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quasi 8 miliardi di tagli per gli enti locali


Con la Legge di Bilancio 2025 il Governo ha chiesto un contributo significativo agli enti locali: si calcola una cifra pare agli 8 miliardi di euro di tagli dovuti alla spending review. In parallelo, vengono introdotte regole più rigide sui costi di gestione e sull’utilizzo dei fondi pubblici.

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A dare forma operativa a queste disposizioni è la circolare della Ragioneria Generale dello Stato che raccoglie e sintetizza tutte le regole da seguire nella predisposizione del bilancio di previsione.

Il documento ufficiale conferma che la spesa pubblica nazionale, secondo le stime del Ministero dell’Economia, raggiungerà i 915,8 miliardi di euro entro la fine del 2025. Un livello che impone nuove misure di contenimento, articolate su più fronti.

Spending review 2025: quasi 8 miliardi di tagli per gli enti locali

Una stretta sui conti pubblici che coinvolgerà in modo diretto anche le autonomie locali. Secondo quanto previsto dal testo approvato a fine dicembre, Comuni, Regioni e altri enti territoriali dovranno concorrere al risanamento della finanza statale con un contributo di quasi 8 miliardi di euro entro il 2029.

Riduzioni nei fondi per investimenti locali

La manovra prevede tagli sostanziali ai fondi destinati agli enti locali per investimenti in infrastrutture e servizi. Tra le misure più rilevanti:

  • Una riduzione di 200 milioni di euro nel 2025 per il Fondo per la progettazione delle opere pubbliche, con ulteriori tagli di 100 milioni annui fino al 2029, per un totale di 600 milioni di euro.

  • Una diminuzione di 200 milioni di euro annui dal 2027 al 2029 per i fondi destinati alla rigenerazione urbana.

  • Un definanziamento di 913,5 milioni di euro per i fondi per investimenti comunali veicolati dalle Regioni nel periodo 2025-2029.

  • Tagli di 400 milioni di euro negli ultimi due anni del quinquennio per le “medie opere” dei Comuni e di 140 milioni di euro per le “piccole opere”.

Queste riduzioni si sommano a ulteriori tagli previsti per il periodo 2025-2029, che includono:

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

  • Una diminuzione di 295 milioni di euro per i contributi agli investimenti in materia di rete viaria delle Province.

  • Una riduzione di 1,5 miliardi di euro per la sicurezza stradale, colpendo in particolare le Province e le Città metropolitane.

Impatto sui Comuni virtuosi e sui piccoli centri

Le misure adottate sembrano penalizzare in modo particolare i Comuni che hanno ottenuto maggiori finanziamenti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Secondo l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), i tagli sono proporzionali ai fondi PNRR ricevuti, colpendo maggiormente le amministrazioni che hanno investito in progetti per asili nido, case-famiglia, autobus elettrici e parchi pubblici.

I piccoli Comuni, già in difficoltà a causa della riduzione dei trasferimenti statali negli ultimi anni, rischiano di subire ulteriori contraccolpi. La cancellazione di fondi come il “Decreto Crescita” e il “Piccole Opere” potrebbe compromettere la capacità di questi enti di garantire servizi essenziali alla popolazione.

Nuove regole su compensi e controlli

La manovra introduce inoltre tetti ai compensi per gli organi di vertice di enti pubblici e organismi che ricevono fondi statali, anche in forma indiretta. Le modalità operative di applicazione di tali limiti saranno definite con un decreto del Presidente del Consiglio, atteso nei primi mesi del 2025.

Queste disposizioni si estendono anche agli amministratori di fondazioni e società che beneficiano di contributi pubblici “significativi”, come stabilirà un ulteriore provvedimento. Per tali soggetti è previsto un rafforzamento dei controlli interni: gli organi di vigilanza dovranno verificare l’uso corretto dei fondi ricevuti e trasmettere annualmente un resoconto dettagliato al Ministero dell’Economia.

A partire dal 1° gennaio 2025, anche questi enti dovranno rispettare i limiti di spesa per l’acquisto di beni e servizi, che non potranno superare la media delle spese sostenute nel triennio 2021-2023, come risultante dai loro bilanci approvati.

Riunioni da remoto per gli enti previdenziali

Novità anche per gli enti previdenziali di natura privatistica, come quelli disciplinati dai decreti legislativi del 1994 e del 1996. A partire dal gennaio 2025, questi potranno svolgere regolarmente le riunioni degli organi statutari anche in videoconferenza, totalmente o parzialmente, per ridurre i costi organizzativi e favorire la partecipazione. Resta l’obbligo di garantire trasparenza, sicurezza dei dati e tracciabilità delle comunicazioni.

Esclusione dei costi energetici dai tetti di spesa

Tra le eccezioni alla regola dei tagli rientrano, anche per il 2025, le spese legate ai consumi energetici. Si tratta di una proroga rispetto a quanto già previsto negli anni precedenti, per far fronte all’aumento dei costi dovuto alla crisi internazionale innescata dalla guerra in Ucraina. Voci come bollette elettriche, gas, carburanti e combustibili potranno essere escluse dal conteggio dei limiti di spesa relativi agli acquisti di beni e servizi.

In pratica, queste uscite non saranno considerate né nel calcolo del valore medio di riferimento (basato sui bilanci 2016-2018), né tra le spese effettivamente sostenute nel 2025. Tuttavia, l’esenzione non esonera gli enti dall’obbligo di attuare strategie di razionalizzazione dei consumi. La responsabilità della corretta applicazione di questa misura resta in capo agli amministratori locali, con obbligo di verifica da parte dei revisori interni.

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