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Lo studio di Sonepar: un’azienda su cinque sta sfruttando il piano Transizione 5.0


A poco meno di un anno dall’apertura della piattaforma per richiedere gli incentivi, un’azienda su cinque (il 21%) ha già avviato progetti di investimento nell’ambito del piano Transizione 5.0, l’incentivo pensato per guidare il sistema produttivo italiano verso un paradigma che coniuga innovazione tecnologica e sostenibilità energetica. Un ulteriore 38% delle imprese manifesta l’intenzione di aderire entro la fine dell’anno.

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Questi sono i dati principali che emergono da un’indagine qualitativa condotta da Sonepar Italia, distributore di prodotti e soluzioni per il mercato elettrico, su un campione di 80 aziende clienti. Secondo l’azienda i numeri testimonierebbero un interesse latente che stenta a tradursi in azione a causa soprattutto della complessità burocratica, indicata dal 73% del campione come l’ostacolo più significativo all’adozione del piano.

La ricerca è stata presentata durante la prima giornata del “Sonepar Industry Summit”, un evento dedicato al mondo dell’industria e dell’automazione tenutosi a Bentivoglio, in provincia di Bologna. L’analisi fotografa un tessuto imprenditoriale consapevole dei benefici, ma frenato dalle modalità di accesso.

Sonepar Transizione 5.0

Un ostacolo chiamato burocrazia

Nonostante gli obiettivi del piano siano chiari, la conoscenza dei suoi dettagli operativi rimane limitata. Meno della metà degli intervistati (45%) si ritiene adeguatamente informata, percentuale che sale al 65% se si considerano solo le realtà di medie e grandi dimensioni. La carenza di informazioni spinge le aziende a cercare supporto esterno: il 40% si è già affidato a consulenti dedicati per navigare le complessità della normativa e un altro 20% prevede di farlo nei prossimi mesi. La percezione è che il percorso per ottenere le agevolazioni sia eccessivamente articolato, fattore questo che – sostiene l’azienda – scoraggia l’azione diretta.

Tra le problematiche percepite figurano i costi elevati degli investimenti (39%), la mancanza di competenze tecniche interne (27%) e la difficoltà di integrare le nuove tecnologie con i sistemi preesistenti (22%).

Gli obiettivi di investimento delle imprese

Le aziende che hanno deciso di investire o che intendono farlo a breve hanno le idee chiare su quali siano le priorità. L’ammodernamento dei processi produttivi è in cima alla lista: il 59% del campione punta alla sostituzione di macchinari obsoleti. Subito dopo, con il 41% delle preferenze a pari merito, si collocano l’introduzione di beni 4.0 che garantiscano un effettivo risparmio energetico e l’installazione di nuovi sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

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Questi dati indicano che la doppia anima del piano, digitale e green, è stata recepita correttamente. Le imprese vedono nella Transizione 5.0 un’opportunità concreta per ridurre i costi operativi (49%), aumentare l’efficienza (49%) e diminuire il proprio impatto ambientale (39%).

La maggior parte degli investimenti programmati o realizzati, nel 78% dei casi, si mantiene al di sotto della soglia dei 2,5 milioni di euro, a testimonianza di come il piano stia interessando prevalentemente progetti di entità contenuta, tipici delle piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana.

Secondo Sergio Novello, Presidente e AD di Sonepar Italia, “il presidio capillare di Sonepar Italia sul territorio e la nostra organizzazione interna ci consente di svolgere una funzione di ponte tra le aziende fornitrici di tecnologia e le filiere dell’industria”. Novello sottolinea poi l’importanza di supportare le imprese per cogliere le opportunità offerte dalla normativa. Un ruolo ribadito da Davide Lombardi, Direttore della Business Unit Industry di Sonepar Italia, che ha spiegato come l’Industry Summit sia stato pensato per “mettere a disposizione dell’intera filiera la nostra rete di contatti e le nostre competenze per dar vita a un momento di discussione e confronto”. Un’iniziativa che mira a fornire spunti utili sia alle imprese ancora indecise sia alle istituzioni, che potrebbero valutare un’eventuale estensione dei termini.



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