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Banca Etica, dai piani per Etica sgr alla filiale spagnola: ecco la ricetta dell’ex dg Alessandro Messina per il rilancio




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Ultim’ora news 21 aprile ore 20


Più credito grazie alla tecnologia e al rafforzamento delle deleghe nei territori. Il rilancio di Etica sgr, da realizzare con i fondi alternativi e la revisione dei contratti di collocamento con le banche accusate di finanziare le armi. Infine più autonomia alla filiale spagnola, che dovrà passare sotto il controllo dei soci locali.

Con queste proposte Alessandro Messina si prepara alla sfida del 17 maggio, quando i 48 mila azionisti di Banca Etica dovranno decidere tra la lista dell’ex dg e quella del vicepresidente Aldo Soldi, in continuità con l’attuale cda. L’istituto è specializzato nei finanziamenti al terzo settore e alle iniziative con finalità sociale, e ha chiuso il 2024 con una crescita dei crediti del 4,4%.

La strategia per stimolare il credito

Non abbastanza per Messina. «Rispetto alla capacità di raccolta, quella di erogazione si è ridotta sotto il 50%», spiega l’ex dg. «È un problema non solo etico, vista la missione della banca, ma anche imprenditoriale perché meno crediti equivalgono a minori ricavi in una fase in cui la Bce continua a tagliare i tassi».

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Per Messina il calo non è legato alla riduzione della domanda, che anzi resta alta soprattutto nel terzo settore, sempre meno finanziato dalle banche tradizionali. «Il problema è che Banca Etica non è abbastanza veloce con i dati e deve migliorare l’uso delle nuove tecnologie, come l’AI», chiarisce l’ex dg.

«Dovremmo anche concentrarci sui tagli medio piccoli, per diversificare il rischio, e tornare a puntare sui valutatori sociali che vanno a visitare gratis le imprese per scoprirne i bisogni. Se vogliamo aumentare il credito, certi processi decisionali vanno decentrati nei territori: i responsabili delle filiali conoscono di persona i clienti e devono avere le deleghe per decidere se meritano un finanziamento».

I piani per Etica sgr

Il secondo punto del programma riguarda Etica sgr, che nell’ultimo anno ha perso un miliardo di masse e ora gestisce un patrimonio di 7 miliardi. Per recuperare Messina punta sui fondi alternativi che investono in non quotate, pmi e startup. «Sono convinto che attirerebbero i risparmiatori attenti alla finanza etica e gli istituzionali», afferma l’ex dg.

Il nodo principale però è sulla compagine sociale della sgr controllata da Banca Etica. Tre soci, Banco Bpm (19%), Bper e Popolare di Sondrio (10%), sono finiti nel mirino di diversi azionisti del gruppo, che li hanno accusati di finanziare la vendita di armi. «È un business incompatibile con la finanza etica», spiega Messina.

«Senza un ripensamento saremo costretti a rivedere i contratti di collocamento ora attivi, accordi che negli ultimi 15 anni hanno permesso alle tre banche di incassare più di 300 milioni di commissioni. Le altre possibilità sono una modifica della politica sui dividendi e, ultima ratio, il riacquisto delle loro quote».

La filiale spagnola

La proposta finale riguarda Fiare Banca Etica, la succursale spagnola con 300 milioni di raccolta diretta. «Deve diventare una banca di diritto spagnolo se vuole penetrare davvero nel mercato locale. Per farcela avrà bisogno di maggiore autonomia e in futuro penso che dovremo cedere il controllo ai nostri soci spagnoli. Altrimenti Fiare sarà condannata al ruolo minore della filiale estera, mentre potrebbe sbocciare con un apposito cda, concentrato sui problemi societari». (riproduzione riservata)



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