oggi il mercato degli accumulatori elettrici è dominato dalle batterie agli ioni di litio. La produzione di questo materiale è concentrata in alcuni Stati, e la sua raffinazione ruota attorno alla Cina. In questo modo Pechino si sta garantendo una posizione privilegiata all’interno del mercato delle energie rinnovabili.

Le tensioni commerciali emerse negli ultimi anni, prima per la fine della pandemia e per la guerra in Ucraina, e poi per i dazi degli Stati Uniti, hanno messo in luce la necessità, per l’Europa di rendersi indipendente nell’ambito del settore energetico. Dopo il fallimento di Northvolt, una tecnologia europea per le batterie sarebbe fondamentale per raggiungere questo obiettivo.

“Gli ultimi eventi accendono una luce sulle opportunità di nuove tecnologie come la nostra. La materia prima, il manganese, è molto disponibile, è il dodicesimo elemento più diffuso su crosta terrestre, ha produzione in Italia e in Europa. Il resto delle componenti ha una filiera italiana ed europea che ci mette in una situazione di vantaggio in mondo post globalizzazione” ha spiegato Mazzotta.

Il ruolo degli accumulatori di energia nella transizione energetica

Gli accumulatori di Ges potrebbero servire a rendere più affidabile l’energia prodotta da fonti rinnovabili sulla rete elettrica. In futuro le batterie saranno cruciali proprio per questo ruolo. Le produzioni di energia eolica e di quella solare variano molto durante l’anno e anche durante una singola giornata. Di conseguenza varia molto anche il loro prezzo.

Le batterie funzionerebbero come il lago artificiale di una centrale idroelettrica. Si riempirebbero quando l’energia è abbondante e costa meno (di giorno e nella bella stagione per il solare, nei periodi più ventosi per l’eolico) e rilascerebbero elettricità in quelli in cui pannelli fotovoltaici e pale eoliche sono in difficoltà (d’inverno e di notte per i primi, quando cala il vento per i secondi).





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