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Imprese familiari -10% in Italia, aumentano le società di capitali


  • Nel 2024 si è registrato un calo delle imprese familiari (-10,13%) rispetto alle società di capitali (+7,18%), che rappresentano quasi il 76% delle imprese nate nel corso dell’anno.
  • A pesare sulle imprese a conduzione familiare è il passaggio generazionale, ma anche le competenze e specializzazioni richieste ai manager di oggi.
  • In Lombardia e in Veneto si registra una maggiore localizzazione di imprese familiari, mentre in Emilia-Romagna e nelle Marche pesano le conseguenze dei disastrosi eventi climatici.

Le imprese familiari, ovvero quelle in cui collaborano i parenti entro il terzo grado e gli affini fino al secondo grado dell’imprenditore titolare, sono in calo in Italia: si registra una discesa del 10% nel 2024. Aumenta invece il numero di società di capitali costituite nel corso dell’anno.

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Le imprese a gestione familiare, che rappresentavano circa il 65% del tessuto imprenditoriale italiano, perdono appeal a causa delle difficoltà nel passaggio generazionale. Ma non solo: a incidere sul calo delle nascite di nuove imprese familiari ci sarebbero anche altri fattori legati a un mercato sempre più concorrenziale e alla necessità di affidarsi a manager esterni (più competenti e preparati) per la gestione degli affari.

Meno imprese familiari, più società di capitali: i dati 2024

Il 2024 è stato un anno favorevole per la nascita di nuove società in Italia, con un totale di 137.675 costituzioni, stipulate soprattutto al Nord, con Lombardia e Veneto in prima linea per la presenta di imprese a conduzione familiare. Tuttavia, le imprese familiari nate nel 2024 sono state solo 9.348 (rispetto alle 10.402 che si registravano nel 2023), mentre le società di capitali sono aumentate da 98.098 nel 2023 a 105.142 nel 2024.

Zona geografica Nuove costituzioni di imprese (2024)
Nord Ovest 2.789
Nord Est 2.617
Centro 1.750
Sud 1.473
Isole 719
Totale Italia 9.348

Questo è quanto emerge dall’ultimo Rapporto dati statistici notarili1 (Dsn 2024), elaborato dal Consiglio nazionale del Notariato a partire dal monitoraggio dell’attività di tutti gli studi notarili sparsi sul territorio nazionale.

Analizzando l’andamento delle imprese familiari nel tempo, possiamo notare un calo di circa il 10% rispetto al 2023, ma decisamente più elevato rispetto al periodo pre-pandemia. Nel 2019, in Italia, si contavano oltre 12 mila imprese a conduzione familiare che, per svariati motivi, sono state costrette a effettuare modifiche statutarie oppure affidarsi a manager esterni.

Imprese familiari in calo: le differenze territoriali e di genere

Le imprese a conduzione familiare sono localizzate prevalentemente nel Nord Italia, dove si concentra la presenza di oltre il 60% del totale delle aziende di questa tipologia. Lombardia e Veneto insieme accolgono il 30% delle imprese nelle quali collaborano familiari entro il terzo grado e affini entro il secondo grado, mentre nelle isole si registrano appena il 7% delle presenze.

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Emilia Romagna e Marche hanno registrato un calo significativo di imprese familiari nel corso del 2024 (circa il 15% in meno), soprattutto a causa degli eventi climatici disastrosi registrati nell’ultimo periodo.

Andando ad analizzare i componenti delle imprese familiari, possiamo notare, in linea con gli anni precedenti, una buona maggioranza di associati nella fascia d’età 18-35 anni (33,99% del totale), mentre prevale la presenza maschile (61,84%). Anche nel 2024 permane una presenza importante di associati over 55 (circa il 22,11% del totale).

Perché le imprese familiari sono in calo: i motivi della crisi

Se è vero che le imprese a conduzione familiare sono il cuore pulsante dell’economia italiana, per quale motivo si registra un calo nelle nuove costituzioni nel 2024?

Secondo una recente elaborazione di Unioncamere e Infocamere, il motivo della crisi potrebbe risiedere nelle difficoltà ad effettuare il passaggio generazionale. Basti pensare che negli ultimi dieci anni il numero di over 70 al vertice di imprese familiari è aumentato, a discapito della presenza di giovani tra i 18 e i 29 anni. Inoltre, solo il 13% di queste imprese arriva alla terza generazione e ciò costringe gli imprenditori a chiudere i battenti.

Un altro importante fattori che contribuisce al calo delle imprese familiari riguarda il cambio di vertici e l’ingresso di manager esterni al nucleo familiare. Secondo i dati del XV rapporto dell’osservatorio AUB 20242, questo processo ha registrato un’accelerazione nel periodo di pandemia, quando molte PMI a conduzione familiare hanno optato per un modello di gestione collegiale.

Questo fenomeno ha fatto scattare due conseguenze importanti: è aumentato il coinvolgimento di leader non familiari da un lato, e sono stati inseriti manager con meno di 50 anni all’interno delle imprese dall’altro lato (con conseguente uscita degli ultra-settantenni). Significativo anche l’aumento del coinvolgimento di leader donne nell’ultimo decennio.

Le altre tipologie di società

Le società di capitali costituiscono il 76% delle imprese nate nel corso del 2024. Mentre in queste ultime si conferma il saldo positivo tra costituzioni e scioglimenti, nelle società di persone il trend è opposto, in quanto sono gli scioglimenti a superare le costituzioni.

Resistono anche le società collettive (+4% nel 2024), mentre le associazioni temporanee di imprese hanno registrato un andamento negativo lo scorso anno, fermandosi a 15.591 (rispetto alle quasi 18 mila unità del 2023). Marginale il peso delle cooperative che nel 2024 rappresentano solo l’1,07% del totale delle imprese.

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Il primo semestre dell’anno, come di consueto, registra il maggior numero di costituzioni rispetto al secondo semestre. Nel mese di dicembre, che coincide con la fine dell’anno di imposta, si concentra il maggior numero di scioglimenti di società.

Trasformazioni, fusioni e scissioni: i numeri del 2024

Il numero di operazioni straordinarie registrato nel 2024 (tra cui trasformazioni, fusioni o scissioni di società) effettuate dagli imprenditori per rilanciare le attività, per modificare lo statuto o per accorpare enti collettivi, risulta in linea con l’anno precedente.

Nel 2024, inoltre, sembra rallentare (da 2.858 a 1.832 atti) la tendenza all’aumento delle trasformazioni “regressive” cioè quelle da società di capitali a società di persone registrate negli ultimi anni.

Il rapporto evidenzia, infine, un notevole aumento delle scissioni di società (+18% circa nell’ultimo anno) concentrate soprattutto nelle tre regioni più industrializzate d’Italia: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.



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