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Feralpi Stahl inaugura il primo laminatoio tedesco a zero emissioni: nasce a Riesa l’acciaio verde


di
Emily Capozucca

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Con un investimento da 220 milioni di euro, Feralpi rivoluziona la produzione siderurgica in Germania: tecnologia italiana, zero emissioni dirette e 100 nuovi posti di lavoro

Un passo avanti verso la sostenibilità attraverso la produzione di acciaio verde. Feralpi Stahl, filiale tedesca del gruppo siderurgico italiano Feralpi ha infatti inaugurato oggi a Riesa in Sassonia il nuovo laminatoio “spooler” (che permette di produrre bobine), il primo impianto in Germania per la laminazione a caldo dell’acciaio privo di emissioni dirette (Scope 1). 

Investimenti

Il progetto, avviato tre anni fa e realizzato in due anni di cantiere, ha richiesto un investimento complessivo di oltre 220 milioni di euro (finanziato interamente dalla società), il più imponente mai sostenuto dal gruppo Feralpi in Germania. Solo per la parte energetica dell’impianto, cuore dell’operazione a zero emissioni, sono stati spesi circa 160 milioni. Un lavoro corale, che ha visto la partecipazione di imprese italiane e tedesche, con un design industriale firmato dall’architetto Caruso – che ha già lavorato per Tenaris e Snam – per garantire non solo efficienza, ma anche armonia paesaggistica e qualità ambientale. 




















































La bobina di 25 km di filo

Il nuovo laminatoio è alimentato elettricamente dotato di forni di riscaldo a induzione, senza l’uso di gas, e consente la laminazione continua attraverso la saldatura delle billette. Una linea a rulli lunga 300 metri collega la colata continua esistente al nuovo impianto, rendendo il processo efficiente e completamente privo di emissioni dirette di CO₂. L’impianto, fornito da Danieli, è il primo al mondo della sua categoria con queste caratteristiche: consente di produrre bobina di otto tonnellate, pari a 25 chilometri di filo continuo (di 8 mm di diametro) – «come tirare un filo da Lonato a Brescia», scherza Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi.

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I posti di lavoro

Il risultato è un acciaio non solo performante, ma a bassa impronta carbonica, già richiesto da clienti in Germania e Francia. «Oggi il mercato non lo premia ancora», ammette Pasini, «ma è la direzione obbligata se vogliamo raggiungere l’obiettivo europeo delle zero emissioni al 2050».
L’impianto ha generato 100 nuovi posti di lavoro e porta l’occupazione totale dello stabilimento Feralpi di Riesa a circa 950 dipendenti. «Qui produciamo acciaio da oltre 30 anni», ricorda Pasini. «Quando siamo arrivati nel 1992, qui questo era un’ex stabilimento Kombinat della DDR con 12mila persone. Allora ci fu un grande impegno del governo tedesco, e non ci siamo impegnati ad assumere 320 persone e dovevamo produre 500 mila tonnellate. A distante di 32 anni siamo andati ben oltre il nostro impegno. Stiamo che con questo impianto arriveremo a 1.300 milioni tonnellate,circa il 27-28% del mercato.

Gli interventi

All’inaugurazione del nuovo laminatoio erano presenti tra gli altri, anche Fabrizio Bucci, Ambasciatore d’Italia in Germania e Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione e Antonio Gozzi, presidente di Federacciai Special Advisor di Confindustria con delega all’Autonomia Strategica Europea, Piano Mattei e Competitività. «L’Europa sta perdendo centralità nello scenario internazionale – ha detto il ministro Foti -. Non dobbiamo disperdere la nostra vocazione manifatturiera. La vera sfida è trovare azioni concrete che permettono di declinare un’idea e tradurla in fatti, idee che diventano azioni. Oggi è un giorno importante che rafforza i legami già radicati con 160 miliardi scambi commerciali. In questa regione, simbolo della siderurgia europea, possiamo dire di aver fatto un grande passo in avanti nell’innovazione che nasce dalla ricerca, volontà di trovare nuove strade per migliorare la produzione coniugandola con più basse emissioni. Ma competere con il mercato globale con India e cina che invece aumentano le emissioni significa giocare su un mercato fortemente squilibratro. Occorre che la comunità internazionale si faccia carico del mercato nell’insieme. Occorrono costi di energia più bassi, meno burocrazia e la necessità di poter avere una soliddarietà all’interno dell’Europa che non sia solo un’unione economica ma politica». L’Europa, ha aggiunto il ministro «deve tornare al centro anche facendo scelte impopolari. Dobbiamo avere il coraggio di guidare le scelte».  «L’investimento nel nuovo laminatoio spooler dimostra la fiducia dell’azienda nella Sassonia come sede industriale. È un segnale forte in tempi economici difficili» ha affermato il ministro Presidente della Sassonia, Michael Kretschmer. 

Il territorio

Forte in Feralpi Stahl è il legame con il territorio. «A Riesa abbiamo trovato una comunità che vive per l’acciaio -, continua Pasini -. Questo ha fatto la differenza. Perché oggi produrre acciaio in Europa è sempre più difficile, tra regole stringenti, costi energetici e concorrenza estera. E’ anche grazie alla comunità che abbiamo raggiunto questi risultati». Un impegno che si traduce anche in inclusione e formazione: nello stabilimento lavorano 23 nazionalità diverse, tra cui molti ucraini, e Feralpi ha avviato un programma per l’assunzione di donne in siderurgia: «Ormai la siderurgia non è un lavoro fatto di muscoli ma di testa grazie alla digitalizzazione».
Non mancano però le criticità. «Negli ultimi due anni la Germania ha sofferto più dell’Italia. «La politica del governo Scholz è stata troppo assistenzialista. Ora confidiamo nel governo Merz per un rilancio infrastrutturale e industriale concreto».

La competitività

«Servono tre condizioni per la competitività dell’acciaio verde – ha aggiunto l’amministratore delegato di Feralpi Stahl, Uwe Reinecke -: energia a prezzo equo, costi di rete sostenibili e una legge sulla compensazione energetica. E poi una vera tutela del mercato europeo: l’acciaio grigio, spesso sanzionato, continua a entrare e a minacciare la tenuta del settore».
Altro tema chiave è il rottame ferroso, base della produzione circolare di Feralpi: «Dobbiamo trattarlo come una materia prima strategica e mantenerlo in Europa. Il nostro impianto lavora al 70% con rottami tedeschi e al 30% dall’estero, entro un raggio massimo di 350 km», precisa Reinecke.
«C’è anche un’alleanza sull’idrogeno nella regione – ha aggiunto Reinecke -. L’obiettivo è una rete pronta nel 2028-29. Ma la priorità, oggi, è garantire che l’acciaio verde sia anche economicamente sostenibile».

I dazi

Riguardo ai dazi Pasini afferma che «non ci sono molte conseguenze dirette. Se guardiamo le esportazioni europee di acciaio negli Usa sono 130 milioni di tonnellate, non una grande quantità ma piuttosto sulla filiera, pesano sulla componentistica. Il vero rischio è la competitività con Cina dove non possiamo competere».   Feralpi intanto fa la sua parte. Oltre al nuovo laminatoio, ha investito in una nuova sottostazione elettrica, logistica interna e impianti per il trattamento dei rottami, in un piano di trasformazione industriale che guarda al futuro. «Abbiamo realizzato ciò che sembrava impossibile: produrre acciaio senza emissioni dirette. Ma ora servono regole giuste e un’Europa che creda davvero nella propria industria», conclude Pasini. «In questo scenario complesso, Feralpi vuole continuare ad essere un punto di riferimento solido, una certezza per le nostre persone, per il territorio e per la nostra Europa».

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15 maggio 2025 ( modifica il 15 maggio 2025 | 18:05)

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