Il presidente Ivass, Luigi Federico Signorini è intervenuto la scorsa settimana in audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo del Senato della Repubblica. In questa occasione, dopo una premessa descrittiva del quadro normativo in cui opera l’Istituto, Signorini ha illustrato in sintesi la situazione del comparto nel 2024, facendo anche il punto sulla situazione normativa relativa all’assicurazione contro gli eventi catastrofali, oltre che sulle attività di regolamentazione e vigilanza più significative (innovazione digitale, finanza sostenibile, istituzione dell’Arbitro assicurativo, Fondo di garanzia per le polizze vita).
Riguardo al mercato italiano, alla fine del 2024 operavano in Italia 89 imprese assicurative sottoposte alla vigilanza prudenziale dell’Ivass, oltre alle imprese insediate negli Stati del SEE, delle quali 92 in regime di stabilimento e 895 in regime di libera prestazione di servizi, cioè direttamente dal paese di origine. Gli intermediari iscritti al RUI erano 234.713, di cui 204.404 persone fisiche e 30.309 società.
Nel 2024 la raccolta premi delle imprese vigilate ha raggiunto i 151,3 miliardi di euro, con una crescita del 16 per cento rispetto al 2023. La gestione vita incide per il 73 per cento; il resto è rappresentato dalla gestione danni.
Nel ramo R.C. auto e natanti, la raccolta ha sfiorato i 13 miliardi.
Signorini conferma che la patrimonializzazione delle imprese italiane rimane su livelli elevati: alla fine del 2024, l’indice di solvibilità medio delle imprese italiane (Solvency
Capital Requirement o SCR) era pari al 257 per cento, a fronte di un minimo regolamentare pari al 100 per cento.
La redditività complessiva delle compagnie italiane è rimasta nel complesso stabile, facendo segnare nel 2024 un ROE superiore al 10 per cento.
Nel comparto vita il ROE si è ridotto rispetto al 2023, nonostante l’aumento di oltre il 20 per cento della raccolta premi. Nel comparto danni il ROE è invece aumentato per effetto dell’espansione della raccolta premi e della diminuzione del rapporto tra oneri e spese di gestione e premi di competenza.
Alla fine del 2024 il valore complessivo degli investimenti delle assicurazioni italiane superava i 1.000 miliardi, di cui il 90 per cento relativi ai rami vita.
Gli investimenti per cui le compagnie sopportano il rischio, pari a 760 miliardi, sono concentrati, in misura largamente superiore rispetto alle imprese assicurative europee,
in obbligazioni pubbliche (45 per cento del totale, di cui oltre due terzi costituiti da titoli
di Stato italiani).
Signorini segnala il fatto che è aumentata negli ultimi anni l’esposizione delle compagnie ai rischi fisici connessi con il verificarsi di calamità naturali, divenuti più frequenti negli ultimi anni. Sono cresciuti sia i risarcimenti dei danni causati da eventi estremi, sia la raccolta assicurativa a copertura dei relativi rischi.
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