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le reazioni dopo il blitz


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Sostegno al lavoro della magistratura e della polizia ma, anche, la necessità di un momento di chiarezza politica su una vicenda che sfiora i palazzi senza, al momento, entrarci. Sono numerose le reazioni registrate in queste ore dopo il blitz che ha portato all’arresto di cinque persone per un presunto giro di corruzione per ottenere vantaggi in termini di lavori pubblici.

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Sindacato Mp, Alletto: “Il costo della corruzione va a carico delle imprese sane”

“L’azione investigativa odierna condotta dalla squadra mobile di Agrigento, confermano, l’alto profilo investigativo comprovato  delle donne e dagli uomini della polizia di stato e quindi  l’indispensabile attività di vigilanza che deve essere posta in essere per evitare inquinamenti di qualsiasi tipo nella concessione degli appalti pubblici, solo in questo modo è possibile  privilegiare le aziende sane del nostro paese, individuando, se ci sono, precise responsabilità di funzionari dello stato o di politici che tradiscono il proprio mandato, tradendo ai danni dei cittadini le rispettive funzione demandate. Per tali casi, e non vogliamo esprimere un concetto retorico, occorrerebbe individuare e applicare pene severissime, prive di benefici,  senza alcuno sconto di pena”. A dirlo in una nota è il segretario nazionale del sindacato di polizia Mp Antonino Alletto. “Vicende simili trascinano la realtà imprenditoriale agrigentina nel baratro della  scorrettezza gestionale degli appalti pubblici nel corso dei quali le imprese sane, che sono la maggioranza, ne subiscono le conseguenze – aggiunge -. Le attività imprenditoriali sane  che danno lavoro e imprimono  un salto di qualità per tutto il contesto lavorativo della città e in generale all’economia del paese devono essere premiate”. Ad unirsi è il segretario provinciale Alfonso Imbrò, il quale ribadisce le proprie congratulazioni al dirigente della squadra mobile Vincenzo Perta, ai colleghi e alla Magistratura agrigentina, “segno che lo Stato c’è e funziona, auspichiamo che il nostro capo della polizia ponga maggiore attenzione alla necessità impellenti di personale di cui ha bisogno la nostra Questura”.

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Carmina (M5S): “Ad Agrigento nuova tangentopoli, grazie alla polizia”

“Esprimo il mio più sentito plauso alla Procura della Repubblica di Agrigento e alla Squadra Mobile per la brillante operazione condotta ieri sera, che ha fatto emergere un quadro inquietante di corruzione diffusa e consolidata nel sistema degli appalti pubblici. Dall’ordinanza si delinea una vera e propria nuova Tangentopoli, dove mazzette e spartizioni di denaro illecito venivano utilizzate in cambio di favori e assegnazioni pilotate. L’inchiesta ha svelato un intreccio pericoloso tra politica, burocrazia e imprenditoria che operava in spregio alle leggi, con l’obiettivo di truccare gare d’appalto e ottenere vantaggi personali a danno della collettività. È emerso un coinvolgimento diretto di politici di primo piano, alcuni dei quali fino a poco tempo fa ricoprivano ruoli nel governo regionale, in combutta con funzionari pubblici e imprenditori locali. È fondamentale fermare tempestivamente questi fenomeni corruttivi che minano le fondamenta della nostra democrazia e penalizzano i cittadini onesti, che sono la vera maggioranza”. Lo dichiara, in una nota, la deputata del Movimento 5 Stelle Ida Carmina.

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Circolo Pd “Giunti”: “Quadro di degrado che offende la città”

“Gli arresti e le indagini emerse nella giornata di ieri, che coinvolgono nuovamente il nostro territorio e figure pubbliche in presunti episodi di appalti truccati e tangenti, si inseriscono in un quadro già compromesso da scandali e fallimenti che da troppo tempo segnano la vita politica e amministrativa della nostra città”. Lo dice in una nota il segretario cittadino del Partito Democratico Nino Cuffaro.

“Non possiamo ignorare che tra i protagonisti delle cronache giudiziarie vi sia stato, lo scorso anno, il braccio destro del Sindaco, già arrestato e condannato in primo grado per gravi ipotesi di reato legate alla gestione della cosa pubblica. Una figura centrale nell’architettura politica e amministrativa dell’attuale giunta, la cui vicenda giudiziaria ha rappresentato un durissimo colpo alla credibilità istituzionale del Comune. Eppure, quella ferita non è mai stata realmente affrontata sul piano politico: nessuna assunzione di responsabilità, nessuna presa di distanza netta. A questo  – continua – si aggiunge un altro fatto inquietante: la nomina di due consulenti per l’urbanistica, poi coinvolti in inchieste per corruzione e contiguità mafiosa. In un settore delicatissimo come quello dell’urbanistica. Simili scelte non solo appaiono sconsiderate, ma alimentano il sospetto di una gestione piegata a interessi lontani da quelli della collettività. Nel massimo rispetto del lavoro della magistratura e del principio di presunzione d’innocenza, non possiamo però ignorare che la somma di questi episodi compone un quadro di degrado morale, etico, politico e amministrativo che offende la città e chi la abita. Non possiamo restare a guardare. Non possiamo abituarci. È tempo di indignarsi. Di reagire. Di pretendere di più. Occorre costruire una nuova stagione di riscatto e rinascita fondata su legalità, competenza, trasparenza, passione civica. La città merita molto di più. Noi continueremo ad impegnarci, per Agrigento, per la sua gente, per un futuro che sia finalmente all’altezza della sua storia”.

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Roberta Lala (Italia viva): “La presenza dello Stato contro il malaffare è vigile”

“In attesa di ulteriori sviluppi circa  l’operazione svolta sugli appalti pilotati nella nostra provincia, ringrazio la Procura di Agrigento e le forze di polizia coinvolte. La presenza dello Stato contro il malaffare è vigile e presente. La corruzione non è soltanto un reato contro la pubblica amministrazione ma è’ anche uno dei più gravi reati contro l’economia e lo sviluppo del territorio”. Lo dice in una nota il commissario provinciale di Italia Viva, Roberta Lala.



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