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Economia siciliana tra programmazione e bilanci, in II Commissione focus su Irfis e consumi


Tutto tace in aula, ma tra le Commissioni parlamentari qualcosa sii muove. Bilanci, monitoraggi e programmazioni sono in atto per quanto riguarda la politica economica siciliana.

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Già la scorsa settimana l’incardinamento in aula del disegno di legge sulla Super Zes e l’avvio dell’esame dello schema di decreto assessoriale sulle modalità attuative per la costituzione e l’operatività della task force per l’attrazione e la promozione degli investimenti erano stati chiari segnali della direzione intrapresa dalla Regione in sostegno delle imprese siciliane (CLICCA QUI).

Grande protagonista della seduta di mercoledì in Commissione Bilancio, presieduta da Dario Daidone, è stato l’Irfis, che nell’ultimo periodo è divenuto sempre più braccio operativo delle politiche regionali, coniugando rigore finanziario e innovazione creditizia. Con la governance dell’Istituto, sono stati auditi anche l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, il dipartimento delle Attività produttive e il dipartimento della Programmazione. Sotto i riflettori i dati di previsione della positiva crescita economica della Regione, come ha evidenziato l’ultimo rapporto Svimez, ma anche le future iniziative legislative per supportare il tessuto imprenditoriale siciliano o i consumi, ad oggi tra i campi più in difficoltà.

E’ un percorso di programmazione“. Ha spiegato il presidente Daidone, che ha fatto anche il punto sul ruolo chiave giocato dall’Irfis. “L’Istituto è un soggetto attuatore e agisce soprattutto attraverso le risorse disposte dalla programmazione europea e dalle risorse ordinarie per il bilancio. Abbiamo fatto un quadro generale, concentrandosi su quelle che sono state le iniziative nell’ultimo biennio, che ammontano a circa un miliardo di euro. Quindi i vari canali di intervento su tutti quanti i settori, in termini di investimento, in termini di di consumi, che agiscono tutti quanti sulla sulla crescita del prodotto interno lordo“.

Da una parte vi è ottimismo per l’incremento del prodotto interno lordo, secondo i dati superiore anche alla grade maggioranza delle altre Regioni, dall’altra la preoccupazione verso i consumi, la capacità di acquisto e di spesa delle famiglie, su cui, come ha sottolineato l’esponente di FdI “bisognerà intervenire attraverso ulteriori linee di intervento. Complessivamente un disegno della politica economica, del governo che l’Assemblea ha supportato per verificare ciò che è stato fatto, ciò che è in corso e ciò che bisognerà fare nei prossimi mesi“. Si punta così a riunioni cadenzate e da programmare sistematicamente per monitorare l’andamento dell’economia siciliana e intervenire, su piano concordato col governo, in modo da supportare il più possibile il mondo delle imprese e il tessuto sociale.

Seppur corposa, l’audizione non è stato l’unico punto all’ordine del giorno. Tra i banchi della II Commissione si è discusso anche del parere allo schema di decreto assessoriale sulle modalità attuative per la costituzione e l’operatività della task force per l’attrazione e la promozione degli investimenti. Non si tratta di una novità. La misura era già presente all’interno del Defr e del Nadefr e prevista nell’ultima Legge di Stabilità.

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La norma istituisce l’Agenzia per l’attrazione degli investimenti, una forma di ente pubblico non economico con diverse funzioni, come quelle di agevolare e attrarre investimenti nazionali e internazionali nel territorio della Regione Siciliana, contribuendo al rilancio del Pil e alla creazione di nuove opportunità di lavoro, attraverso strategie ben definite per dialogare con gli investitori, offrendo supporto e assistenza tecnica qualificata agli stessi e promuovendo una rete di collaborazione e raccordo tra enti pubblici e privati, associazioni di categoria, camere di commercio e altri soggetti interessati alla promozione di opportunità di investimento. Per accelerarne l’entrata in vigore, però, si è pensato di insediare un organismo all’interno dell’Irfis, evitando così la costituzione di un nuovo ente e costi maggiori, puntando su quindi su un’organizzazione già esistente. Sarà composto da un team di cinque persone con lo scopo cercare e attrarre gli investitori fuori il territorio regionale, presentando loro varie opportunità, agevolazioni e le aree dove poter investire.

E’ uno strumento presente in tante altre Regioni e che potrà essere di supporto alle attività ordinarie. Abbiamo dato delle indicazioni su qualche attenzione che bisogna apporre – ha spiegato Daidone – non solo all’inserimento all’interno della task force dei due dipartimenti importanti, come quello delle Attività produttive e della Programmazione, ma anche di attenzionare profili particolari come quello urbanistico ed altro. Spesso le aziende si trovano si trovano a confrontarsi con difficoltà anche di inserimento dovute, non solamente a una scelta, ma anche a necessità di tipo urbanistico, quindi autorizzazioni e altro. Cerchiamo quindi di renderlo il più operativo possibile, anche monitorandone l’efficacia nei mesi che verranno“.



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