Un’azienda su cinque oramai utilizza l’intelligenza artificiale: a rischio un terzo dei lavoratori soprattutto quelli laureati

Negli ultimi due anni c’è stato un significativo rallentamento ma lo sguardo dell’ultimo decennio dice che la Lombardia ha registrato una crescita economica superiore sia alla media nazionale che a quella delle regioni europee simili per struttura produttiva e grado di sviluppo. A questo hanno contribuito l’aumento dell’occupazione, produttività del lavoro e un sistema universitario che, nel suo complesso e considerando anche la qualità della ricerca, rappresenta un indubbio punto di forza della regione. Lo spiega l’ultima edizione del corposo rapporto sull’economia regionale della Lombardia realizzato dalla Banca d’Italia.

Discreti sono anche gli investimenti delle imprese per la transizione ambientale (37% delle imprese), per l’innovazione tecnologica (50%) e la nascita di startup innovative (8.300 tra il 2012 e il 2024, il 27% del totale). Sono invece diminuiti dello 0,3% i finanziamenti bancari alle imprese nel primo trimestre. Prosegue dunque la contrazione iniziata già nel 2023 le cui cause — viene spiegato nel rapporto — sono la debolezza della domanda e le condizioni di offerta improntate alla cautela.

In tale quadro, sostanzialmente positivo, spicca in senso negativo il dato delle retribuzioni che, nel 2024, sono sì cresciute (grazie soprattutto al rinnovo di alcuni contratti) ma che «in termini reali sarebbero rimaste ancora inferiori rispetto ai livelli del 2021 (-9% circa a livello nazionale)».

Di particolare interesse la sezione del rapporto dedicata all’intelligenza artificiale e alle ricadute occupazionali. Al momento l’adozione dell’IA appare ancora limitata (20% delle imprese), ma comunque decisamente meglio della media nazionale ed europea (13,5%). L’utilizzo si sta però diffondendo e nel prossimo biennio più di un’impresa su due prevede di farne ricorso, con frequenze più elevate tra quelle dei servizi. L’impatto sull’occupazione, in tal senso, potrebbe essere significativo, almeno in alcuni ambiti. In base ad un indicatore costruito sulle applicazioni più comunemente utilizzate (generare e riconoscere testi e immagini, replicare il linguaggio umano, rispondere a domande semplici e identificare strategie) in Lombardia oltre il 54% dei lavoratori avrebbe un’alta esposizione agli effetti dell’adozione di IA.

Nelle professioni maggiormente esposte le nuove tecnologie potrebbero sia sostituire alcune mansioni, sia risultare complementari al lavoro umano, offrendo uno strumento utile per incrementare la produttività. Le professioni potenzialmente sostituibili coinvolgerebbero il 27% per cento dei lavoratori, un dato simile in termini percentuali alle professioni che invece potrebbero avere dei benefici dall’introduzione dell’IA.

«L’impatto potenziale maggiore — si legge nel rapporto — potrà riguardare i settori dei servizi a più alto valore aggiunto, quali i comparti dell’informazione e comunicazione, della finanza e delle altre attività professionali, dove l’esposizione sarebbe prevalentemente per sostituzione». Molto interessato dall’impatto sarà anche il commercio. E, osserva il rapporto, a essere più esposti saranno i lavoratori laureati o con titoli di studio elevati mentre molto meno lo saranno quelli che hanno conseguito un diploma o la licenza media, che svolgono principalmente lavori manuali.

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