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Imprese in provincia di Ravenna: aumentano le aperture nel primo trimestre del 2025. Si riduce il saldo negativo con le chiusure


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Nel primo trimestre del 2025 si consolida un trend positivo per la natalità delle imprese nella provincia di Ravenna: crescono soprattutto le realtà giovanili, straniere e tecnologiche, mentre rallenta il numero delle chiusure rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Saldo negativo contenuto, bene i servizi e le imprese ad alto contenuto tecnologico

Aperture in aumento (697, pari al 6,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2024), chiusure in calo (786, lo 0,9% in meno dell’anno precedente) con un bilancio nei primi 3 mesi di quest’anno, quello dell’anagrafe delle imprese ravennati, di poco negativo (tra le flessioni più contenute fra quelle rilevate nell’ultimo decennio), con un saldo tra aperture e chiusure che si attesta a -89 unità, pari ad un tasso del -0,24%, a fronte del -0,15% dell’Emilia Romagna e del -0,05% dell’Italia.

Il totale delle imprese registrate a fine marzo 2025 si attesta su 36.376 unità. Si tratta di una delle flessioni più contenute degli ultimi dieci anni. Queste alcune delle evidenze che emergono dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel primo trimestre, elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna sulla base del Registro delle imprese.

Le parole del presidente Guberti: «Le imprese restano motori di innovazione»

“La complessità è la misura del presente. La geopolitica incide sempre di più sulle strategie aziendali e alle imprese servono chiavi di lettura di una realtà sempre più complessa e in evoluzione, oltre che di interventi efficaci che ne tutelino la competitività, a vantaggio dell’interesse generale, e ne accompagnino le trasformazioni”, ha dichiarato Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara Ravenna. Ha aggiunto: “In un contesto globale segnato da conflitti e da trasformazioni, le nostre imprese continuano ad essere motori di innovazione, di competitività e di internazionalizzazione”.

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Guberti ha poi indicato le quattro leve su cui intervenire per sostenere lo sviluppo imprenditoriale: semplificare la burocrazia per facilitare chi investe, potenziare il capitale umano per offrire competenze adeguate alle sfide tecnologiche, fidelizzare gli investitori e rendere pienamente operativa la Zona logistica semplificata.

Più società di capitali, in calo le imprese individuali e femminili

Tra le diverse forme giuridiche, sono le società di capitali a registrare l’unico saldo positivo (+0,31%, pari a 29 unità), mentre continuano a contrarsi le imprese individuali (-35), le società di persone (-67) e le altre forme (-16 unità). La forma giuridica preferita dagli imprenditori ravennati è, ancora oggi, l’impresa individuale, che corrisponde al 52,9%.

Crescono le imprese giovanili (+5,1%, corrispondente ad un saldo netto tra iscrizioni e cessazioni volontarie più che positivo e pari a +122 unità per le imprese capitanate da “under 35”) e le imprese straniere (+1,3% per un saldo pari a +61 unità); in calo le imprese femminili, con 33 attività in meno e un tasso trimestrale negativo pari a -0,4%, in miglioramento però rispetto al più pesante -0,86% conseguito nello stesso periodo del 2024.

Servizi in espansione, segnali di sofferenza per i settori tradizionali

A livello settoriale, al netto delle cancellazioni d’ufficio, il comparto dei servizi alle imprese è il più dinamico (+28 unità), con performance rilevanti nei settori del noleggio, agenzie viaggio e servizi di supporto (+ 29 imprese, +2,6%) e nei servizi professionali, scientifici e tecnici (+11 unità, +0,8%). Bene anche le attività finanziarie (16 imprese in più, +2%) e alcuni segmenti dei servizi alle persone, Istruzione (+1, +0,7%), Attività artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento (+3 e +0,3%) e le Altre attività dei servizi con una impresa in più (+0,1%).

Continua invece la flessione di comparti tradizionali come il commercio (39 imprese in meno, per una variazione dello stock di -0,5%), l’agricoltura (-75 imprese, -1,2%) e la manifattura (-22 imprese, -0,8%), a cui si accompagnano le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (-13 unità e -0,4%), logistica (-1, -0,1%), servizi ICT (-5,-0,8%), attività immobiliari (-7, -0,3%) e sanità (-7,
-2%).

Artigianato stabile, crescono logistica e edilizia

Il comparto artigiano mostra una sostanziale stabilità, con 268 nuove aperture e 272 chiusure (-0,04%). Positivi i segnali dall’edilizia (+11 il saldo totale dello stock rispetto a fine 2024 e +0,3% la variazione percentuale trimestrale) e dalla logistica artigiana (+0,7%, pari a 5 unità in più). Buoni risultati anche per le attività professionali e tecniche (+ 6, +3,7%) e i servizi di supporto (+ 5, +1,2%). Negativi invece i dati della manifattura artigiana (-15 imprese), del turismo (11 unità in meno) e dei servizi digitali (-6).



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