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“In città economia dai piedi d’argilla?”


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«Siamo costretti a rimarcare che la sicurezza, non dimentichiamolo mai, è il biglietto da visita di ogni destinazione turistica. È il prerequisito invisibile ma fondamentale che permette al visitatore di godere appieno delle bellezze e dei servizi offerti. Un turista che sceglie Pescara per le sue spiagge pulite o per la sua offerta commerciale e ricettiva, si aspetta di poter passeggiare serenamente, di vivere la città senza timori».

A dirlo è Mauro Renzetti del comitato Pescara Fortis.

Renzetti prosegue così: «Ma cosa penserà leggendo di aggressioni, di una “movida” che sfocia in scontri sui rumori e tensioni tra residenti ed esercenti, o, peggio ancora, di episodi di violenza più gravi che, seppur non direttamente legati al contesto turistico, contribuiscono a creare un clima di insicurezza percepita? Pescara brilla, o almeno così ci viene raccontato».

Poi il presidente del comitato Pescara Fortis aggiunge: «Le cifre snocciolate con orgoglio parlano di un “boom del turismo in 5 anni”, con proiezioni che sfiorano 1,1 milioni di presenze per il 2024. La città si fregia dell’ennesima Bandiera Blu per il suo Marina, investe in impianti sportivi come i nuovi campi da padel e si vanta di un settore terziario che traina l’economia locale, con oltre 16.000 imprese attive. Ma se passeggio per il centro, quanti sono i locali sfitti che vedo? Quante vetrine vuote si vedono rispetto a qualche anno fa? La sintesi dei numeri non esprime il dato di un’occupazione precaria fatta di ditte individuali su base forfettaria che incrementano il numero delle imprese attive ma non esprimono il grado di fragilità che sperimenta l’economia cittadina. Non esiste più la città delle boutique e dei nomi blasonati del commercio, stiamo virando verso un centro città sempre meno vivibile e sempre meno a misura del turista e del cittadino pescarese. Si invoca la “qualità per crescere”, un mantra che suona quasi beffardo se letto alla luce delle cronache cittadine. Ma quale qualità può esistere, quale crescita può essere sostenibile, se l’ombra della microcriminalità e del degrado si allunga minacciosa sulle stesse strade che dovrebbero accogliere festanti i turisti? È un paradosso stridente: mentre si celebra il successo, le pagine dei giornali locali raccontano una realtà ben diversa, fatta di “botte sulla riviera” che portano alla sospensione di licenze, di “violenze nei giardinetti” come la rissa con forbici in Piazza Santa Caterina, e di denunce di “alloggi abusivi e degrado” in zone come via Aldo Moro e via Po».

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Questa la conclusione di Renzetti: «Ricordiamoci sempre che Pescara non è solo il centro ma esistono altre aree che vanno valorizzate anche per difendere gli investimenti fatti sinora, in tal senso non si lasci come nelle passate stagioni la zona sud in particolare della pineta in balìa della prostituzione e del malaffare, che sia valorizzata con una stagione di eventi degna del centro città. L’amministrazione parla di “stop a divieti inutili e no a guerre insensate” nel tentativo di mediare sui problemi della vita notturna, ma forse la vera “guerra insensata” è quella persa in partenza contro l’illegalità diffusa e la mancanza di presidio in alcune aree. L’installazione di telecamere “dopo anni” in piazza Iotti, denunciata dal Pd, suona più come una tardiva ammissione di negligenza che come una soluzione tempestiva. Pescara è a un bivio: può continuare ad autocelebrare i suoi presunti successi, ignorando il campanello d’allarme che suona sempre più forte dalle sue strade, oppure può riconoscere che la vera “qualità” passa inderogabilmente dalla garanzia di un ambiente sicuro e vivibile per cittadini e turisti. Senza questa consapevolezza, ogni sforzo per promuovere l’immagine della città rischia di infrangersi contro il muro della realtà, mettendo a repentaglio non solo la stagione in corso, ma la reputazione faticosamente costruita negli anni. Il gigante turistico, senza solide fondamenta di sicurezza, potrebbe scoprire di avere piedi d’argilla».

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