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“Bonus Giovani”: al via l’esonero contributivo per le nuove assunzioni di under 35 [Decreto]


Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha pubblicato il decreto attuativo che disciplina le modalità per usufruire dell’“esonero contributivo “Bonus Giovani”, la nuova misura introdotta con l’articolo 22 del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60 (convertito in legge il 4 luglio 2024, n. 95), con l’obiettivo di incentivare l’assunzione stabile di giovani lavoratori. Il provvedimento si inserisce nel più ampio quadro di interventi finanziati nell’ambito del Programma nazionale “Giovani, Donne e Lavoro” 2021–2027, approvato dalla Commissione europea, e risponde agli obiettivi dell’Accordo di Partenariato europeo per il ciclo di programmazione dei fondi 2021-2027.

Esonero per due anni e fino a 650 euro al mese

Il “Bonus Giovani” prevede, per i datori di lavoro privati, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per le assunzioni a tempo indeterminato (o per la trasformazione di contratti a termine) di giovani under 35 mai occupati con contratti stabili. L’agevolazione, che durerà fino a un massimo di 24 mesi, esclude i contributi INAIL ma copre il 100% dei contributi a carico del datore di lavoro, fino a un massimo di 500 euro mensili per ciascun lavoratore.

Un’ulteriore agevolazione è prevista per le assunzioni in regioni del Sud Italia: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. In questi casi, il tetto massimo dell’incentivo sale a 650 euro mensili, purché l’agevolazione non superi il 50% del costo salariale.

A chi spetta e chi è escluso

L’incentivo è rivolto ai giovani che, alla data dell’assunzione, non abbiano ancora compiuto 35 anni e non siano mai stati assunti a tempo indeterminato. L’agevolazione spetta anche nel caso di precedenti contratti di apprendistato non proseguiti o se un datore di lavoro ha già usufruito dell’esonero in parte.

Sono invece escluse dal beneficio le imprese in difficoltà finanziaria, i datori di lavoro che non hanno restituito aiuti di Stato dichiarati illegali, le assunzioni con contratto domestico o di apprendistato, e i casi in cui vengano cumulati altri esoneri o riduzioni contributive.

Condizioni per accedere al beneficio

Per ottenere il “Bonus Giovani”, le aziende devono essere in regola con gli obblighi contributivi e rispettare le disposizioni sul lavoro, come previsto dall’articolo 1, commi 1175 e 1176, della legge 296/2006. Inoltre, nei sei mesi precedenti l’assunzione, non devono esserci stati licenziamenti per giustificato motivo oggettivo o licenziamenti collettivi nella stessa sede operativa.

Qualora nei sei mesi successivi all’assunzione incentivata il lavoratore o un collega con la stessa qualifica venga licenziato per giustificato motivo oggettivo, l’agevolazione sarà revocata e il datore di lavoro sarà tenuto a restituire il beneficio già fruito.

Monitoraggio e limiti di spesa

L’INPS sarà responsabile del monitoraggio del rispetto dei limiti di spesa fissati dalla normativa: 35,1 milioni per il 2024, 474,6 milioni per il 2025, 698,4 milioni per il 2026 e 259,7 milioni per il 2027, dopo l’incremento disposto dalla legge di bilancio 2024. I risultati del monitoraggio saranno trasmessi ai Ministeri competenti secondo modalità stabilite dal decreto.

Il “Bonus Giovani” si pone come uno strumento concreto per favorire l’occupazione stabile tra i giovani, con un’attenzione particolare alle regioni del Mezzogiorno. L’obiettivo è duplice: contrastare la disoccupazione giovanile e sostenere la ripresa economica, in coerenza con le politiche europee di coesione sociale e sviluppo sostenibile.

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