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Cammini di Rinascita: artigianato, turismo e PMI, così riparte la vita nell’Appennino


Cammini di Rinascita: dopo il sisma del 2016, l’Appennino centrale ritrova slancio grazie ad artigiani, agricoltori e PMI protagonisti della nuova economia dei borghi

A quasi un decennio dal devastante sisma del 2016, l’Appennino centrale si racconta oggi attraverso un percorso di rinascita autentico e coraggioso. Al centro di questa nuova fase di sviluppo c’è l’impegno del Commissario straordinario alla Ricostruzione, Guido Castelli, che ha saputo imprimere un’accelerazione decisa al processo, puntando su digitalizzazione, sicurezza, turismo lento e valorizzazione dell’artigianato locale.

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Castelli ha promosso una strategia che intreccia il recupero edilizio con la valorizzazione culturale, ambientale e sociale dei territori colpiti. Non solo ricostruzione materiale, ma una visione più ampia che punta alla rigenerazione integrata: dalle antiche mulattiere ai borghi medievali, dagli artigiani del legno ai produttori agricoli, ogni tassello concorre a ridare vita a un patrimonio che rischiava l’abbandono.

La ricostruzione è un’occasione storica per innovare rispettando la tradizione“, ha più volte sottolineato Castelli. È questa l’anima del rilancio: un’innovazione dolce, rispettosa delle radici e capace di generare nuove opportunità di lavoro e impresa.

Al centro della rinascita si colloca il turismo lento, che sta diventando il vero motore economico per l’Appennino centrale. I cammini, come quelli sui Monti Sibillini o sul Gran Sasso, si trasformano in percorsi di scoperta esperienziale: viaggiatori alla ricerca di autenticità, natura incontaminata e storie di resilienza. Le antiche vie dei pastori, le strade della transumanza e i percorsi spirituali si integrano oggi con una rete di servizi digitalizzati e accoglienze diffuse, grazie anche ai fondi del programma NextAppennino. Il turismo lento non solo genera reddito diretto, ma crea anche un sistema virtuoso che sostiene agricoltori, artigiani, guide locali, strutture ricettive e operatori culturali.

Il programma NextAppennino è il principale volano economico del rilancio. Finanziato con oltre 1,78 miliardi di euro attraverso il Fondo Complementare al PNRR, NextAppennino sostiene investimenti in innovazione, sostenibilità ambientale, rilancio delle filiere produttive locali e rigenerazione dei territori.

Centrale è il supporto alle piccole e medie imprese (PMI), vero tessuto connettivo dell’economia appenninica. I bandi NextAppennino finanziano progetti di imprenditoria giovanile, di innovazione tecnologica nei settori tradizionali (come l’agroalimentare e l’artigianato artistico) e di internazionalizzazione delle imprese. In molti casi, sono proprio le microimprese artigiane a essere protagoniste: botteghe del legno, laboratori tessili, produttori agricoli e piccole aziende di trasformazione che, grazie al sostegno pubblico, possono ora affrontare nuove sfide sui mercati nazionali e internazionali.

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Grazie a queste risorse, oltre 1000 progetti di impresa hanno già trovato finanziamento o sono in corso di valutazione, creando nuova occupazione e rafforzando l’identità economica dei territori montani.L’approccio integrato promosso da Castelli e sostenuto dal Governo rappresenta un modello di rigenerazione per l’Italia intera: investire sulla qualità, sull’identità locale e sull’innovazione sostenibile, senza snaturare i territori.

L’Appennino centrale non è più solo una terra ferita, ma un laboratorio di futuro dove la bellezza incontra la resilienza, e dove la memoria diventa leva per nuove opportunità di vita. La preziosa testimonianza di Fortunato Demofonte, proprietario del Birrificio Happennino, racconta con autenticità la resilienza di un territorio segnato dal sisma e, soprattutto, celebra la forza silenziosa e la determinazione instancabile di chi ogni giorno contribuisce, con passione e impegno, alla sua rinascita.

La storia del Birrificio Happennino nasce ad Amatrice, nel cuore dell’Appennino centrale, come risposta concreta al sisma del 2016. Ma più che un birrificio già avviato, Happennino oggi rappresenta un progetto in cammino, che ha saputo resistere al rallentamento della ricostruzione trasformando ogni ostacolo in un’occasione per rafforzare legami e visioni”, dichiara Fortunato.

Il ritardo nell’attivazione della sede produttiva definitiva – inevitabile in un territorio ancora congestionato dai cantieri post-sisma – non ha bloccato la nostra volontà di partire. Al contrario, ci ha spinti a cercare soluzioni collaborative. Grazie alla disponibilità dell’Istituto Agrario Luigi di Savoia di Rieti, abbiamo potuto avviare le prime produzioni brassicole utilizzando il loro impianto pilota, all’interno di una convenzione tra pubblico e privato che riteniamo esemplare” racconta Fortunato.

Questa collaborazione” prosegue Fortunato, “rappresenta una vera innovazione sociale: i momenti di produzione non sono solo finalizzati alla vendita, ma diventano anche fasi di studio e formazione per gli studenti dell’Istituto, che partecipano attivamente al processo brassicolo, acquisendo competenze tecniche e imprenditoriali. È un modello win-win: il progetto cresce, la scuola si apre al territorio, i giovani apprendono facendo”.

Happennino non è soltanto un progetto brassicolo. È una visione per il rilancio economico e turistico dei territori colpiti dal sisma, fondata sulla qualità artigianale, sull’identità locale e sulla costruzione di reti. Le nostre birre, realizzate dal nostro birraio Fortunato Demofonte con ingredienti del territorio – come il farro montano e il miele millefiori dei Monti della Laga – raccontano un’idea di Appennino che vuole rinascere partendo dalla sua autenticità. Coltiviamo il farro e lo utilizziamo per reinterpretare gli stili birrari canonici dei paesi medio nord europei” racconta Fortunato.

Crediamo che le microimprese locali abbiano un ruolo centrale in questa fase storica: possono essere motore di rigenerazione, se messe in condizione di agire in sinergia con enti, scuole, produttori e operatori turistici. In questo senso, il turismo esperienziale, il food pairing territoriale e gli eventi di aggregazione e mostra delle eccellenze locali ad Amatrice diventano strumenti potenti di rilancio e narrazione condivisa. Happennino è ancora un cantiere aperto, ma già oggi dimostra che fare impresa dopo un terremoto non è solo possibile: è necessario, se lo si fa con radici profonde e visione collettiva” conclude Fortunato.





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