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Regione, Cultura: crescono le imprese culturali e creative, 103mila gli occupati stimati


Continuano a crescere i numeri delle industrie culturali e creative (ICC) dell’Emilia-Romagna, un comparto che sta assumendo un ruolo sempre più strategico nel panorama economico regionale, con un incremento costante del consumo culturale e del suo fatturato. Dalla fine della pandemia, infatti, si assiste a una lenta, ma continua ripresa, in linea con l’evoluzione dell’economia regionale. Secondo l’ultimo Report dell’Osservatorio sulla Cultura e la Creatività dell’Emilia-Romagna, la crescita prevista nel 2025 è dello 0,6%, che conferma il +1,9% del 2024.

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L’Osservatorio, nato nel 2021 dalla collaborazione tra il Settore Attività Culturali, Economia della Cultura, Giovani, il Settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna, ATER Fondazione e ART-ER, fornisce ogni anno una fotografia dettagliata di un comparto fondamentale per l’economia e la ricchezza della regione.

Le stime indicano che entro il 2025 il numero di lavoratori nelle ICC raggiungerà le 103mila unità, con un incremento del +2,1% nel 2024 e dello +0,2% nel 2025. Anche i consumi culturali sono in lieve ripresa, sebbene ancora sotto i livelli pre-pandemici: si prevede un aumento dello +0,1% nel 2024 e del +1,6% nel 2025, con un indice ancora al di sotto del 2019 (90,6 contro 102,1 del totale economia). Tra i settori trainanti, la progettazione architettonica e ingegneristica continuerà a mostrare performance superiori rispetto al periodo pre-Covid, mentre comparti come pubblicità e stampa restano in difficoltà, con risultati inferiori alle aspettative.

“Il report- sottolinea il vicepresidente con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla– è un invito alla riflessione e all’azione, affinché possiamo continuare a supportare e a far prosperare un comparto capace di consolidare relazioni e favorire aperture multiculturali, e dunque così prezioso per la nostra identità e per il nostro futuro. Dobbiamo ambire- prosegue Colla– a un modello di sviluppo che metta al centro le persone e la loro capacità di esprimersi attraverso la cultura. Guardando avanti, l’Emilia-Romagna vuol essere un territorio sempre più all’avanguardia, dove la forza del tessuto produttivo si sposa con la sostenibilità ambientale, l’innovazione sociale e la vivacità dell’ecosistema culturale e creativo”, conclude il vicepresidente.

“Cultura e creatività non sono solo economia- aggiunge l’assessora alla Cultura, Gessica Allegni-, ma strumenti di coesione, inclusione e cittadinanza attiva. Investire in questo settore significa, dunque, investire nel nostro futuro. Ma al di là dei numeri, ciò che emerge con forza da questo rapporto- spiega ancora Allegni– è il ruolo cruciale della cultura e della creatività come fattori di sviluppo sociale e di coesione territoriale. La cultura non è solo intrattenimento o svago, ma è un elemento costitutivo della nostra identità, un linguaggio universale che favorisce il dialogo e lo scambio, un potente strumento di inclusione e di partecipazione. Penso al ruolo delle biblioteche, che in molti comuni, soprattutto in quelli più piccoli, rappresentano un presidio fondamentale o a quello dei musei, che custodiscono la nostra memoria e il nostro patrimonio artistico e culturale”, conclude l’assessora.

I dati del 2023

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Il 2023 ha rappresentato una solida ripresa del settore delle Industrie Culturali e Creative (ICC) rispetto al periodo pre-pandemico, consolidando il proprio ruolo centrale nella struttura economica e sociale del territorio regionale. Secondo i dati consolidati, nel 2023 le ICC contavano oltre 102mila addetti, pari al 5,7% del totale degli occupati in Emilia-Romagna, e 40.900 unità locali. Il numero di addetti è cresciuto del +12% tra il 2019 e il 2023, superando la crescita complessiva del sistema produttivo regionale, che nello stesso periodo è aumentato del +7,2%.

Il comparto più ampio nel 2023 è rappresentato dai Servizi Creativi, che includono informatica e programmazione, progettazione architettonica e ingegneristica, pubblicità, con 59.800 addetti, ovvero il 58,4% del totale delle ICC. A seguire, i settori delle attività culturali, artistiche e di intrattenimento (il 17,4%), i Media e industrie culturali (il 15,1%), la Distribuzione di prodotti culturali (il 3,6%) e l’Artigianato artistico (il 5,5%).

Sul piano economico, il valore aggiunto generato dalle ICC nel 2023 si attestava a circa 5,68 miliardi di euro, rappresentando il 3,8% dell’economia regionale. Tuttavia, si registra un leggero calo rispetto al 2022, pari a -1,2%, in controtendenza rispetto alla crescita complessiva dell’economia regionale, che nel medesimo periodo è aumentata dello +0,8%. Questo rallentamento è attribuibile alle diverse velocità di recupero dei vari settori: mentre architettura e ingegneria hanno superato i livelli pre-pandemici, altri comparti come l’editoria (-9,1%), il cinema e audiovisivo (-4,4%) e la pubblicità (-18,4%) continuano a faticare a riallinearsi.

Per quanto riguarda il consumo culturale delle famiglienel 2023 si stima un valore di circa 3 miliardi di euro, pari al 3,3% dei consumi totali regionali. La spesa si è concentrata principalmente su servizi culturali e artistici (1,589 miliardi), editoria (878 milioni) e audiovisivo (368 milioni). Tuttavia, si registra una contrazione reale dei consumi dello -0,1% rispetto al 2022, causata dall’effetto dell’inflazione e dall’esaurimento dell’effetto rimbalzo post-pandemia.

Il link al Report: https://regioneer.it/Reportindutriecreative



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