La Commissione Europea ha presentato il nuovo piano Horizon Europe 2025, che stanzia 7,3 miliardi di euro per rafforzare la ricerca e l’innovazione. Una parte dei fondi è destinata alla transizione ecologica e digitale, con l’obiettivo di rendere l’Unione il primo territorio climate neutral entro il 2050.
Al centro ci sono:
- energia pulita;
- tecnologie sostenibili;
- sicurezza;
- intelligenza artificiale;
- competitività industriale.
Nel dettaglio ben il 35% del budget sarà dedicato a progetti sul clima, l’8,8% alla biodiversità e il 36% finanzierà la transizione digitale, con un focus su intelligenza artificiale e innovazione tecnologica.
La Commissione punta così a consolidare la leadership europea nella ricerca applicata, a sostenere le imprese innovative e a costruire un’economia più in linea con gli obiettivi del Green Deal.
Dall’Ue via ai fondi per clima, biodiversità e AI
Il nuovo piano Horizon Europe 2025 prevede 7,3 miliardi di euro per finanziare progetti considerati strategici su scala europea.
A guidare le priorità sono:
- la lotta ai cambiamenti climatici;
- la protezione della biodiversità;
- l’innovazione digitale.
Nel dettaglio, la distribuzione dei fondi prevede:
- il 35% del budget complessivo (circa 1,14 miliardi di euro) destinato a progetti su clima, energia e trasporti, dalla decarbonizzazione alla mobilità sostenibile, fino all’efficienza energetica;
- l’8,8% (circa 833 milioni di euro) andrà a sostenere iniziative in ambito biodiversità, agricoltura, bioeconomia e risorse naturali, con particolare attenzione all’equilibrio degli ecosistemi e all’uso sostenibile del suolo;
- il 36% del totale (circa 1,6 miliardi di euro) sarà dedicato alla transizione digitale, in particolare allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, alle infrastrutture digitali, all’analisi dei dati e alla cybersicurezza.
Secondo la commissaria per Ricerca e Innovazione Ekaterina Zaharieva:
La forza economica dell’Europa, la sua competitività e la qualità della vita dipendono dalla ricerca e dall’innovazione. Il programma di lavoro Horizon Europe 2025 è pensato per spingere i confini della scienza, attrarre e trattenere i migliori talenti, e rafforzare il motore della ricerca europea e il suo ruolo a livello globale.
La Commissione quindi mira a sostenere una ripresa strutturale dell’economia europea e a rispondere alle sfide del decennio con strumenti sempre più concreti per imprese, università, startup e centri di ricerca.
Cosa significa diventare climate neutral entro il 2050?
Uno degli obiettivi cardine del programma Horizon Europe 2025 è contribuire a rendere l’Unione Europea il primo continente a zero emissioni nette entro la metà del secolo. È questo il cuore del Green Deal europeo, che punta a mettere insieme crescita economica e sostenibilità ambientale.
Significa azzerare il saldo tra emissioni prodotte e assorbite, attraverso una combinazione di azioni tra decarbonizzazione dell’energia, innovazione nei trasporti e nell’industria, rilancio dell’economia circolare, ma anche protezione degli ecosistemi naturali come foreste, suolo e oceani che assorbono CO₂.
Horizon Europe contribuisce a questo obiettivo finanziando ricerca applicata, sperimentazione e tecnologie emergenti. Si va dallo sviluppo di auto elettriche e batterie sostenibili, alla diffusione di fonti rinnovabili e la produzione di idrogeno verde, fino a nuovi modelli di agricoltura rigenerativa e bioeconomia.
Attirare i talenti: il pilastro di Horizon
Oltre agli investimenti in clima e digitale, Horizon Europe 2025 punta a valorizzare il capitale umano e a contrastare la fuga di cervelli. Con un pacchetto da 500 milioni di euro per il triennio 2025–2027, la Commissione europea rilancia la strategia “Choose Europe for Science”, pensata proprio per attrarre e trattenere i giovani ricercatori e le giovani ricercatrici nei Paesi membri.
Uno dei canali principali è il rafforzamento delle borse Marie Skłodowska-Curie, che nel 2025 saranno potenziate con nuovi incentivi economici e contratti più lunghi per i ricercatori alle prime esperienze. Inoltre, il programma co-finanzierà dottorati, attività didattiche e progetti di gestione scientifica, anche in collaborazione con aziende e università.
A questo si aggiungono i nuovi “super grant” dell’European Research Council, ovvero finanziamenti a lungo termine per i talenti di punta, destinati a consolidare l’eccellenza scientifica in Europa. L’obiettivo è quello di aprire la ricerca a più soggetti, anche alle Pmi e ai progetti locali (come quello di bonifica dell’amianto in provincia di Rovigo).
L’Ue punta così a costruire una sorta di ecosistema dell’innovazione sempre più inclusivo e competitivo e che sia in grado di affrontare le sfide globali senza più cadere nelle crisi degli scorsi anni.
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