Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

“Tanti piccoli produttori a rischio”


“Abbiamo sempre creduto nel nostro territorio, nella qualità e nella filiera corta. Ora ci ritroviamo a pagare un prezzo altissimio per una misura pensata contro i falsi, ma che penalizza la tradizione”. A parlare è Paola Rinaldini, titolare della Rinaldini Azienda Agricola Moro, una storica realtà vinicola a conduzione familiare con sede a Sant’Ilario tra le quaranta firmatarie della richiesta di deroga all’obbligo delle fascette di Stato per i vini Emilia Igp, recentemente respinta in Consiglio comunale.

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

Un voto che ha lasciato molta amarezza: “Non è una questione di tracciabilità o di qualità, anzi, quelle sono battaglie che condividiamo. Ma ci sono strumenti diversi, più sostenibili, che non rischiano di schiacciare le piccole aziende con il peso della burocrazia e dei costi. Le fascette possono avere un senso in contesti industriali, ma per aziende come noi o più piccole diventano un vero ostacolo alla sopravvivenza”.

Fondata dal padre di Paola e arrivata oggi alla quarta generazione, l’azienda produce soltanto vino da uve proprie, puntando su vitigni autoctoni e su una produzione curata interamente in loco, dall’uva alla bottiglia finale. “Il nostro è un lavoro fatto di passione e radici – racconta Rinaldini –. Abbiamo scelto il Lambrusco, ma produciamo anche vini tranquilli invecchiati di alto pregio, tutti legati al terrirorio. Crediamo profondamente in ciò che facciamo”.

L’obbligo delle fascette, imposto dal Consorzio Tutela Vini Emilia a partire dal primo di agosto, comporta modifiche davvero onerose: “Adeguare la linea di imbottigliamento è davvero costoso. Per noi significa cambiare i macchinari, affrontare una nuova burocrazia e riorganizzare nuovi spazi. Imparare e conoscere le nuove certificazioni per un produttore può essere un problema. E tutto questo nasce per contrastare i falsi che sono fenomeni più caratteristici delle realtà industriali. Io condividiamo l’obbiettivo ultimo del Consorzio, ma non le misure adottate”.

Secondo la produttrice, questa decisione rischia di aprire una vera e propria frattura: “Molti piccoli produttori abbandoneranno la denominazione Emilia e torneranno al vino da tavola, con un evidente perdita a livello culturale, economico e identitario del territorio. Io non posso permettermi questa scelta perchè una buona fetta del mio mercato riguarda l’estero: dovrò adegurami, ma non senza sacrifici”.

Il senso di delusione è rivolto anche alle forze politiche che hanno votato contro la mozione: “Ci aspettavamo almeno un confronto, l’ascolto delle nostre esigenze. Le amministrazioni dovrebbero essere alleate di chi tutela il territorio ogni giorno, anche a livello turistico. Un turista sarà sempre più interessato a visitare una cantina familiare che una grande azienda industriale”.

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!

 

E per chi guarda al futuro del settore, il messaggio non è dei migliori: “Si rischia di perdere quella fetta produttiva dell’artigiano, del piccolino che ci crede e vuole portare avanti una tradizione, della quale ne ha fatto la filosofia del suo essere imprenditore. Peccato perchè avevamo sentito il sostegno anche di altri Comuni della Provincia. Adesso invece saremo costretti a rivalutare tutta la produzione delle nostre aziende”.

Elia Biavardi



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!