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Incentivi funzioni tecniche, anche dirigenti tra i beneficiari


Anche i dirigenti della PA tra i beneficiari degli incentivi alle funzioni tecniche grazie al nuovo DL Infrastrutture: i chiarimenti arrivano all’interno dell’ultima nota operativa a cura dell’ANCI.

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Con l’approdo alla Camera del decreto-legge 21 maggio 2025, n. 73 – noto come “decreto Infrastrutture” – prende forma una novità rilevante per la pubblica amministrazione: l’estensione stabile degli incentivi per le funzioni tecniche anche ai dirigenti. Un cambiamento normativo che rompe con il passato, dove tale possibilità era limitata esclusivamente agli interventi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

La nota dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) analizza nel dettaglio la portata di questa innovazione, inserendola in un quadro normativo aggiornato e arricchito dai recenti orientamenti interpretativi dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e delle Sezioni regionali della Corte dei conti.

Una cornice in evoluzione: il Codice dei contratti e il decreto “correttivo”

Il punto di partenza è il nuovo Codice dei contratti pubblici, approvato con il decreto legislativo 36/2023, che all’articolo 45 disciplina l’attribuzione di incentivi per lo svolgimento delle attività tecniche elencate nell’allegato I.10 del Codice. Le risorse economiche per questi premi sono prelevate dai fondi previsti per appalti pubblici e possono essere destinate sia all’acquisto di tecnologie e formazione, sia – soprattutto – alla valorizzazione delle competenze interne, riducendo il ricorso a consulenze esterne.

Con il decreto legislativo 209/2024, denominato “correttivo”, sono arrivate modifiche significative. Il legislatore ha ampliato la platea dei beneficiari, sostituendo i riferimenti ai “dipendenti” con l’espressione più ampia di “personale”, e cancellando il divieto di riconoscere gli incentivi a chi ricopre ruoli dirigenziali. Questo ha di fatto incluso anche i dirigenti tra i soggetti che possono ricevere tali benefici economici, a patto che abbiano un rapporto di lavoro subordinato con l’ente pubblico.

Quali attività sono riconosciute per le indennità

L’intervento del “correttivo” ha aggiornato anche l’allegato I.10, ampliando l’elenco delle attività tecniche che possono dare diritto all’incentivo. Tra queste figurano, ad esempio, la programmazione della spesa, la progettazione tecnica, la gestione degli appalti, la direzione dei lavori, il collaudo, nonché il coordinamento dei flussi informativi, una voce introdotta in risposta al processo di digitalizzazione della PA.

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Dal 1° gennaio 2025, quindi, è possibile attribuire premi anche a chi si occupa del coordinamento informativo dei progetti, riflettendo le esigenze di modernizzazione delle procedure e l’integrazione delle piattaforme digitali nel ciclo di vita degli appalti.

Il decreto Infrastrutture e la svolta per i dirigenti in materia di incentivi alle funzioni tecniche

La svolta definitiva arriva con l’articolo 2, comma 1, lettera a) del decreto-legge 73/2025. Questa disposizione rende permanente la possibilità di corrispondere l’incentivo – pari al 2% del valore dell’appalto – anche ai dirigenti pubblici coinvolti nella programmazione e nella progettazione degli interventi. Un’estensione che supera la limitazione legata ai progetti del PNRR e diventa applicabile a tutte le opere pubbliche, consolidando il riconoscimento delle responsabilità gestionali e tecniche assunte anche dai vertici amministrativi.

Il decreto impone però trasparenza nella gestione delle risorse: le amministrazioni dovranno trasmettere ai revisori dei conti, ai collegi sindacali e agli uffici di bilancio le informazioni sull’ammontare degli incentivi erogati e sul numero dei beneficiari, in modo da garantire il rispetto dei vincoli finanziari e della contrattazione integrativa.

Le indicazioni operative dell’ANAC

A chiarire ulteriormente il quadro è intervenuta l’ANAC, con un comunicato ufficiale approvato il 7 maggio 2025. L’Autorità sottolinea che l’attribuzione degli incentivi rappresenta un’eccezione alla regola della “onnicomprensività” del trattamento economico nel pubblico impiego. Proprio per questo, le attività che possono essere premiate devono essere rigidamente quelle previste dalla legge.

Secondo l’ANAC, i dirigenti rientrano pienamente tra i destinatari legittimi degli incentivi, in quanto fanno parte del “personale proprio” dell’ente. Al contrario, ne restano esclusi i componenti degli organi di amministrazione delle stazioni appaltanti, come i membri dei consigli di amministrazione, che non hanno un rapporto di lavoro subordinato con l’ente.

Quanto alle modalità di attribuzione degli incentivi, la responsabilità ricade sul dirigente incaricato o sul responsabile del servizio competente, che deve acquisire il parere del Responsabile Unico del Procedimento (RUP) e verificare che le attività svolte rientrino tra quelle incentivabili. In caso di riconoscimento del premio a un dirigente, si raccomanda un controllo terzo per evitare conflitti di interesse.

Verso una PA più efficiente e valorizzata

L’estensione degli incentivi anche al personale dirigenziale rappresenta un passo verso una pubblica amministrazione che punta sul rafforzamento delle competenze interne. Valorizzare chi lavora nei settori tecnici e gestionali degli appalti significa, in ultima analisi, promuovere l’efficienza amministrativa e garantire una gestione più autonoma e qualificata dei progetti pubblici. Una scelta che guarda non solo al riconoscimento economico, ma anche alla costruzione di una PA più moderna, responsabile e competente.

La nota dell’ANCI

Qui il documento completo.

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