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Great Place to Work, AbbVie è tra le migliori aziende dove lavorare


Si chiama ‘Great Place to Work Italia’ ed è un premio nato più di 20 anni fa per le aziende attente al benessere dei propri dipendenti e alla qualità dell’ambiente di lavoro. Con una particolarità: che Il premio viene assegnato in base ad un’analisi delle opinioni espresse autonomamente dai dipendenti delle diverse aziende sulla qualità del clima e della cultura aziendale e il livello di fiducia nel management e nelle relazioni tra colleghi. Quest’anno, ad esempio, i premi sono stati assegnati sulla base delle opinioni espresse da più di 203mila collaboratori. E il secondo posto nella categoria riservata alle aziende con più di 1.000 dipendenti è andato quest’anno ad AbbVie: “Anche se il merito di questo risultato è delle nostre persone, del loro impegno e della passione che dimostrano ogni giorno”, ci tiene a precisare Manuela Vacca Maggiolini, direttore delle Risorse Umane AbbVie Italia.

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Avete numeri importanti sulla presenza femminile, soprattutto nel leadership team, composto al 40% da donne: come avete raggiunto questo risultato e come intendete fare ancora meglio?

In AbbVie Italia la presenza femminile è pari al 45%, se ci riferiamo al middle management saliamo al 54% ed abbiamo il 40% di donne in posizioni dirigenziali. Quando sono entrata in AbbVie, ormai 12 anni fa, ero l’unica donna membro del leadership team ed oggi la situazione è quella descritta sopra. Questo risultato è frutto di un impegno quotidiano nel voler apportare un cambiamento e nella forte convinzione che sia la differenza (di genere, di esperienze di età, di pensiero che porti valore e quell’innovazione che è alla base del nostro modello di business). AbbVie si distingue da sempre per opportunità e possibilità di carriera a prescindere dal genere, adottando politiche di promozione della leadership femminile volte a instaurare una realtà capace di generare possibilità, mettere in luce le potenzialità, lasciando spazio alla crescita professionale di ognuno.

Perché è importante valorizzare la leadership al femminile? Che cosa apporta all’ambiente lavorativo e all’azienda?

Valorizzare e sviluppare la leadership ad ogni livello dell’organizzazione è una delle nostre priorità. Sono profondamente convinta che una buona leadership sia quella in grado di crearne altra in un’ottica generativa e prospettica e sempre con uno sguardo al futuro. Questa è la vera priorità per le organizzazioni: attrarre e sviluppare leader in grado a loro volta di attrarre e sviluppare persone di potenziale che saranno i leader del futuro. Ognuno dovrebbe quindi essere portavoce di un messaggio positivo e prospettivo con l’esempio del proprio percorso professionale e di carriera.

AbbVie è un gruppo internazionale: quali sono per un dipendente le opportunità di scambio internazionale al suo interno?

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AbbVie è un gruppo globale presente in più di 175 paesi nel mondo e una delle priorità aziendali è attrarre talenti in un’ottica di sviluppo non solo locale ma anche e soprattutto a livello internazionale. Tanti sono gli esempi di successo di talenti che, dopo un percorso in Italia, hanno intrapreso un percorso internazionale, sia in Europa che negli stati Uniti, così come negli anni abbiamo accolto in Italia e sviluppato talenti provenienti da altri paesi.

Quali sono i vostri punti di forza nell’attrarre i nuovi talenti, che cercano sempre più uno scopo forte nel proprio lavoro più che il classico posto fisso?

Poter lavorare per un’azienda che ha come mission quella di avere un impatto significativo sulla vita delle persone offrendo terapie innovative ai pazienti è una leva motivazionale immensa per ognuno di noi. È una missione che rende ognuno di noi più responsabile, più orgoglioso e consapevole del ‘senso’ del proprio lavoro quotidiano. Risponde alla domanda sul perché dobbiamo impegnarci al massimo ogni giorno, consapevoli che tutto quanto facciamo ha l’obiettivo di portare le terapie a tanti pazienti che ne hanno bisogno.

Quali sono le skill e competenze che cercate maggiormente ora e nel prossimo futuro?

Se alcuni anni fa, nei processi di selezione, si dava importanza più alle competenze tecniche ed all’esperienza maturata, oggi si ricercano competenze come la leadership, la capacità di lavorare in un team, la capacità di gestire stakeholder differenti e di sapere navigare organizzazioni sempre più complesse e un mondo in continua evoluzione. In un mondo iperconnesso, ai leader oggi viene chiesto di prestare sempre più attenzione alla dimensione umana, diventare un punto di riferimento ed un ancoraggio sicuro per il proprio team e per l’organizzazione.

Qual è la sua idea di un team di successo e qual è il ruolo di un leader nel guidarlo al meglio?

Avete mai ascoltato la Nona Sinfonia di Beethoven? ‘E’ come scalare l’Everest, è una delle cattedrali della musica e quando l’hai scalata ed arrivi alla vetta c’è ancora il cielo’, racconta in un’intervista Riccardo Muti, riferendosi alla Nona. Clarinetti, ottoni, percussioni, archi, solisti e coro uniti tutti insieme da un obiettivo unico e condiviso: l’esecuzione perfetta! Ogni singolo musicista da una parte ha la responsabilità di contribuire a rendere quei 75 minuti un’esperienza indimenticabile ed emozionante per i presenti in sala, dall’altra è consapevole di quanto la sua performance (positiva o negativa che sia) impatterà sul risultato di tutti. Dietro a quel momento c’è studio, preparazione, errori, momenti di sfiducia, e poi di nuovo prove e finalmente ‘un momento magico’ in cui tutto sembra sia sempre stato facile e diventa perfetto. Ecco, io vedo un team di successo un po’ come un’orchestra, cioè un gruppo di persone competenti nella loro materia, appassionate di ciò che fanno, consapevoli della responsabilità enorme che hanno nel contribuire al successo del team e dell’azienda e allo stesso tempo orgogliose di farne parte.
In un team di successo c’è responsabilità individuale e collettiva, senso vero di cosa significa ‘essere un team’ e lavorare insieme, impegno, sbagli, buio e poi luce, tutto guidato dalla tanta, tantissima passione e gioia nel costruire insieme qualcosa di bello. In un contesto virtuoso come questo, il compito del leader, così come di un direttore d’orchestra, è quello di essere un riferimento, una guida, un’ispirazione e un esempio. È quello di aiutare le proprie persone a trovare il ‘proprio modo’ di guardare le situazioni e identificare le soluzioni migliori. È quello di creare un clima di fiducia reciproca, dove il ‘poter sbagliare’ crea valore e spinge le persone, a qualsiasi livello dell’organizzazione, a ragionare, assumendosi la responsabilità di ogni gesto e decisione. E come ha detto Riccardo Muti, “Il problema non è muovere il braccio, ma indicare ai musicisti un pensiero”. Ecco, questo è la mia idea di team di successo!

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