In considerazione della recente sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro del 29 aprile 2025 relativa al diritto al premio di produzione, l’Area Sindacale di Conflavoro intende riportare gli aspetti più salienti della significativa decisione presa dalla Corte, che si inserisce in un contesto di crescente utilizzo dello strumento da parte delle imprese.
La pronuncia in esame riguarda l’impugnazione di una sentenza del Tribunale di Lamezia Terme, che aveva riconosciuto la continuità nell’erogazione del premio di produzione anche successivamente alla scadenza dell’accordo sindacale che lo regolava.
La sentenza della Corte d’Appello sul premio di produzione
La Corte d’Appello ribalta la decisione presa dal Tribunale territoriale, sostenendo che l’azienda sia tenuta al versamento delle sole somme previste da specifici accordi sindacali e che, nelle more della scadenza degli stessi, le somme a titolo di premio non devono essere considerate come diritto quesito, né si può estendere temporalmente l’efficacia dell’accordo oltre i limiti pattuiti.
La decisione della Corte si basa principalmente sull’assunto per cui “può parlarsi di un obbligo contrattuale senza limite temporale di efficacia che, secondo il costante insegnamento giurisprudenziale, non può vincolare per sempre le parti contraenti, atteso che finirebbe in tal caso per vanificarsi la causa e la funzione sociale della contrattazione collettiva, la cui disciplina, da sempre modellata su termini temporali non eccessivamente dilatati, deve conformarsi ad una realtà socioeconomica in continua evoluzione”.
Pertanto, considerare gli importi erogati a titolo di premio di produzione come diritti quesiti anche in caso di scadenza degli accordi, risulterebbe profondamente distorsivo rispetto ai principi su cui si fonda la contrattazione collettiva. Una simile interpretazione, infatti, priverebbe le parti sociali della possibilità di rinegoziare liberamente le condizioni contrattuali in funzione dell’evoluzione dei contesti aziendali e socioeconomici.
Inoltre, tale automatismo rischierebbe di compromettere seriamente la sostenibilità economico-finanziaria delle imprese, imponendo l’erogazione di somme anche in assenza di una correlazione con l’effettivo andamento produttivo.
Le concluisioni dell’Area Sindacale di Conflavoro
La sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro riporta con forza l’attenzione su un tema centrale: l’esigenza per le imprese di dotarsi di un accordo sindacale aziendale che definisca in modo puntuale gli importi, i criteri e le modalità di erogazione dei premi di risultato. Solo in questo modo l’azienda può godere dei benefici fiscali previsti per Legge, oltre che realmente ambire alla realizzazione di obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione.
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