La Federlazio, da decenni punto di riferimento nell’analisi dell’evoluzione economica delle Piccole e Medie Imprese, ha condotto nel mese di marzo 2025 la sua consueta indagine congiunturale presso un campione rappresentativo di 500 PMI del Lazio. L’indagine, finalizzata a rilevare le dinamiche in atto nel tessuto produttivo regionale, è stata successivamente integrata, nel mese di aprile, da un sondaggio rapido su un panel di 100 imprese. Quest’ultimo ha avuto l’obiettivo specifico di valutare l’impatto delle recenti tensioni commerciali internazionali, con particolare riferimento alle nuove misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti.
CONTESTO ECONOMICO REGIONALE
Nel Lazio i dati di stima di fine 2024 rilevano una crescita del PIL regionale in linea con il dato nazionale attorno al +0,8%, un aumento del numero di imprese attive con un tasso di crescita superiore a tutte le altre regioni d’Italia pari al +1,63%, e un incremento dell’export dell’8,5%, in controtendenza rispetto al dato nazionale che registra una flessione dello 0,4%. L’occupazione continua a migliorare, con +18.000 occupati nel quarto trimestre 2024 e una crescita media annua del +1,9% negli ultimi cinque anni. Sul fronte della Cassa Integrazione Guadagni, nel 2024 il numero di ore diminuisce del 31% per un totale di ore erogate pari a circa 24,5 milioni.
QUADRO ECONOMICO PROVINCIALE
Nel corso dell’ultimo anno, la dinamica imprenditoriale della provincia di Frosinone ha mostrato segnali di tenuta: il saldo tra imprese nate e cessate si attesta al +0,79%. Le esportazioni, dopo il rallentamento registrato nel 2023, tornano a crescere, seppur lievemente, con un incremento dello 0,8%.
Sul versante occupazionale, il numero degli addetti aumenta del 4%, facendo registrare un tasso di occupazione complessivo per il 2024 pari al 57,8%. Contestualmente, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni si riduce, con un totale di circa 9,2 milioni di ore autorizzate, in calo del 14% rispetto all’anno precedente.
L’INDAGINE FEDERLAZIO IN PROVINCIA DI FROSINONE
Dall’ultima rilevazione condotta da Federlazio emerge un quadro articolato, ma con segnali prevalentemente positivi: il 45% delle imprese intervistate ha riportato un aumento del fatturato, mentre il 30% dichiara una sostanziale stabilità. Il restante 25% segnala invece un calo rispetto ai livelli raggiunti nel 2023.
L’analisi restituisce una situazione eterogenea, con una presenza significativa di realtà in crescita, ma anche con una quota non trascurabile di imprese che mantengono invariate le performance o che registrano una flessione.
L’occupazione risulta in miglioramento: il 38,1% delle aziende dichiara un incremento del personale, mentre la maggioranza del campione, il 52,4% mantiene livelli stabili. Solo il 9,5% segnala una riduzione degli occupati.
Nonostante il miglioramento dei dati occupazionali, continua ad aggravarsi la difficoltà di reperimento della manodopera. Il 52% degli imprenditori segnala questo problema – in aumento rispetto al 40% registrato lo scorso anno – e indica criticità sia per le figure specializzate che per gli operai generici.
La propensione a investire resta molto elevata: l’85,7% delle aziende ha effettuato investimenti nel corso dell’anno, anche se si rileva una lieve flessione del 3,6% rispetto al 2024.
Rispetto alle indicazioni sulle difficoltà negli approvvigionamenti, rilevate in particolare dalle imprese manifatturiere e di trasformazione, i dati fanno emergere che le tensioni sulla disponibilità di materie prime e semilavorati sembrano attenuarsi: infatti, il 43% delle aziende non segnala attualmente difficoltà. Un ulteriore 24% dichiara che l’attività non è influenzata dalla disponibilità di materiali.
Tuttavia, resta significativa la difficoltà legata ai prezzi: il 24% attribuisce i problemi esclusivamente al rincaro delle materie prime, mentre il 9% del campione segnala criticità connesse sia alla scarsità dei materiali sia all’aumento dei prezzi.
PREVISIONI E PROSPETTIVE
Le aspettative si mantengono orientate all’ottimismo, al netto delle recenti decisioni statunitensi sui dazi.
Sul fronte dei ricavi, il 47,1% delle imprese prevede un aumento, mentre il 29,4% ritiene che i risultati resteranno stabili. Solo il 23,5% si attende una contrazione.
Le aspettative sull’occupazione fanno emergere sostanzialmente stabilità: il 57,9% del campione prevede livelli occupazionali invariati, mentre il 10,5% ipotizza un leggero aumento.
Infine, la propensione agli investimenti si conferma elevata: il 42,1% delle imprese ha già pianificato interventi, mentre il 31,6% intende investire a condizione di una congiuntura favorevole. Un ulteriore 10,5% pur non avendo progetti in corso, si dichiara possibilista qualora si presentassero opportunità importanti. Il restante 15,8% non prevede investimenti nel corso del 2025.
APPROFONDIMENTO SUL TEMA DEI DAZI USA
Nella nostra indagine lampo di aprile, l’attuazione delle misure protezionistiche statunitensi ha ulteriormente aggravato il clima di incertezza.
Dal sondaggio rapido su 100 PMI (risposte multiple) risulta che:
● il 41% degli imprenditori considera la situazione “piuttosto critica”;
● il 16% segnala o teme impatti negativi diretti;
● il 34% paventa gravi contraccolpi fino al rischio di chiusura in caso di protrarsi delle tensioni;
● il 67% ritiene poco probabile che l’Italia possa compensare le perdite sul mercato USA con altri mercati.
Alla luce di questa situazione le PMI del Lazio ritengono auspicabili le seguenti iniziative e misure:
● avviare un dialogo diplomatico con gli USA per mitigare gli effetti dei dazi (42%);
● prevedere linee di credito agevolato per l’export extra-UE (35%);
● sostenere le imprese colpite (32%) dagli effetti delle turbolenze sui mercati globali;
● stanziare nuovi fondi pubblici per l’internazionalizzazione (30%):
● promuovere percorsi formativi specialistici per il riposizionamento sui mercati esteri (28%).
Dichiarazione del Presidente Federlazio sede di Frosinone Domenico Beccidelli:
“I dati dell’indagine congiunturale confermano una notevole capacità di reazione ai fattori critici del tessuto imprenditoriale del Frusinate, anche in un contesto globale complesso. Le nostre imprese manifestano un’elevata propensione a mantenere alti gli investimenti, una prevalente crescita dei fatturati e una stabilità occupazionale. Questo dimostra la determinazione delle PMI a proseguire nel percorso di innovazione e crescita.
Tuttavia, emerge con forza una criticità ormai strutturale: la difficoltà nel reperire manodopera qualificata. Questo mismatch non deve limitare le potenzialità di sviluppo delle imprese locali. L’export è in lieve ripresa, ma resta fondamentale consolidare questo trend e rafforzare la competitività sui mercati internazionali.
Il territorio di Frosinone è in profondo fermento, oggetto di importanti investimenti che ne confermano la capacità attrattiva. Crescono settori come logistica, aerospazio e farmaceutico, mentre l’automotive sta affrontando una fase cruciale di riconversione e riposizionamento della filiera.
È necessario rafforzare le sinergie tra imprese, istituzioni e territorio per affrontare queste sfide come sistema territoriale virtuoso e sostenere una crescita sostenibile e duratura. La sfida della competitività non può essere affrontata solo dalle aziende, soprattutto alla luce di queste dinamiche e in relazione agli effetti dei nuovi scenari internazionali.”
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