Spesi oltre 10 milioni di euro per la gestione associata dei servizi sociali dei Comuni
Chiuso il bilancio 2024 dell’Ambito distrettuale di Bellano: la gestione associata dei servizi socio sanitari per il bacino di oltre 52mila abitanti ha visto una spesa di 10.547.000 euro da cui è derivato l’avanzo di 2.961.000 euro legati anche ai progetti pluriennali. «Comprendono i progetti del Pnrr che scadono nel 2026 come “Pippi”, “GiReRò”e “Burn out”, – spiega la responsabile Manila Corti – i fondi povertà, le misure sulla disabilità e le economie di programmazione. Tra queste ci sono i 37mila euro dei Centri diurni disabili che sono stati utilizzati sul 2025 per non aumentare la quota di solidarietà dei comuni». Questa quota, pagata per 19 euro ad abitante da ciascuno degli aderenti, ammonta a 1.006.000 euro mentre la spessa per il personale dell’Ambito e della coprogettazione ammonta a 487mila euro, di cui 341mila euro sono assorbiti nel settore della tutela dei minori.
Per il 2025 è previsto un aumento delle spese a 11.202.000 euro: «Ci sarà un incremento dei costi su tutti i servizi – ha sottolineato Corti – perché c’è stato il nuovo contratto delle cooperative ed in più ci sarà l’adeguamento Istat». Il dato che più preoccupa i comuni è la quota di rimborso delle spese per la tutela dei minori che lo scorso anno era del 50%, attinta dal fondo di solidarietà. Sono previsti 523mila euro di spesa: «Ad oggi, con le risorse che abbiamo, non possiamo arrivare al 50%. Abbiamo 239 minori in carico, – ha fotografato Corti – di cui 30 in comunità con tre mamme e 18 in affido. La previsione però dice che in questo mese di maggio ci saranno tre dimissioni ma sette stanno per entrare. L’entrata di 1.165.000 euro garantisce un rimborso solo del 45%. Per avere il 50% mancano 58mila euro. Se arriveranno risorse ministeriali, la percentuale potrebbe salire».
Per questo motivo la definizione della percentuale è stata rimandata di qualche mese con l’avallo del presidente d’ambito Gabriella Del Nero. Il ministero della Salute ha inserito in tutte le prestazioni del Servizio sanitario nazionale e dei servizi ai cittadini i Lea, Livelli essenziali di assistenza, allo scopo di garantire condizioni di uniformità, a tutti e su tutto il territorio nazionale, come obbligo specifico per tutti color che erogano un servizio. «Non per tutti i servizi però ci danno le risorse per garantire i Lea», ha detto ai sindaci riuniti in assemblea per l’approvazione dei bilanci. Manila Corti. Un esempio? La “dimissione protetta”, ovvero l’insieme delle azioni che costituiscono il processo organizzato di passaggio di un paziente dall’ambiente ospedaliero o similare ad uno di cura di tipo familiare, per chi non ha risorse o un accompagnamento. Il Ministero, tramite il Fondo politiche sociali ha finanziato 8mila euro: «Con quattro ore la settimana per un solo utente si consumano in breve tempo».
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