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Trasporto marittimo: via libera di Bruxelles a regime di aiuti di Stato italiano da 5,4 mld


L’Esecutivo dell’UE aveva dato il via libera al regime fin dalla sua istituzione nel 1998 e nuovamente nel 2004, per poi essere successivamente prorogato fino alla fine del 2023. Con quest’ultima approvazione, Bruxelles sblocca un budget complessivo di 5,4 miliardi ed estende la reintroduzione del regime italiano di aiuti di Stato “Registro Internazionale” alla fine del 2033. 

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Tra i benefici previsti per le compagnie di navigazione idonee che registrano le loro navi nel Registro Internazionale, la riduzione dell’imposta sulle società, l’esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i marittimi imbarcati e una riduzione dell’imposta sui contratti di assicurazione delle navi o una riduzione dell’imposta sulla registrazione dei contratti di lavoro dei lavoratori. 

Riferimento normativo per la valutazione positiva del regime da parte di Bruxelles sono le Linee guida sugli aiuti di Stato al trasporto marittimo. In tale contesto, la Commissione ha ritenuto che “il regime sia necessario e adeguato per raggiungere gli obiettivi prefissati, ovvero rafforzare la competitività degli armatori e degli operatori, sostenere lo sviluppo del settore marittimo e incentivare la registrazione delle navi nei registri navali dell’UE/SEE. Inoltre, la Commissione ha stabilito che il regime è proporzionato, poiché limitato al minimo necessario e con un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra Stati membri”. 

Come anticipato, il programma da 5,4 miliardi di euro punta a incentivare le compagnie di navigazione a registrare le proprie imbarcazioni all’interno dei confini europei, per promuovere standard più elevati in materia di sicurezza, tutela ambientale e diritti dei lavoratori.

Cos’è il Registro Internazionale

Istituito nel 1998, il Registro Internazionale ha avuto fin da subito l’obiettivo di incentivare la competitività della flotta marittima italiana nel contesto internazionale, contrastare la “bandiera di comodo” (cioè la registrazione di navi in Stati con normative più permissive) e favorire l’occupazione di marittimi comunitari.

Le navi ammissibili devono rispettare standard elevati in termini di sicurezza, ambiente e condizioni di lavoro e devono avere un equipaggio in parte composto da marittimi comunitari. Per quanto riguarda le tipologie di imbarcazioni che possono accedere alle agevolazioni ed essere quindi iscritte al Registro, è importante ricordare l’aggiornamento del Regime previsto dal Dl Aiuti-ter del 2022. Con tale provvedimento, infatti, il Governo ha ampliato le agevolazioni fiscali previste, includendo anche le imprese di navigazione residenti e non con stabile organizzazione in Italia che utilizzano navi iscritte nei registri degli Stati UE o dello Spazio economico europeo (ovvero navi battenti bandiera di Paesi membri o del SEE adibite esclusivamente a traffici commerciali internazionali in relazione alle attività di trasporto marittimo o alle attività assimilate. 

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Inoltre, il decreto ha modificato la normativa riferita al regime che prima permetteva l’iscrizione al Registro Internazionale solo alle navi impiegate esclusivamente nei traffici commerciali internazionali. Con la nuova formulazione, invece, è consentita l’iscrizione anche alle navi impiegate in attività di trasporto marittimo e in attività “assimilate”. Tra queste, navi che forniscono assistenza alle piattaforme offshore e navi “da ricerca scientifica e sismologica”. 

Infine, il DL Aiuti-ter ha fissato anche dei controlli, operati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sul rispetto degli Orientamenti marittimi. Per procedere alla verifica, il MIT acquisisce dal proprietario o dall’armatore della nave una “dichiarazione d’impegno” a rispettare i limiti previsti dagli Orientamenti. 



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