Manuela Zoccola
IL RAPPORTO – Il Piemonte si conferma, come già in passato, particolarmente attrattivo per le organizzazioni mafiose, soprattutto per la ‘ndrangheta.
L’analisi dei 24 provvedimenti interdittivi antimafia emessi dai prefetti piemontesi nel 2024 ha evidenziato il rischio di infiltrazione e di condizionamento mafioso prevalentemente nei settori dei trasporti, delle costruzioni edili e d’installazione di impianti energetici, degli autolavaggi, della ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande e del commercio all’ingrosso e al dettaglio. È quanto emerge dalla relazione semestrale pubblicata della Dia (direzione investigativa antimafia).
In provincia di Cuneo le numerose evidenze giudiziarie e investigative degli ultimi anni testimoniano l’esistenza di diverse espressioni criminali (come attestato in passato dalle note operazioni “Alba Chiara” e “Altan”).
I rischi di infiltrazione
La presenza di detenuti sottoposti a regime differenziato presso la casa circondariale di Cuneo espone il territorio a rischi di infiltrazione a opera dei familiari che tendono ad avvicinarsi ai congiunti ristretti. A tal proposito il rapporto della Dia segnala un’attività della Polizia di Stato conclusa a marzo 2024 con l’esecuzione di un provvedimento cautelare nei confronti di 39 persone, che si sarebbero associate per introdurre, all’interno di diverse carceri, tra cui quello di Saluzzo, cellulari, droga e armi mediante l’utilizzo di droni.
Contrasto al narcotraffico
Sul contrasto al narcotraffico, a gennaio del 2024, i Carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 soggetti, per lo più di nazionalità albanese, ritenuti membri di un’organizzazione criminale dedita alla cessione di ingenti quantitativi di marijuana e cocaina nel Cuneese e nell’Astigiano. Tale attività aveva consentito di individuare ad Alba un’azienda agricola dove era coltivata una piantagione di cannabis. Sul territorio risultano presenti sodalizi di origine albanese e Nord africana attivi nelle attività di spaccio e traffico di sostanze stupefacenti e nel favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di connazionali. Ad aprile 2024 la Polizia aveva eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 soggetti facenti parte di un’organizzazione dedita all’importazione di notevoli quantitativi di cocaina e marijuana dalla Germania. Poi, a maggio, i Carabinieri avevano eseguito un decreto di sequestro anticipato nei confronti di un cittadino albanese, residente a Pocapaglia, relativo a una villa di pregio del valore stimato di oltre un milione di euro acquistata e ristrutturata verosimilmente con i proventi derivanti dal narcotraffico.
Risultano presenti, anche gruppi criminali di origini sinti, tendenzialmente dediti a reati predatori. La vicinanza con la Francia (storicamente nelle mire della ‘ndrangheta) rende il Cuneese una sorta di rotta di transito di immigrati clandestini.
Una locale è attiva anche nell’Astigiano
La presenza di strutture di matrice ‘ndraghetista non risparmia la provincia di Asti. Nella relazione della Dia relativa al 2024, si ricorda, in particolare, che all’esito dell’operazione “Alba Chiara” del 2011 era stata individuata la locale del basso Piemonte con competenza anche sull’Astigiano.
Più di recente, con l’operazione “Barbarossa” del 2018 si era fatta luce sull’operatività della locale di Asti, attiva pure in aree limitrofe. La Corte di cassazione ha confermato, a febbraio del 2024, la condanna in rito ordinario a circa 25 anni di reclusione nei confronti di 4 soggetti ritenuti vicini al gruppo astigiano.
Il sequestro svolto a maggio del 2024
A maggio dello scorso anno, la Dia e i Carabinieri hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro di beni, emesso dal Tribunale di Torino nei confronti di un pregiudicato astigiano risultato vicino a contesti ‘ndranghetisti e già condannato per usura, estorsione e tentato omicidio. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di ricostruire l’assetto patrimoniale, il cui valore è risultato sproporzionato rispetto al reddito dichiarato. È stato disposto, quindi, il sequestro del compendio aziendale di due società operanti nel settore delle demolizioni e del commercio di giornali e riviste e generi di monopolio, del 10% di quote societarie di un’impresa attiva nel settore del commercio all’ingrosso di metalli non ferrosi, di tre immobili, di cinque terreni agricoli e 39 rapporti finanziari, per un valore stimato di circa un milione di euro.
L’operazione Mare Magnum
Secondo quanto emerso da “Barbarossa” a luglio del 2023, nell’ambito dell’operazione “Mare magnum” i Carabinieri hanno dato esecuzione in diverse province, tra cui in quelle di Asti e Cuneo, a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di tentato omicidio aggravato, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di stupefacenti, estorsione e rapina in abitazione.
Narcotraffico e detenzione d’armi
In riferimento all’attività di contrasto al narcotraffico, a gennaio del 2024 è stata eseguita dai Carabinieri un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 soggetti per lo più di nazionalità albanese, ritenuti membri di un’organizzazione criminale dedita alla cessione di ingenti quantitativi di marijuana e cocaina nell’Astigiano e nel Cuneese. A ottobre dello scorso anno, nell’ambito del processo “Campo dei miracoli” in rito abbreviato, il Tribunale di Asti ha condannato un astigiano per detenzione abusiva di armi e munizioni.
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