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cooperazione e sviluppo al centro del “Metodo Mattei”. Parla l’assessore Cardinali


Terni si apre all’Africa: con la Fondazione Mattei nasce un nuovo asse di cooperazione internazionale.Due giornate dense di incontri, visioni e strategie condivise. È questo il cuore della seconda edizione dell’Incontro Internazionale “L’inizio di un’Era – Africa, un partenariato strategico: il Metodo Mattei”, ospitato a Palazzo Catucci di Collescipoli (Terni).

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Un appuntamento di rilievo internazionale che ha visto dialogare ambasciatori, rappresentanti istituzionali africani, esperti di sviluppo, stakeholder economici e politici locali. A rappresentare l’amministrazione comunale, l’Assessore allo Sviluppo Economico di Terni, Sergio Cardinali, che ha fatto da trait d’union tra le opportunità locali e le sfide globali.

“L’Africa è un’occasione reale anche per Terni. Ma serve un modello concreto”. Assessore Cardinali, quali sono i risultati più importanti di questo evento?

“Abbiamo dimostrato che Terni può essere protagonista di un progetto internazionale di cooperazione, centrato sulla reciprocità e non sull’assistenzialismo – attacca l’assessore allo sviluppo economico,Sergio Cardinali. Le due giornate di Collescipoli hanno messo in rete attori strategici africani e imprese italiane, in particolare umbre, creando un primo ponte per collaborazioni nel campo della formazione, della sanità, della green economy e della valorizzazione industriale. La presenza della Fondazione Mattei ha dato autorevolezza e concretezza alla visione che stiamo costruendo”.

Nel concreto, quali sono i settori su cui si svilupperanno le collaborazioni tra Terni e i Paesi africani?

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“I tavoli hanno individuato alcune priorità chiare: l’ambito sanitario, con l’esigenza di formare personale e costruire strutture. La saldatura e l’industria leggera, che sono comparti strategici anche per il nostro tessuto produttivo. E naturalmente la gestione sostenibile delle risorse. Abbiamo inoltre presentato le opportunità legate all’Accordo di Programma con AST e al rilancio del polo chimico secondo i principi dell’economia circolare e della chimica verde. C’è stato molto interesse da parte delle delegazioni africane”.

Un ponte con l’Africa: la scuola di formazione nascerà con la Fondazione Mattei

Il legame con il “Piano Mattei” nazionale è stato casuale o cercato?

“Non possiamo parlare di coincidenze. Che il nostro evento si sia svolto in contemporanea con la firma del Piano Mattei a Roma è la prova che il lavoro di Terni è in linea con le strategie di cooperazione internazionale del Governo. Ma noi abbiamo voluto aggiungere un elemento: non solo visione dall’alto, ma costruzione dal basso. A Collescipoli si è parlato con imprese, professionisti, cittadini. Questo è il nostro “Metodo Mattei’” ternano: inclusivo, pragmatico, territoriale”.

Sanità, formazione, territorio: come si tengono insieme queste direttrici?

“Serve un progetto organico. Per questo stiamo lavorando a un sistema sanitario più giusto, equo e moderno, partendo da un nuovo ospedale e dalla riorganizzazione della medicina territoriale. E poi serve formazione: con la Fondazione Mattei, insieme all’assessore Altamura, stiamo costruendo percorsi per nuove figure professionali legate all’automazione industriale, alla saldatura, alla meccanica di precisione. Questa è la base per trattenere i giovani e attrarre nuove energie sul territorio. Un centro formativo che potrebbe essere ospitato proprio a Collescipoli”.

Perché l’Africa può rappresentare davvero “l’inizio di un’era” anche per Terni?

“Perché ci spinge a cambiare mentalità. La cooperazione non è un gesto simbolico: è un’opportunità concreta per innovare il nostro sistema produttivo, valorizzare le nostre competenze, creare scambi culturali e professionali. Se sappiamo intercettare questi flussi, Terni può diventare un polo di sperimentazione avanzata, attrattivo per investitori italiani e internazionali. L’inizio di un’era, sì. Ma dobbiamo costruirla ogni giorno, insieme”.

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Non solo estero: i progetti di rilancio del territorio puntano su turismo, ambiente e nuove strutture

Terni si propone come città aperta e attrattiva. È un cambio di paradigma?

“Sì. Per decenni abbiamo parlato solo di crisi. Ora invece lavoriamo su una narrazione di rilancio, basata su infrastrutture culturali come il BAC di Collescipoli, sulle mostre, sull’intrattenimento musicale del Conservatorio, sulla rete dei borghi. Ma soprattutto su una regia condivisa. Il Comune ha fatto squadra con la Fondazione Carit, con gli assessori Salinetti, Bordoni e Altamura, con la consigliera Severoni, la collaborazione del capogruppo di Alternativa Popolare Guido Verdecchia e con il contributo attivo di tanti cittadini. Terni ha aperto una nuova stagione”.

Dal confronto internazionale agli investimenti locali: quali sono i progetti concreti in partenza?

“Abbiamo in corso la progettazione esecutiva di due iniziative strategiche: il recupero dell’area ex Viscosa, dove sorgeranno un albergo e un glamping di alto livello, e il nuovo campo pubblico da golf a Piediluco. Sono interventi privati che l’amministrazione sostiene perché generano indotto, qualità urbana e nuovi posti di lavoro. A questo si aggiungono i progetti ambientali sulla navigabilità e la valorizzazione del Nera, del Velino e del Lago di Piediluco, e l’investimento nel turismo sostenibile e religioso, a partire dal sito della Cascata delle Marmore”.



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