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utile in crescita a 511 milioni nel primo trimestre 2025


Il risultato del primo trimestre 2025 è «il miglior risultato della nostra storia» e «già in linea con il target» di utile al 2027, fissato in circa 2,15 miliardi di euro, e rappresenta il «punto di partenza imprescindibile per la valutazione stand alone e prima delle sinergie di eventuali operazioni di M&A». E’ ribadendo il valore fuori dall’aggregazione con Unicredit che Banco Bpm ha scelto di presentare i conti a marzo: numeri che arrivano dal «fare banca», sostiene l’ex popolare, che nei primi tre mesi dell’anno ha portato a casa 511 milioni di euro di utile, il miglior risultato trimestrale di sempre, in crescita del 38% sullo stesso periodo del 2024 e che salirebbe a 549 milioni includendo la piena integrazione di Anima, che però avverrà dal secondo trimestre. Il traguardo permette di rivedere al rialzo l’outlook 2025 a circa 1,95 miliardi, contro gli 1,7 miliardi stimati in precedenza.
«Per ora siamo su un percorso stand alone, nel futuro vedremo. Abbiamo già detto che ci consideriamo una parte importante del consolidamento in Italia» e «sicuramente avremo spazio per esplorare altre potenziali opportunità ma per ora lasciateci concentratati sul nostro percorso stand alone per ora», ha affermato il ceo Giuseppe Castagna. «Guardiamo a cosa succede» con Unicredit”, «sapete che cosa pensiamo dell’offerta, non è ancora un’offerta, è a sconto, aspettiamo qualcosa da Unicredit e poi prenderemo le nostre decisioni». (Corriere della Sera)

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Venendo ai numeri, i ricavi sono saliti del 2,9% a 1,476 miliardi di euro con il calo del margine di interesse a 817 milioni (-5,5%), compensato dalla crescita delle commissioni a 554 milioni (+6,2%, che andrebbero a 688 milioni con l’integrazione di Anima) soprattutto nel comparto dei prodotti di risparmio. Nel 2027 a fine piano le commissioni dell’asset manager che arriveranno al Banco sarebbero pari a mezzo miliardo. L’incidenza dei proventi non da interessi sale al 45% (49% includendo la piena integrazione di Anima). I costi sono scesi del 3,5% a 645,2 milioni, le rettifiche di valore sui crediti dell’8,4% a 75,5 milioni permettendo al risultato lordo dell’operatività corrente di salire del 14,8% a 760 milioni di euro e a quello netto di crescere del 15,8% a 516,9 milioni.

Quanto alla solidità patrimoniale, il Cet1 Ratio è passato dal 15,3% al al 14,76% includendo l’impatto di Basilea 3+ e dopo l’aumento di capitale di Banco Bpm Vita a servizio dell’Opa su Anima (-53 punti base). I restanti effetti derivanti dall’operazione di aggregazione con la sgr saranno inclusi nel calcolo dei ratio patrimoniali dell’istituto a partire dal 30 giugno. Ciò detto, il Banco conferma il target di Cet 1 al 13% senza l’applicazione del Danish Compromise su Anima. «Siamo di fiduciosi di mantenere questo target del 13% del Cet1» nonostante gli effetti dell’acquisizione di Anima, che se applicati immediatamente su base pro-forma ridurrebbero il Cet1 al 12,9%, ha sottolineato il cfo Edoardo Ginevra. «Se anticipiamo al primo trimestre gli effetti di Anima, il Cet1 scenderebbe al 12,9% ma poiché Anima verrà integrata nel secondo trimestre saremo in grado di generare più capitale» e compensare in parte il calo, ha aggiunto il ceo Giuseppe Castagna. Gli impieghi netti hanno visto un incremento dell’1% a 100,8 miliardi. I crediti lordi performing sono cresciuti di 2,4 miliardi, a 97,6 miliardi (+2,5%), mentre le nuove erogazioni si sono attestate a 8,2 miliardi, in crescita del 68% anno su anno, stock che ha superato i 10 miliardi ad aprile. Il loan to deposit ratio, cioè il rapporto tra impieghi e depositi, è salito dal 98 al 100%. Gli overlays, gli accantonamenti aggiuntivi su crediti in bonis sono di 160 milioni. «La forte crescita dei volumi conferma la capacità di generare valore attraverso il continuo sostegno all’economia italiana», dice a chiosa la banca.



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