Venti di guerra, eppure la moda non molla. Anzi, è il momento della responsabilità e del coraggio per risollevare uno dei settori più in crisi del nostro Paese. La 108ª edizione di Pitti Uomo alla Fortezza da Basso (fino a venerdì) si è aperta nel segno della determinazione e con alcuni segnali positivi, che confermano il ruolo di leadership della corazzata Pitti Immagine nel panorama internazionale. Clienti negli stand, tanta gente e voglia di ripartire nonostante le drammatiche difficoltà geopolitiche. Sono oltre 740 i brand presenti al salone con le proposte di moda maschile per la primavera-estate 2026, di cui ben il 45% dall’estero. Persino dall’Ucraina. Ma di cose da fare ce ne sono molte per continuare a tenere duro, come rilanciato ieri mattina nel corso dell’inaugurazione ufficiale. A cominciare dalla richiesta del presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati, che ha chiesto al governo il credito di imposta per le imprese non solo fino alla fine di quest’anno, ma in maniera strutturale: “Il nostro sistema dovrebbe pedalare in gruppo – ha proseguito – . Ci sono misure che stiamo mettendo in piedi, in particolare sull’export, molto positive. Serve che il governo ci segua per strutturare quello che ha fatto”. Perché il punto è che imprese non nascono più. Sburlati ha sottolineato il saldo negativo di 1.500 in un anno: “Dobbiamo aiutare i giovani – ha concluso –. Perché Pitti è una straordinaria vetrina anche per le aziende più piccole, ma dobbiamo farlo con tutte le energie che abbiamo, perché il passaggio generazionale sta anche nell’avere nuove imprese per il nostro sistema paese”.
“Una missione che abbiamo ben presente – conferma il presidente della Camera di commercio di Firenze, Massimo Manetti – in un territorio, quello delle province toscane, dove abbiamo verificato come, a tre anni dalla nascita, si arriva a perdere fino al 40% delle nuove imprese”. Se è vero, come ricordato dal presidente di Pitti immagine Antonio De Matteis, che i numeri sono ancora sopra a quelli del 2019 (“Dobbiamo faticare, ma la moda può vincere il campionato”), resta il fatto che nel 2024 il fatturato del settore è sceso del 3,6%, e che i primi due mesi del 2025 registrano l’export in calo del -6,9%. Ecco allora il forte richiamo di Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la moda italiana: “Pitti Uomo non è solo la rassegna di moda maschile più importante al mondo, ma è principalmente uno strumento di politica industriale e gli imprenditori ben sanno che questo passaggio è fondamentale per loro per conquistare nuovi mercati e intercettare innovazione. Quindi il periodo difficile del comparto si affronta con grande senso di responsabilità, ma anche con grande coraggio”.
Il lavoro istituzionale va avanti. Il presidente della Regione Eugenio Giani, ha confermato che “i tavoli di lavoro, il memorandum, il sostegno alle imprese per l’innovazione e lo sviluppo vanno avanti. Ma anche i nuovi insediamenti, perché è forte la domanda ad investire in Toscana”. E per quanto i conflitti e l’instabilità mondiale non dipendano da fattori locali, la sindaca Sara Funaro ha detto che bisogna spingere per evitare ripercussioni legate ai dazi Usa: “Compito sia del governo, sia delle amministrazioni a livello locale, a livello regionale tenere alta l’attenzione insieme alle imprese e per fare in modo che i dazi siano scongiurati, perché questo sarebbe un ulteriore danno alle imprese del nostro territorio”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link