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Cleantech, a che punto è l’Italia con le aziende che scommettono sulla transizione verde


Cleantech in Italia, c’è un rapporto che mappa il settore. Ci si interroga spesso su come proceda la decarbonizzazione nella Penisola, cioè la sostituzione dei combustibili fossili con le fonti energetiche a emissioni zero. Le analisi mensili di Terna, per esempio, evidenziano la quota di domanda elettrica coperta da fotovoltaico, eolico, idrico e geotermico e riportano l’andamento della nuova capacità rinnovabile entrata in esercizio. Ma qual è invece lo stato delle cleantech in Italia, cioè delle “tecnologie pulite” che permettono di realizzare concretamente la transizione ecologica?

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Dal 2019 al 2024 l’ecosistema italiano delle tecnologie pulite ha raccolto finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro, si legge nel briefing annuale di Cleantech for Italy, una nuova iniziativa che riunisce aziende del settore, società di investimento, enti universitari e di ricerca con il sostegno di Breakthrough Energy, l’organizzazione per l’innovazione sostenibile fondata da Bill Gates.

Quali sono le cleantech che attraggono maggiori finanziamenti

Nel 2024 in Italia ci sono state 87 operazioni di finanziamento a imprese di clean tech, mai così tante; tuttavia, la somma complessiva (230,8 milioni di euro) è più bassa di quella raccolta nel 2023 (339 milioni): quasi il 32% in meno. Il comparto che ha ricevuto più fondi è stato quello denominato Materials & Chemicals, cioè dei materiali, come quelli bio-based di origine biologica, i conduttori o il grafene per i supercondensatori: con 82,4 milioni, ha quasi raddoppiato i livelli del 2023. Il rapporto cita gli esempi del gruppo piemontese Tau, che realizza fili magnetici privi di solventi; dell’azienda genovese BeDimensional, specializzata nei materiali bidimensionali come il grafene; della lombarda Sqim, impegnata nello sviluppo di sostanze innovative a partire dal micelio dei funghi.

Quanto a capitali raccolti, nel 2024 è andato bene anche il ramo Waste & Recycling, con 21,7 milioni, il doppio del 2023. Notevole, in particolare, è stato il giro di finanziamenti di Hbi, società di Bolzano che ha sviluppato una tecnologia per l’estrazione di ammoniaca, idrogeno e nutrienti agricoli dai fanghi, producendo nel contempo energia rinnovabile. Il “forte slancio” del settore Waste & Recycling, si legge nel briefing di Cleantech for Italy, “è guidato dalla crescente attenzione alle opportunità dell’economia circolare”, quel modello produttivo basato sulla minimizzazione dell’uso di risorse naturali, sul riutilizzo dei rifiuti e sulla riconversione degli impianti. La circolarità è uno degli assi portanti del Green Deal, il piano europeo per la transizione ecologica.

Tutti gli altri settori delle tecnologie pulite – agriculture & food, energy & power, transportation & logistics e resources & environmental management – hanno invece subìto un calo di finanziamenti rispetto al 2023. In particolare, il comparto energy & power, dedicato alle tecnologie per l’energia e per la generazione elettrica, è passato da 148,3 milioni a 22,6 milioni.



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