L’iniziativa di Apple dedicata all’intelligenza artificiale, denominata Apple Intelligence, si è rivelata finora un vero disastro. A sottolinearlo è un’inchiesta dettagliata pubblicata su Bloomberg, che racconta i retroscena del progetto e le difficoltà affrontate dall’azienda di Cupertino. L’elemento centrale del rilancio sarà una completa ricostruzione dell’assistente vocale Siri, basata su tecnologie di AI generativa.
LLM Siri: la nuova scommessa di Apple
Internamente, Apple ha battezzato il nuovo progetto “LLM Siri”, in riferimento all’utilizzo di un Large Language Model per trasformare Siri in un assistente più conversazionale, sintetico e capace di attingere a informazioni complesse. La strategia precedente, che cercava di integrare l’intelligenza artificiale generativa con la vecchia architettura di Siri, si è rivelata inefficace. Un dipendente ha definito il processo “un gioco del whack-a-mole”: risolvi un problema, ne emergono altri tre.
Le cause del fallimento iniziale
- Investimenti timidi e visione limitata
Craig Federighi, responsabile del software di Apple, era inizialmente riluttante a investire massicciamente nell’intelligenza artificiale. Il problema, come spiegato da un dirigente, è che “non sai davvero cos’è il prodotto finché non hai fatto l’investimento”. Apple non ha acquistato in tempo le GPU necessarie, ritrovandosi con risorse hardware insufficienti rispetto alla concorrenza.
Apple avrebbe iniziato a considerare seriamente il progetto solo dopo il lancio di ChatGPT alla fine del 2022. Prima di quel momento, l’idea stessa di un sistema di AI conversazionale non era nemmeno stata formulata nei team interni.
- Scetticismo sulla domanda
John Giannandrea, capo dell’AI in Apple, era convinto che gli utenti non desiderassero chatbot basati su AI. Aveva affermato che molti utenti preferivano poter disattivare strumenti come ChatGPT. Questo scetticismo ha rallentato l’entusiasmo interno verso i nuovi strumenti.
- Incompatibilità tra vecchio e nuovo Siri
Apple ha inizialmente tentato di aggiungere funzionalità generative a Siri senza riprogettarla da zero. Tuttavia, i due sistemi si sono dimostrati tecnicamente incompatibili. L’approccio ibrido ha generato instabilità, malfunzionamenti e frustrazione nei team.
- Leadership debole nel team AI
Giannandrea, arrivato da Google nel 2018, non si è mai perfettamente integrato nella cultura dirigenziale di Apple, secondo le fonti di Bloomberg. Non ha esercitato la pressione necessaria per ottenere fondi significativi e non ha considerato aziende come OpenAI o Google una minaccia urgente.
- Promesse marketing non mantenute
Apple ha promosso con forza nuove funzionalità come un Siri più intelligente o la capacità di Apple Intelligence di comprendere il contesto delle app, ma molti di questi strumenti sono stati rimandati perché non pronti al lancio.
Il nuovo piano di Apple: ricostruire Siri con un LLM
Per uscire dall’impasse, Apple ha avviato una ristrutturazione completa di Siri. Un team con sede a Zurigo sta lavorando a una nuova architettura fondata interamente su un motore basato su modelli linguistici di grandi dimensioni. L’obiettivo è rendere Siri più naturale nelle conversazioni e capace di sintetizzare informazioni provenienti da molteplici fonti.
Un uso “privato” dei dati per allenare l’AI
Nel rispetto della privacy, Apple sta esplorando metodi per migliorare il proprio modello linguistico usando dati sintetici comparati con il linguaggio reale tratto dalle email degli utenti iPhone. L’analisi avverrà sul dispositivo (on-device), inviando ad Apple solo i dati generati, non gli originali, in linea con la filosofia della differential privacy.
Siri come motore di ricerca AI
Una delle idee più promettenti per il futuro dell’assistente riguarda la sua capacità di operare come un motore di ricerca AI, capace di estrarre e sintetizzare informazioni direttamente dal web. In quest’ottica, Apple avrebbe preso contatti con realtà come Perplexity, specializzata proprio nella ricerca AI, per potenziare le funzionalità di Safari.
Il futuro senza Giannandrea
John Giannandrea è stato rimosso dai progetti legati a Siri, ai prodotti AI e alla robotica già nella primavera di quest’anno. Sebbene l’azienda abbia considerato di “accompagnarlo verso la pensione”, esiste il timore che molti dei talenti che ha reclutato possano seguirlo fuori dall’azienda. Per ora, tuttavia, Giannandrea resta, apparentemente sollevato dal fatto che Siri non sia più una sua responsabilità diretta.
Conclusioni
Apple si trova a un bivio nella corsa all’AI. Dopo un inizio incerto, cerca ora di recuperare terreno ripartendo dal cuore della sua strategia vocale: un Siri completamente reinventato. Resta da vedere se l’azienda riuscirà a colmare il divario con i leader del settore e a mantenere la sua promessa di innovazione radicale, senza tradire la fiducia degli utenti.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link