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Nel primo trimestre dell’anno rallenta la discesa della produzione industriale veronese che registra un -1,44% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e facendo meglio della media nazionale (-1,8%). Nonostante la performance negativa, il 71% delle imprese riporta una produzione stabile o in aumento, confermando un andamento eterogeneo tra settori.

Confindustria Verona ha condiviso i risultati dell’indagine sul primo trimestre 2025 dell’economia veronese, inserendo anche qualche previsione sul secondo trimestre. Le aspettative indicano un ulteriore miglioramento, con una previsione di -0,87%, suggerendo un possibile avvicinamento alla ripresa.

Segnali incoraggianti giungono dalle vendite verso i Paese esterni all’Unione Europea che sfiorano il +4%. Migliora anche la capacità produttiva che risulta normale o soddisfacente per il 73% delle imprese rispetto al 64% di fine anno. Rimangono in terreno negativo le vendite verso il mercato italiano (-0,49%) e quelli verso l’Europa (- 3,97%). Si riduce sensibilmente la contrazione degli ordini, che passano dal -4,28% al -0,33%, segnalando un progressivo recupero della domanda. Sono pari al 28% le aziende con un portafoglio ordini che assicura lavoro oltre i tre mesi. Fragile, invece, la fiducia, ma ciò non influisce troppo sugli investimenti (stazionari) e sulla crescita, segnalata dal 76% delle aziende. Fatturato, infine, in aumento o stabile per il 73% delle imprese di servizi.

«Quello che ci restituiscono i dati è il ritratto di uno scenario complesso che riflette l’andamento dell’economia in generale – ha commentato il presidente di Confindustria Verona Giuseppe Riello – L’interconnessione fra settori e paesi ci rende forti e deboli allo stesso tempo, da un lato aprendo a numerose possibilità dall’altro rendendoci vulnerabili agli scossoni delle altre economie. Quello che si nota è che di fronte a una produzione prevista ancora in calo rimane incoraggiante la propensione all’investimento delle imprese e restano vivaci le vendite Extra Ue che però ancora non riescono a far fronte al calo del mercato domestico ed europeo. Un po’ per la complessità di raggiungere mercati nuovi e lontani e un po’ perché alcuni Paesi sono difficilmente sostituibili. Penso ad esempio alla Germania. Perciò sono convinto che a fianco di un piano italiano di riforme e semplificazioni che possano spingere le imprese, occorra agire a livello europeo. L’Europa deve dimostrare coesione e presentare un piano di rilancio che possa portare ad una crescita del Pil. Se guardo a Verona quello che in questo momento potremmo fare è accrescere il dialogo fra tutti gli asset strategici del territorio. Aeroporto, Quadrante Europa, Veronafiere, Fondazione Arena, Veronamercato hanno grande capacità di creare valore condiviso. Lavorando sul territorio con le istituzioni, le associazioni e le società collegate a queste infrastrutture potremmo accrescere la forza attrattiva del territorio e aumentare la competitività di Verona».

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