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Skymetro, Rixi: “I 398 milioni non si possono usare per altre opere, in caso di stop tornano a Roma”


Genova. I 398 milioni di euro concessi dal ministero dei Trasporti per realizzare lo Skymetro non possono essere usati per un’altra opera “perché questo investimento è stato dedicato su questo tipo di progetto”. In caso di stop da parte di un’altra amministrazione comunale “i soldi tornerebbero a Roma, al ministero, e andrebbero selezionati quei progetti che ai tempi erano stati esclusi, anche di altre città”. A spiegarlo è Edoardo Rixi, viceministro dei Trasporti, a poche ora dalla notizia del via libera del Consiglio superiore dei lavori pubblici, tassello fondamentale (ma non definitivo) nell’iter di approvazione della metropolitana sopraelevata in Valbisagno.

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I tecnici del ministero hanno approvato il progetto “all’unanimità”, sottolinea Rixi, “garantendo la possibilità di andare avanti e quindi di appaltare l’opera, rispettando ovviamente i dettami del Consiglio. Era calendarizzata la riunione prima per la settimana scorsa, poi rinviata questa settimana. Credo che sia importante, perché altrimenti Genova rischiava di perdere l’intero finanziamento di oltre 500 milioni di euro“. Il documento completo, che comprende le prescrizioni dei tecnici, non è ancora stato reso pubblico.

Una svolta che agita i candidati nell’ultima settimana di campagna elettorale. Oggi Pietro Piciocchi e Silvia Salis hanno appreso la notizia entrambi durante un giro a Molassana, il quartiere in cui dovrebbe sorgere il capolinea dello Skymetro, almeno in una prima fase. Per il vicesindaco reggente è “una vittoria della città” e un “benservito” a chi continua a opporsi, la sfidante conferma la sua posizione contraria e continua a sostenere la possibilità di negoziare col ministero un impiego diverso di quei finanziamenti per un’opera alternativa in Valbisagno, come sostenuto anche dal comitato del no che propone il tram.

Noi non è che disponiamo dei soldi come vogliamo – ribatte Rixi a margine di un incontro in prefettura con l’Autorità portuale -. Ci sono dei criteri di assegnazione. In un ministero dove noi non eravamo presenti come ministro, perché il ministro credo fosse ancora Giovannini, proprio per la compatibilità ambientale e l’opera di decarbonizzazione in quella vallata” lo Skymetro era stato ritenuto “particolarmente utile, quindi ha superato anche richieste di altre città che avevano altri tanti progetti”. E pochi giorni fa l’ex ministro, in occasione di un evento a Genova, aveva confermato quelle valutazioni.

Ma se la prossima giunta decidesse di bloccare tutto? “A quel punto bisognerebbe ridiscutere e capire qual è il progetto che riuscirebbe ad avere tutti i criteri per l’aggiudicazione. Credo che questo sarebbe un problema per la Valbisagno, per riottenere in futuro un finanziamento su un sistema di trasporto come quello. Ma non credo che ci siano questi problemi perché, ripeto, con la scelta di oggi di fatto si può procedere con alcune prescrizioni alla gara, prescrizioni dovute al fatto che stiamo parlando di un’area particolarmente sensibile, su cui il Consiglio superiore si è voluto tenere il progetto in pancia per molto tempo, proprio per garantire i massimi standard di sicurezza in qualsiasi situazione”.

Il Consiglio superiore dei lavori pubblici non aveva ancora fornito un parere, ma a più riprese aveva rimandato il progetto al mittente chiedendo modifiche (anche molto pesanti) e integrazioni documentali, l’ultima volta a fine aprile, facendo slittare ulteriormente il semaforo verde. Per andare in gara, tuttavia, mancano ancora diversi passaggi: anzitutto la Via regionale, i cui termini per le osservazioni scadono il 30 maggio, quindi la chiusura della conferenza dei servizi, dopo aver ottenuto i pareri di tutti gli enti coinvolti. L’ultimo scoglio sarà la delibera con l’apposizione del vincolo preordinato agli espropri, da approvare in consiglio comunale. Dunque un’eventuale giunta di centrosinistra avrebbe ampio spazio di manovra per tagliare le gambe al progetto. Il 31 dicembre, salvo proroghe, scade il termine per aggiudicare i lavori, pena l’addio alle risorse.

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Altro tema centrale è quello dei finanziamenti mancanti. Il quadro economico aggiornato ammonta a 585 milioni, mentre i soldi in pancia al Comune bastano solo per arrivare a Ponte Carrega. “Il tema – riprende Rixi – è che prima deve essere appaltato il primo lotto, devono essere superate ovviamente tutte le procedure amministrative e da questo momento si può parlare del finanziamento del secondo lotto. Ovviamente entrambi i lotti servono per dare una piena operatività all’intera opera, e l’ha detto il Consiglio superiore dei lavori pubblici”.

Stando alle dichiarazioni del viceministro i costi potrebbero salire ulteriormente: “Credo che globalmente si parli di un intervento che supererà i 700 milioni di euro“. Senza contare le risorse necessarie per abbattere e ricollocare in piazza Giusti l’istituto Firpo-Buonarroti, operazione su cui Piciocchi punta decisamente. La demolizione dell’edificio in realtà rientrerebbe tra le prescrizioni del Consiglio superiore perché “non è adeguato: oggettivamente è un’ex fabbrica, non ha spazi esterni e si trova tra due strade”. “Credo che sia un’opera importante che la Valbisagno assolutamente merita – afferma Rixi – anche perché è l’unico sistema, tra l’altro con un bando fatto già dal precedente governo (quindi ogni tanto non riesco a capire perché ci sono persone che cambiano idea a seconda delle stagioni) che può garantire alla Valbisagno un trasporto pubblico a sede fissa, non andando a creare problemi a quello che è un assetto idrogeologico particolarmente delicato della valle”. Per gli stessi motivi, secondo l’esponente leghista del governo, opere alternative che prevedono un ingombro in alveo – o comunque in area esondabile sull’attuale piano strada – non potrebbero essere autorizzate.

Dal centrosinistra si critica anche la tempistica del via libera, proprio sei giorni prima delle elezioni. “Il mondo va avanti al di là delle campagne elettorali e io non credo che sia utile per questa città perdere dei finanziamenti e dei soldi che sono arrivati grazie all’aiuto di tutti – risponde il vice di Salvini -. Ora devo dire che anche forze politiche che allora erano favorevoli in campagna elettorale si sono dichiarate con mio grande stupore contrarie. Questo è un tema che ovviamente non fa bene a quelli che sono processi di modernizzazione delle città, in particolare sul trasporto pubblico locale che è una grandissima risorsa, ma ha bisogno di investimenti di medio e di lungo periodo. E quindi ripeto, noi andiamo avanti a cercare di fare le infrastrutture in tutto il paese, compresa Genova”.





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