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Il Ministero dell’ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha diffuso un nuovo bando destinato al sostegno economico di iniziative di ricerca e innovazione focalizzate sul design sostenibile e sul recupero di materiali da attività di “mining urbano”.

L’obiettivo è identificare e supportare progetti che promuovano soluzioni ecocompatibili, ottimizzino la gestione, la logistica e il riciclo dei rifiuti derivanti da dispositivi elettrici ed elettronici, includendo anche componenti come le pale eoliche e i pannelli solari.

Per l’attuazione dei progetti è previsto un budget complessivo di 24 milioni di euro. Di tale somma, almeno il 40% è riservato a iniziative che si svolgeranno nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Inoltre, il 60% delle risorse è destinato al sostegno di progetti presentati da piccole e medie imprese, singolarmente o in rete.

Ambiti dei progetti

I progetti, il cui valore dovrà essere compreso tra 1 e 2 milioni di euro, dovranno concentrarsi su uno o più dei seguenti tre ambiti di ricerca, sviluppo e innovazione:

  1. sviluppo di tecnologie, strumenti informativi e strategie commerciali innovative o perfezionate per il recupero, il riciclo e il trattamento di rifiuti contenenti materie prime critiche e strategiche;
  2. inserimento del design sostenibile nella produzione di beni e sistemi complessi, nonché nei processi di distribuzione e consumo;
  3. miglioramento delle attività di raccolta e selezione dei rifiuti urbani, con particolare attenzione alla selezione volta ad assicurare una fornitura stabile e di qualità di materie prime critiche per le attività di “urban mining”.

C’è un mese di tempo per inoltrare le domande di agevolazione: dalle ore 12.00 del 5 giugno 2025 alle ore 12.00 del 4 luglio 2025.

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L’Avviso pubblico è stato approvato con decreto del 14 maggio 2025.

Beneficiari

Possono accedere ai contributi previsti dal presente bando le aziende attive in qualsiasi parte del territorio nazionale, purché svolgano attività orientate alla produzione di beni e/o servizi.

Le imprese indicate sopra possono presentare proposte progettuali anche in forma congiunta tra loro o con enti di ricerca, fino a un massimo di tre partecipanti complessivi, incluso il soggetto capofila che deve essere chiaramente indicato. Gli enti di ricerca possono prendere parte ai progetti solo come co-proponenti e, in tale veste, possono anch’essi beneficiare degli incentivi previsti dal presente bando.

I progetti presentati in collaborazione devono essere sviluppati attraverso contratti di rete o altre forme di accordi formali di cooperazione, come ad esempio consorzi o partenariati.

Al momento della presentazione della domanda, i soggetti proponenti devono possedere i seguenti requisiti:

a) essere regolarmente costituiti e risultare attivi nel Registro delle imprese. Le imprese estere devono dimostrare la personalità giuridica riconosciuta nello Stato di origine tramite apposita registrazione. Inoltre, per mantenere il diritto al contributo, devono possedere un’unità produttiva in Italia entro la richiesta del primo pagamento;

b) essere pienamente operative, non in stato di liquidazione o soggette a procedure concorsuali a fini di chiusura;

c) non essere destinatari di provvedimenti di recupero di aiuti da parte della Commissione europea in seguito a decisioni che ne abbiano dichiarato l’illegittimità e incompatibilità con il mercato interno;

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d) non trovarsi nelle condizioni di “impresa in difficoltà”;

e) adottare un regime di contabilità ordinaria e avere almeno un bilancio approvato e depositato, oppure — per ditte individuali e società di persone — aver trasmesso almeno una dichiarazione dei redditi;

f) essere in regola con i versamenti contributivi.

Progetti: requisiti

I progetti – le cui spese e costi ammissibili non devono essere inferiori a euro 1 milione e non superiori a euro 2 milioni – devono avere inizio dopo la data di presentazione della richiesta di contributo e, in ogni caso, a pena di decadenza del beneficio, entro un termine massimo di trenta giorni dalla data del decreto di concessione.

La data di avvio è identificata come quella del primo atto giuridicamente vincolante per l’acquisto di attrezzature o di qualunque altro impegno che renda l’investimento non più reversibile, oppure la data di inizio delle attività da parte del personale interno, a seconda di quale evento si verifichi per primo.

Tale data deve essere comunicata dal soggetto beneficiario o esecutore al Ministero tramite posta elettronica certificata all’indirizzo ecb@pec.mase.gov.it.

Inoltre, i progetti devono:

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 ribassi fino al 70%

 

  • essere completati senza possibilità di proroga entro e non oltre il 30 giugno 2026;
  • rispettare il principio del “non arrecare un danno significativo” all’ambiente (DNSH).

Tipologie di spese ammissibili

Le spese che possono essere finanziate riguardano:

a) Personale coinvolto nel progetto: tecnici, ricercatori, personale amministrativo e contabile, a condizione che siano effettivamente impegnati nelle attività di ricerca e sviluppo. Restano escluse le figure impiegate in ambiti commerciali;

b) Macchinari e attrezzature nuovi: ammissibili nella misura e per il tempo in cui vengono effettivamente utilizzati nel progetto;

c) Servizi esterni: consulenze, ricerca su commissione e altri servizi legati al progetto, incluse licenze e acquisizioni di know-how, brevetti o risultati di ricerca, purché acquisiti a condizioni di mercato;

d) Materiali di consumo: ammessi solo se nuovi. Se prelevati da magazzino, valgono al prezzo di inventario senza sovrapprezzi;

e) Spese generali: queste saranno riconosciute forfettariamente al 25% dei costi diretti ammissibili.

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Contributi finanziari erogabili

Gli incentivi previsti dall’avviso sono concessi come contributi a fondo perduto, calcolati in percentuale sui costi e le spese ammissibili. Le percentuali di base sono:

  • 50% per le attività di ricerca industriale;
  • 25% per le attività di sviluppo sperimentale.

Tali percentuali possono essere aumentate, fino a un massimo dell’80% dei costi ammissibili, nei seguenti casi:

  • 10 punti percentuali per le medie imprese e di 20 punti percentuali per le piccole imprese (incluse le microimprese). L’incremento si applica solo alla parte di costi sostenuti direttamente da queste imprese, e non all’intero progetto.
  • 15 punti percentuali se:
    • vi è una collaborazione concreta con enti di ricerca, che devono sostenere almeno il 10% dei costi e avere il diritto di pubblicare i risultati ottenuti;
    • vi è una collaborazione tra imprese, di cui almeno una è una PMI, e nessuna copre da sola oltre il 70% dei costi del progetto.

Gli organismi di ricerca possono ricevere un contributo fino al 100% dei costi ammissibili, solo se non rientrano nelle regole sugli aiuti di Stato. In tal caso, è necessario garantire che non vi siano benefici indiretti per le imprese collegate al progetto. Gli enti di ricerca devono inoltre specificare con chiarezza quali attività rientrano nella ricerca industriale e quali nello sviluppo sperimentale, attenendosi a tutti i requisiti stabiliti.

È fatto divieto assoluto di cumulare finanziamenti pubblici: lo stesso costo non può essere rimborsato due volte con fondi diversi, in particolare da fondi europei.

Richiesta di contributo

La richiesta per ottenere i contributi deve essere inviata esclusivamente tramite l’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) dell’impresa proponente, oppure, in caso di progetto presentato in forma associata, dall’indirizzo PEC del capofila.

L’indirizzo a cui inviare è: ecb@pec.mase.gov.it, specificando nell’oggetto: “M7-Inv.8 PNRR – Materie prime critiche – Presentazione domanda”.

Il periodo utile per l’invio va dalle ore 12.00 del 5 giugno 2025 fino alle ore 12.00 del 4 luglio 2025.

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Domande inviate con modalità diverse o al di fuori di questo intervallo temporale saranno considerate non valide e non accettate.

Ogni impresa può candidarsi per un massimo di due progetti, sia in forma individuale che come partner in proposte collettive, a patto che le attività previste e gli obiettivi – anche solo in parte – siano chiaramente distinti e non sovrapposti tra le due iniziative.

Gli enti di ricerca possono partecipare a non più di tre progetti, anche tramite differenti istituti, dipartimenti o unità organizzative con autonomia gestionale, organizzativa e finanziaria. Anche in questo caso, devono assicurare che le attività previste e gli obiettivi perseguiti nei vari progetti siano differenziati e ben identificabili.



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