Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Italia, manifattura in crescita dell’1,2% al 2027 grazie al traino di Pnrr, domanda da zona euro e dai consumi interni. Rapporto Isp/Prometeia


Presentatao stamane il nuovo rapporto di analisi sui settori industriali (Asi) da Intesa Sanpaolo insieme a Prometeia. Nonostante i rischi geopolitici e le mutate geografie degli scambi, la capacità dell’industria italiana di servire nicchie di mercato a elevato valore aggiunto, continuerà a offrire opportunità sui mercati esteri

Microcredito

per le aziende

 

Largo consumo e farmaceutica, seguiti da meccanica, elettronica ed elettrotecnica. Sono questi i fiori all’occhiello dell’industria italiana che, grazie a un mix di domanda interna ed estera, presentano le maggiori opportunità di crescita anche fino al 2029. Non sono da escludersi rischi di natura commerciale legati alle politiche Usa, ma la capacità dell’industria italiana di servire nicchie di mercato a elevato valore aggiunto, insieme all’eterogeneità della sua offerta, potrebbero rappresentare un vantaggio competitivo importante per l’Italia, sia nel caso di introduzione effettiva di dazi da parte dell’amministrazione Usa, sia nell’ottica di espansione su altri mercati.

Lo dice l’ultimo rapporto di analisi sui settori industriali (Asi) presentato stamane da Intesa Sanpaolo insieme a Prometeia, con il titolo: “Protezionismo e sfide globali: quali impatti per l’industria italiana?”.

Industria manifatturiera in crescita dell’1,2% al 2027 sostenuta dal Pnrr

Guarda avanti il rapporto Intesa Sanpaolo e Prometeia, fino all’orizzonte del 2029, tenendo anche conto nel frattempo del concludersi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Complessivamente al 2029 il manifatturiero italiano è atteso crescere a un ritmo medio annuo dell’1% in termini di fatturato deflazionato, con un biennio 2026-27 più dinamico (+1,2% il tasso di crescita medio annuo), grazie alla spinta degli investimenti del Pnrr, seguito da un biennio 2028-29 che riporterà la crescita sotto l’1%. A partire dal 2028, infatti, in assenza di nuovi provvedimenti a sostegno del mercato interno, il ruolo di traino tornerà a essere affidato soprattutto alle esportazioni.

Il contesto di domanda mondiale si confermerà più debole rispetto al passato, caratterizzato dal permanere di rischi geopolitici e dall’insorgere di nuovi equilibri derivanti da modifiche nella geografia degli scambi. Ma la capacità dell’industria italiana di servire nicchie di mercato a elevato valore aggiunto, continuerà a offrire opportunità sui mercati esteri. Secondo l’indagine, le esportazioni cresceranno a un tasso medio annuo dell’1,8% (a prezzi costanti) nel quadriennio 2026-29 e il saldo commerciale si assesterà sui 134 miliardi di euro al 2029 (circa 31 miliardi in più rispetto al 2019).

Il traino delle esportazioni: saldo commercio al 2029 a 134 miliardi

Le esportazioni eserciteranno ancora un ruolo di traino, dice il rapporto. In un contesto di domanda mondiale che si confermerà più debole rispetto al passato, il saldo commerciale dell’industria manifatturiera italiana continuerà a espandersi, posizionandosi sui 134 miliardi di euro al 2029, circa 31 miliardi in più rispetto al 2019. Più della metà dell’avanzo commerciale sarà realizzato dal settore della meccanica che oltre a beneficiare del recupero della domanda tedesca, potrebbe trovare sostegno anche nella potenziale ricostituzione della base produttiva americana.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Il salvagente dei prodotti di alta gamma

Al momento non sono da escludersi rischi di natura commerciale legati alle politiche Usa, anche in ottica prospettica. Tuttavia, le analisi dei prodotti italiani importati dagli Stati Uniti sottolineano come sia soprattutto la fascia alta della gamma produttiva a fare da traino sul mercato, non solo per la meccanica, che produce beni a elevato valore aggiunto, ma anche per settori rilevanti del Made in Italy come alimentare e bevande e sistema moda, dove la quota di mercato dell’Italia sui prodotti a elevato prezzo (importati dagli USA nel 2023) raggiunge rispettivamente il 7,1% e il 6,1%. Rilevanti anche le quote detenute dal largo consumo (9,8%) e dai prodotti e materiali da costruzione (7,7%), che include il comparto delle piastrelle.

“Questo posizionamento, che riflette anche l’eterogeneità della nostra offerta, potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo importante per l’Italia, sia nel caso di introduzione effettiva di dazi da parte dell’amministrazione Usa, sia nell’ottica di espansione su altri mercati” dice il rapporto.

Da rilevare che con oltre 34,4 miliardi di euro di fatturato manifatturiero prodotto negli Usa nel 2022, l’Italia si colloca al quinto posto del ranking UE27 per gli investimenti diretti (Ide) negli Stati Uniti (con una quota del 4,3%), con la meccanica che è il primo settore, seguito dall’aggregato che include gomma-plastica e prodotti da costruzione, con un peso complessivo del 13%.

Pochi spazi di manovra sui margini

La necessità di difendere le quote di mercato, in un contesto ancora incerto, anche dal punto di vista delle pressioni sui costi operativi, lascerà alle imprese pochi spazi di manovra sui margini. Nell’orizzonte al 2029, il MOL del manifatturiero si manterrà comunque superiore ai livelli pre-pandemia, verso un 9,4% di incidenza sul fatturato e il ROI, stimato all’8,2%, potrà contare su una buona rotazione del capitale investito.

Fatturato 2025 sui livelli del 2024. Aiutano la domanda europea e i consumi interni

Per quanto riguardo l’anno in corso, l’indagine segnala l’importanza del recupero della domanda europea grazie sia al raffreddamento dell’inflazione, sia alla ripresa della Germania che sarà in grado di controbilanciare la situazione di generale debolezza del commercio mondiale, penalizzato dall’incertezza sulle politiche commerciali americane. Anche il mercato interno darà comunque un contributo alla crescita 2025, sia dal lato dei consumi, che beneficeranno della ripresa del potere d’acquisto delle famiglie e dei rinnovi contrattuali, sia dal lato degli investimenti. L’industria manifatturiera italiana è vista stabilizzarsi nel 2025 sui livelli di fatturato 2024 a prezzi costanti, con performance più brillanti per farmaceutica (+2,4% tendenziale), meccanica (+1,7%) e largo consumo (1,2%), e registrerà una modesta crescita del fatturato a prezzi correnti (+1,8%) attestandosi sui 1143 miliardi di euro (+229 miliardi rispetto al 2019).



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere