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Finanziamenti e contributi

 

Pensione anticipata 2025, ecco come puoi smettere di lavorare fino a dieci anni prima con 600 euro al mese dall’INPS


Nel panorama delle agevolazioni previdenziali esistono disposizioni che sorprendono per la loro apparente incongruenza. Tra queste, una misura poco nota permette ad alcuni lavoratori autonomi di percepire, per anni, una somma mensile equivalente alla pensione minima, pur essendo ancora lontani dall’età pensionabile.
Parliamo dell’indennizzo per cessazione di attività commerciale, un sostegno economico riconosciuto a chi decide di dire addio al proprio negozio, con la possibilità di ricevere fino a 603,40 euro al mese anche per un intero decennio.

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Cos’è l’indennizzo commercianti e chi può richiederlo
Si tratta di una misura introdotta inizialmente in via sperimentale dal d.lgs. n. 207/1996, divenuta poi stabile dal 1° gennaio 2019, ad opera della legge di bilancio 2019. L’indennizzo è finanziato con l’aliquota del contributo aggiuntivo dello 0,48% ed è concesso nei limiti delle risorse del Fondo istituito nell’ambito della Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali.
La misura è rivolta ai soggetti iscritti alla Gestione commercianti che svolgano attività commerciale al minuto, attività di somministrazione di alimenti e bevande, nonché attività commerciale su aree pubbliche, anche in forma itinerante e che decidano di cessare definitivamente la loro attività. Questo strumento, noto anche come “rottamazione della licenza”, consente di ottenere un’indennità mensile fino al raggiungimento dell’età pensionabile, a condizione che:


Non tutte le categorie possono accedere all’indennizzo previsto per la cessazione dell’attività commerciale. Restano, infatti, escluse dal beneficio le imprese attive nella vendita all’ingrosso, a meno che l’attività non sia affiancata da una vendita al dettaglio, indipendentemente dal volume prevalente. Analogamente, non sono ammessi coloro che esercitano commercio in modalità non tradizionali, come l’e-commerce, le vendite porta a porta, per corrispondenza o tramite canali televisivi. Restano fuori anche le somministrazioni di cibo e bevande effettuate in luoghi non accessibili al pubblico, riservati a soggetti autorizzati come mense aziendali, scuole, ospedali o circoli privati.
Tra i soggetti esclusi vi sono anche gli operatori di intermediazione non disciplinata dalla Legge 204/1985, come promotori finanziari, agenti immobiliari, assicurativi o d’affari, nonché i procacciatori di affari.

Un assegno da oltre 600 euro fino alla pensione
L’importo dell’indennizzo commercianti è pari al trattamento minimo INPS, ovvero quella soglia economica riconosciuta a chi, pur avendo maturato i requisiti contributivi e anagrafici per la pensione, percepisce una rendita inferiore a un minimo prestabilito. Con la rivalutazione annuale legata all’inflazione, nel 2025 la cifra è salita a 603,40 euro al mese.
È importante sottolineare che il periodo di godimento dell’indennizzo è utile ai fini del solo raggiungimento del requisito pensionistico e non anche per l’entità della pensione.

Come presentare domanda per l’indennità INPS
Per accedere al beneficio è necessario presentare domanda telematica all’INPS, allegando la documentazione relativa alla chiusura dell’attività e alla restituzione della licenza. È fondamentale assicurarsi di rispettare i requisiti di età e di contribuzione previsti dalla normativa vigente.





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