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Imballaggi, consumi energetici, Codice etico: il 94% di negozi e supermercati sempre più sostenibile


di
Claudia Voltattorni

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Il 6° Rapporto di Federdistribuzione: le imprese della distribuzione impegnate nel raggiungimento degli obiettivi Ue sulla sostenibilità. Buttarelli: «Al retail moderno una responsabilità sociale, ambientale ed economica importante»

Si va dalla riduzione degli imballaggi alla selezione dei fornitori. Ma ci sono azioni specifiche anche contro lo spreco alimentare e per la riduzione dei consumi energetici, per la sensibilizzazione dei clienti-consumatori e misure specifiche per i propri lavoratori, dalla riduzione del gender pay gap all’offerta di piani di welfare. Per tutti l’obiettivo è raggiungere una piena sostenibilità il prima possibile, così come richiesto dall’Europa e dalla direttiva CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive  (Direttiva 2022/2464) sui nuovi standard di rendicontazione di sostenibilità delle aziende che includano non solo l’aspetto finanziario ma anche dati sull’impatto ambientale, sociale e di governance. 

Il Rapporto

Nel 6° Report di Sostenibilità di Settore della Distribuzione Moderna 2025 pubblicato da Federdistribuzione e realizzato con Altis Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore vengono analizzate strategie delle aziende del retail messe in campo per raggiungere gli obiettivi Ue del 2028 e si scopre che il 94% delle aziende è impegnata con azioni concrete. L’80% intende pubblicare un bilancio di sostenibilità volontario già nel 2025 e il 71% delle imprese ha una o più figure con deleghe formali alla sostenibilità. 




















































Gli impegni, dal clima al gender pay gap

Gli impegni vanno dal contrasto al cambiamento climatico con azioni come la riduzione dell’intensità energetica: il 41% delle aziende dichiara una riduzione delle emissioni negli ultimi tre anni superiore al 10% e l’88% ha attivato azioni di efficienza energetica nei propri punti vendita, mentre il 65% ha sistemi di monitoraggio GHG (Greenhouse Gas Protocol) che misura le emissioni di gas ad effetto serra.  Ci sono poi azioni rivolte a dipendenti e consumatori. Per i primi, sono in aumento interventi di sensibilizzazione: il 35% affronta questi temi nel proprio Codice Etico, sono diffusi strumenti di ascolto e coinvolgimento dei collaboratori (73%) e piani di welfare strutturati (47%). E «il 71% delle aziende che monitora il gender pay gap e  ha attivato almeno un’iniziativa con l’obiettivo di ridurlo nel tempo».
Per i consumatori, il 94% delle aziende ha formalizzato politiche per garantire qualità e sicurezza sui prodotti e servizi, mentre il 100% dichiara di aver implementato strumenti specifici per la raccolta di feedback da parte dei consumatori. Ci sono poi azioni dirette sulle comunità locali: il 100% delle imprese ha attivato delle iniziative per le comunità locali, in particolare nei settori dell’educazione (65%), della salute, cultura e sport (59%) e dell’ambiente (47%).

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Le azioni sulla filiera

Un codice di condotta sulla filiera è stato adottato dal 71% delle aziende e l’83% ha rafforzato il processo di selezione dei fornitori con criteri di sostenibilità. Il 76% delle aziende ha già avviato collaborazioni con i supplier in ottica ESG e il 77% ha una policy per valutare il rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale dei fornitori. Metà delle imprese (54%) ha formalizzato una procedura di due diligence o audit sui diritti umani e dei lavoratori sulla catena di fornitura.

«Responsabilità delle aziende»

«Il contatto quotidiano con milioni di persone conferisce al retail moderno una responsabilità sociale, ambientale ed economica», spiega Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione, che evidenzia anche come questa per le aziende possa trasformarsi in «opportunità: quella di orientare comportamenti virtuosi a monte e a valle della filiera, ossia verso produttori e consumatori, generando così valore condiviso». Ma per Buttarelli, «è
essenziale che questo impegno, che ha già portato a importanti investimenti da parte delle imprese, sia accompagnato da politiche e normative coerenti e stabili, capaci di sostenere il settore lungo un percorso di transizione che deve essere sostenibile per tutti». Stella Gubelli, amministratore delegato di Altis Advisory, spiega: «Oggi, per le imprese della Distribuzione Moderna le scelte di sostenibilità non sono ‘solo’ un insieme di azioni, ma parte integrante dei modelli di business, della governance, delle politiche di gestione e delle relazioni lungo tutta la catena del valore». Ma serve «un impegno costante che si fondi su visione strategica, collaborazione tra attori e responsabilità condivisa».


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