Statalizzare Acciaierie d’Italia è fuori discussione. Per il polo siderurgico più grande d’Europa, che versa da tempo in gravi difficoltà e attualmente in amministrazione straordinaria, serve un nuovo proprietario. Così, a fronte del recente stallo nella trattativa con gli azeri, sembra che l’esecutivo abbia dato mandato ai suoi di trovare un nuovo acquirente. E anche in fretta. Perché purtroppo il tempo per salvare l’ex Ilva è quasi finito.
Detto fatto. Mentre a Roma si lavora a un nuovo decreto «salva-Ilva» che sblocchi un finanziamento in grado di tenere vivo il polo ancora per qualche mese, oltreoceano si tenta di riaprire il dialogo con il fondo americano Bedrock Industries Management. Secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier a MF-Milano Finanza, in questi giorni è in corso una missione negli Stati Uniti per riportare in partita il veicolo di investimento privato americano.
Lo stallo con Baku Steel
Il fondo aveva infatti abbandonato la gara per acquisire l’ex Ilva dopo essere stato battuto dall’offerta vincolante presentata dalla cordata azera composta da Baku Steel Company e Azerbaijan Investment Company. La conversazione con gli azeri, però, si è fermata dopo una serie di criticità che hanno interessato il sito di Taranto: primo fra tutti l’incendio che ha fermato l’Altoforno 1 (ancora sotto sequestro della Procura).
E ne stanno risentendo tutti gli stabilimenti del gruppo, con la cassa integrazione raddoppiata rispetto a quanto stabilito nel Piano di rilancio. Così, qualche giorno fa, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha fatto sapere che «altri attori sono ancora in campo e potrebbero eventualmente rilanciare perché la nostra procedura è competitiva».
Alan Kestenbaum, chi è il fondatore di Bedrock
Ipotesi a cui stanno già lavorando, direttamente sul campo, le prime linee coinvolte nel dossier. Il fondo americano, almeno sulla carta, sembra avere il profilo perfetto per il salvataggio (e il conseguente rilancio) di Acciaierie d’Italia. Sul sito internet si mette subito in chiaro che Bedrock «è ben posizionato per investire dove altri hanno dovuto abbandonare». Poi arrivano altri dettagli. Il fondo attualmente sta «valutando diversi investimenti di private equity e private debt, in tre ambiti ben precisi: metalli industriali, minerali industriali e risorse naturali».
Rispetto ai criteri di investimento, la società guarda a deal size tra i 50 milioni e 1 miliardo di dollari, cerca attività già produttive o prossime alla produzione in grado di generare flussi di cassa e con una struttura dei costi favorevole. Comunque deal che favoriscano la strategia diversificata a livello globale del fondo.
La ciliegina sulla torta è rappresentata dal fondatore stesso di Bedrock. Alan Kestenbaum, che vive a Miami, in Florida, da settembre 2017 ricopre anche la carica di ceo del colosso siderurgico canadese Stelco. Una nomina ottenuta dopo aver acquistato la società, tramite il fondo, e averla salvata dal fallimento. Chissà che non sia proprio Kestenbaum l’uomo che rilancerà l’Ilva. (riproduzione riservata)
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