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la filiale di chiquita a panama licenzia 1.600 lavoratori dopo lo sciopero prolungato a bocas del toro


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La filiale di chiquita brands a panama ha comunicato il licenziamento di oltre 1.600 addetti dopo un mese di sciopero nel centro di produzione di bocas del toro. La protesta, che ha coinvolto la maggior parte dei dipendenti, si è svolta in risposta alla riforma della previdenza sociale varata dal presidente José Raúl Mulino. La situazione ha provocato gravi conseguenze economiche per l’azienda e tensioni con le istituzioni locali.

Lo sciopero e le motivazioni dei lavoratori a bocas del toro

Lo sciopero iniziato nella filiale panamense di chiquita ha visto l’adesione di gran parte dei dipendenti impegnati nelle attività produttive del sito di bocas del toro. I lavoratori hanno deciso di interrompere le attività per manifestare contro la riforma della previdenza sociale voluta dal presidente José Raúl Mulino, ritenuta penalizzante per i diritti già acquisiti dei lavoratori. Il provvedimento governativo ha sollevato malcontento tra le maestranze, che hanno rivendicato una maggiore tutela delle condizioni contrattuali.

Le agitazioni si sono protratte per più di un mese, senza che si arrivasse a un accordo con la direzione aziendale. Il carattere nazionale della protesta si inserisce nel più ampio contesto di dissenso sociale legato alle riforme economico-sociali imposte dal governo panamense. L’adesione compatta di 1.600 dipendenti ha paralizzato le attività di un sito rilevante nella produzione di banane per l’azienda statunitense.

Le conseguenze economiche per chiquita brands e la decisione dei licenziamenti

Chiquita brands ha reso noto che la lunga interruzione dell’attività produttiva ha provocato perdite economiche per oltre 75 milioni di dollari. Questa situazione ha spinto la società a una drastica presa di posizione, culminata nell’annuncio del licenziamento di tutti i lavoratori rimasti in azienda. Già la settimana precedente l’impresa aveva comunicato la cessazione delle operazioni e il licenziamento di circa 4.900 dipendenti, con la prospettiva di un blocco totale della produzione.

I licenziamenti rappresentano una scelta che la società americana ha posto come ultima risorsa, alla luce dell’impossibilità di riprendere le attività nel centro di bocas del toro. La paralisi del lavoro ha messo in discussione la sostenibilità economica dell’impianto e il prosieguo degli investimenti nella regione. Su tale decisione, la ministra del Lavoro panamense, Jackeline Muñoz, ha confermato il fallimento delle trattative con la direzione aziendale, nonostante un tentativo di mediazione sul posto.

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L’intervento delle autorità e le trattative fallite per la fine dello sciopero

La ministra del Lavoro di panama, Jackeline Muñoz, si è recata personalmente a bocas del toro per tentare un dialogo tra le parti coinvolte nella vertenza. L’obiettivo era trovare un accordo che permettesse di terminare lo sciopero e riavviare le attività produttive. Le autorità hanno cercato di favorire un confronto tra i rappresentanti dei lavoratori e la direzione di chiquita, ma negli incontri non si è giunti a una soluzione condivisa.

Dopo i tentativi di negoziazione, l’azienda ha comunicato la decisione di procedere con i licenziamenti degli 1.600 dipendenti ancora presenti. La scelta conferma la rottura tra i sindacati e la società, che non ha accettato revisioni della riforma previdenziale o modifiche sostanziali alle condizioni di lavoro. L’intervento dello Stato non è riuscito a evitare la chiusura forzata di un sito produttivo considerato strategico per l’economia locale e per l’attività globale di chiquita brands.

Ripercussioni della crisi sul mercato del lavoro e sulle forniture internazionali

Le ripercussioni della crisi si faranno sentire nei prossimi mesi sia sul mercato del lavoro locale, sia sulle forniture di banane a livello internazionale, poiché bocas del toro rappresenta un punto nodale nella catena produttiva dell’azienda. La vicenda mette in evidenza le tensioni sociali legate ai cambiamenti normativi e la fragile tenuta degli accordi tra imprese multinazionali e lavoratori panamensi.





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